“Cells”: uno sguardo sulla sanità del futuro alla Statale di Milano

Per la design week 2018 l’architetto Filippo Taidelli dello studio FTA mette in scena una visione del futuro nel rapporto tra uomo, architettura, tecnologia, natura nell’ospedale di domani
Si chiama Cells l’installazione, che sarà ospitata alla Statale di Milano dal 16 al 28 aprile, nell’ambito della mostra-evento INTERNI HOUSE IN MOTION 2018 – 20 YEARS.

L’opera si pone l’obiettivo di sintetizzare metaforicamente gli effetti dell’evoluzione del mondo sanitario e renderli percepibili allo spettatore in modo scenografico e interattivo
Cells nasce dall’esperienza che l’architetto Taidelli ha sviluppato nell’ambito della progettazione di strutture socio – sanitarie e dalla ricerca condotta attraverso il confronto dialettico con il Prof. Raffaello Furlan, Professore Ordinario Medicina Interna Humanitas University, e con il dott. Michele Gatti di IBM Italy, Research & Business.
L’installazione si compone di due cellule di vetro, dalle uguali dimensioni ma caratteristiche formali antitetiche, che instaurano un dialogo visivo collocandosi agli angoli opposti del suggestivo Cortile dei Bagni.

Rappresentano le due anime complementari ed apparentemente antitetiche della sanità del futuro: da un lato l’attenzione dell’interior design a rendere “domestico” lo spazio ospedaliero, dall’altro “la sanità virtuale”, la ridefinizione dell’interfaccia uomo macchina e la conseguente “deospitalizzazione”.
Elemento comune ad ogni cellula è la posizione baricentrica del visitatore rispetto allo spazio: a sottolineare come, nella sanità del futuro, la necessità di mantenere l’uomo al centro sia fondamentale, nonostante l’introduzione di sistemi di intelligenza artificiale, che saranno sempre di supporto e non di sostituzione.
La prima cellula, trasparente ed estroversa, è pensata per amplificare il rapporto con l’ambiente come elemento terapeutico; la seconda, introversa e riflettente, proietta il visitatore nel mondo “virtuale”: in un’atmosfera fantascientifica evocata da una finestra artificiale, in grado di riprodurre l’effetto della luce naturale del sole, anche di notte.
All’interno delle cellule si stagliano due “schegge” monolitiche di grés effetto pietra che come delle quinte sceniche offrono punti di vista per la contemplazione del contesto in un caso e della luce naturale creata artificialmente nell’altro.
L’esperienza visiva viene amplificata da un installazione sonora ed olfattiva. Nella cellula virtuale un dialogo sonoro tra un avatar ed un umano e un profumo di incenso rimandano ad un luogo di meditazione futuristica.
Nell’altra, l’odore pungente della macchia mediterranea e il richiamo sonoro ad ambienti domestici rimandano alla vita all’aperto, al paesaggio e alla terra.

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