Ossa fragili come porcellana

Perchè l’osteoporosi colpisce soprattutto le donne? Passiamo la parola all’esperto…la Prof.ssa Brandi

Quali sono le caratteristiche dell’osteoporosi e l’impatto di questa patologia in termini epidemiologici? Perché l’osteoporosi colpisce soprattutto le donne?

L’osteoporosi consiste nella perdita della quantità e della qualità dell’osso con conseguente riduzione della resistenza ossea e aumentato rischio di frattura. I pazienti con osteoporosi in Italia sono stimati tra i 4 e i 5 milioni. Gli unici numeri certi riguardano le fratture di femore in pazienti con più di 65 anni; le diagnosi sono circa 100.000 ogni anno e nel 90% dei casi si tratta di pazienti con fragilità ossea. Questa malattia è prevalente nell’età avanzata ma non è solo dell’anziano. L’osteoporosi oggi non è più considerata come un processo inesorabile legato alla senescenza ma come una condizione ampiamente prevenibile. Un altro mito da sfatare è quello secondo cui le donne sarebbero le sole ad essere colpite da questa malattia. Questa credenza deriva dal fatto che le donne vanno in menopausa e tale condizione determina una perdita acuta degli estrogeni, che influenza la perdita di massa ossea. Ciò in parte risponde al vero, tuttavia anche gli uomini, seppure con diverse modalità e in misura diversa, vanno incontro a depauperamento della massa ossea con l’età. Non bisogna dimenticare che una quota di osteoporosi è genetica, pertanto sia gli uomini che le donne la ereditano, inoltre spesso essa è secondaria ad altre condizioni.

 

Quali sono i principali fattori di rischio per l’osteoporosi?

I fattori più importanti che possono segnalare la presenza di osteoporosi sono: una precedente frattura, famigliari che in passato si sono fratturati, età avanzata e una massa grassa troppo ridotta (magrezza). Espone più a rischio di fratturarsi la scarsa introduzione di calcio, assumere farmaci che danneggiano l’osso come i cortisonici o gli antiormonali, prescritti per i trattamenti del tumore al seno e della prostata, e avere malattie come l’artrite reumatoide. Vi è poi un elenco molto lungo di fattori legati alle forme di osteoporosi secondarie.

In definitiva, occuparsi di osteoporosi non significa solo visitare la donna in menopausa e fare la MOC, ma significa arrivare ad una diagnosi causale. Due segni che fanno sospettare la presenza di osteoporosi e di frattura, sono la riduzione della statura di qualche centimetro e il dolore mattutino al risveglio che tende a scomparire durante il giorno.

 

Perché è importante trattare l’osteoporosi? Oggi abbiamo le conoscenze e le risorse per affrontare in modo adeguato il problema della fragilità ossea da osteoporosi e le sue conseguenze? In che modo le terapie innovative migliorano le opportunità per prevenire il rischio fratture?

Il trattamento dell’osteoporosi dovrebbe adeguarsi alle indicazioni dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e alla disponibilità farmaci innovativi in grado di assicurare una riduzione del rischio di fratture da fragilità nei pazienti fratturati che va dal 30 al 70% a seconda del farmaco usato. Ricordiamo che dopo la prima frattura il rischio di frattura ossea aumenta di 5 volte: non trattare questi pazienti è inaccettabile. I dati di farmacoeconomia ci dicono chiaramente che il trattamento farmacologico per prevenire una nuova frattura costa molto meno che affrontarne le conseguenze.

L’impatto in termini di costi per il SSN delle fratture da fragilità e delle possibili ri-fratture è infatti molto rilevante: per avere i numeri esatti attendiamo la pubblicazione del prossimo report SCOPE, che questa volta include anche l’Italia, ma al 2010 erano almeno 7 miliardi di euro l’anno. Se riuscissimo almeno a dimezzare il numero delle ri-fratture, cosa che i nuovi farmaci consentono, l’Italia risparmierebbe una cifra enorme che si potrebbe reinvestire per la cura delle persone.

 

 

Ci sono ostacoli nell’accesso alle terapie innovative?

Oggi queste terapie possono essere prescritte solo dagli specialisti. Le terapie innovative, come ad esempio denosumab, dovrebbero invece essere a disposizione anche dei medici di medicina generale per due motivi: in primo luogo, perché le strutture ospedaliere non possono far fronte ai Piani terapeutici per un numero di pazienti tanto elevato; in secondo luogo, se i medici di famiglia non sono coinvolti nella gestione delle innovazioni terapeutiche c’è il rischio si disinteressino di una malattia di forte impatto sociale, per la sua diffusione e le sue conseguenze. Alcuni di questi farmaci, oltre a essere efficaci, presentano il vantaggio di poter essere somministrati sottocute due volte l’anno, anche a domicilio, con evidenti benefici in termini di aderenza alla terapia e qualità di vita dei pazienti.

 

Fondazione Italiana Ricerca sulle Malattie dell’Osso (FIRMO) in collaborazione con Amgen promuove ‘Il Piatto Forte’ campagna di sensibilizzazione e screening sul rischio di fratture da fragilità associata a osteoporosi: quali sono gli obiettivi?

Da oltre 10 anni FIRMO promuove conoscenza e informazione sui problemi relativi alla fragilità ossea da osteoporosi. Negli ultimi anni, anche aderendo alle direttive della International Osteoporosis Foundation, abbiamo sempre più spostato il focus sulle fratture, principale complicanza dell’osteoporosi. Nel nostro Paese il problema della fragilità ossea, che espone il paziente ad un rischio elevatissimo di nuovi eventi fratturativi, con costi insostenibili per il Servizio sanitario, è di fatto ignorato mentre per i pazienti fratturati presa in carico e continuità assistenziale dopo l’intervento chirurgico sono pressoché inesistenti.

Per tali motivi, Amgen ha invitato FIRMO a promuovere in partnership una campagna di comunicazione dedicata all’osteoporosi e alle persone con fragilità ossea che nasce con l’obiettivo di richiamare l’attenzione su tutti questi aspetti. Dopo la prima edizione che ha coinvolto alcuni capoluoghi italiani, tra i quali Catania, la seconda edizione è interamente dedicata alla Sicilia. Il nostro obiettivo è raggiungere il maggior numero di capoluoghi italiani e spesso le isole sono tagliate fuori per motivi logistici. Era quindi molto importante organizzare in Sicilia un’attività di sensibilizzazione sull’osteoporosi e su tutte le malattie ossee, aumentando la consapevolezza dei fattori di rischio tra i cittadini siciliani. È importante anche sensibilizzare la popolazione sull’importanza della prevenzione secondaria: il trattamento tempestivo dell’osteoporosi può contribuire a migliorarne notevolmente la prognosi e salvaguardare la salute delle ossa.

 

 

Nella foto la Prof.ssa Brandi

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