INFIAMMAZIONE, ANCHE LIEVE PROVOCA MALATTIE, LA DIETA MEDITERRANEA….

…….SPEGNE IL ‘FUOCO’ NELL’ORGANISMO

 

 

Eccesso di zuccheri nel sangue, obesità addominale, alterata secrezione di insulina sono tutti fattori che portano ad un unico risultato: deteminare nell’organismo uno stato di infiammazione cronico capace di danneggiare organi e tessuti.

 

La risposta infiammatoria rappresenta un meccanismo di adattamento alla vita messo in atto da tutti gli organismi viventi, compreso l’uomo. Tuttavia, la modulazione dell’intensità della risposta infiammatoria è decisiva. Se troppo blanda, essa non è in grado di attivare i meccanismi di difesa susseguenti ad un attacco patogeno. Al contrario, se incontrollata, riduce le difese immunitarie e predispone all’insorgenza di complicanze e allo sviluppo di malattie cronico degenerative.

 

“La risposta infiammatoria può essere modulata con una dieta equilibrata che preveda specifici nutrienti – interviene Alessandro Laviano, Professore Associato di Medicina Interna presso il Dipartimento di Medicina Clinica, Università Sapienza di Roma, in occasione del 3° Congresso Nazionale della Società Italiana di Nutrizione Clinica SINuC in corso a Torino – L’infiammazione rappresenta uno dei principali bersagli terapeutici della Nutrizione Clinica, intesa come disciplina che studia il rapporto tra dieta, alimenti e nutrienti, da una parte, e patologie dall’altro:  la dieta di tipo occidentale o continentale è riconosciuto stimoli un continuo stato di infiammazione, di ‘allarme’ che, a sua volta, predispone allo sviluppo di patologie cronico-degenerative1Al contrario, l’assunzione di una dieta ricca in nutrienti ad azione anti-infiammatoria, come la dieta mediterranea, ricca di fibre, cibi freschi, legumi e pesce ne riduce notoriamente il rischio”.

“Durante una malattia abbassare la risposta infiammatoria può contribuire all’efficacia della terapia farmacologica e a migliorare la prognosi – sottolinea a sua volta il professor Maurizio Muscaritoli, presidente SINuC – Nel caso dei tumori lo stato infiammatorio favorisce la crescita tumorale, la resistenza alla chemioterapia e la progressiva distruzione dello stato di nutrizione con le sue conseguenze sulla qualità di vita. L’assunzione di acidi grassi come gli omega-3, ha mostrato un effetto positivo anche sulla sopravvivenza al tumore dei pazienti con elevata risposta infiammatoria”.

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