EMERGENZA MALTEMPO: IL FONDO AMICI DI PACO………

…………..CHIEDE LA SOSPENSIONE DELLA CACCIA IN TUTTO IL TERRITORIO ITALIANO

 

 

 

Il maltempo di questo inizio autunno ha messo in ginocchio intere regioni italiane, mietendo vittime umane, ma anche centinaia, forse migliaia, di animali selvatici e anche quelli cosiddetti da reddito. Ora i sopravvissuti hanno bisogno di essere tutelati, per poter trovare fonti di sostentamento e riparo. Il Fondo Amici di Paco, associazione nazionale per la tutela degli animali, attraverso la fondatrice Diana Lanciotti ha rivolto un appello ai presidenti delle regioni più colpite, al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Interno affinché sospendano la caccia in tutto il territorio italiano.

«Non c’è bisogno di aggiungere altre parole a quelle di dolore e sconforto che sono state dette e scritte in questi giorni», commenta la Lanciotti. «La catastrofe umana e ambientale da cui siamo stati colpiti è davvero pesante. Dico “siamo stati colpiti” perché, anche se non siamo stati direttamente toccati, come italiani e come persone non possiamo non sentirci coinvolti in questa grande tragedia che ha devastato il nostro territorio. Da giorni sono tempestata di richieste da parte dei nostri sostenitori perché mi faccia portavoce del loro dolore ma anche del loro timore: che, nonostante la situazione di emergenza che ha messo in ginocchio tante zone d’Italia, non si abbia il cuore e il buon senso di sospendere la caccia per salvaguardare tante vite già provate dai disastri ambientali (oltretutto, ricordiamolo, in buona parte provocati dall’uomo). Perciò ho scritto una lettera (pubblicata anche sul sitowww.dianalanciotti.it, n.d.r.) ai Presidenti delle regioni più colpite, ma anche al Ministro dell’Interno e al Presidente del Consiglio perché, tutti insieme, si attivino per sospendere la caccia su tutto il territorio nazionale. Sarebbe un segno di rispetto per la natura e l’ambiente, ma anche per la sensibilità di tutte le persone preoccupate per le sorti di tanti animali selvatici in pericolo, privati del loro habitat, terrorizzati, indeboliti. Per quanto riguarda i cacciatori, che spesso giustificano l’attività venatoria con il desiderio di “praticare uno sport” o di “mantenere l’equilibrio in natura”, credo che il loro desiderio troverebbe un’utilissima applicazione se si dedicassero a portare aiuto alle popolazioni colpite dal maltempo. Chissà, magari scoprirebbero che c’è un modo meno crudele ma più costruttivo e solidale di muovere le mani e di impiegare tempo ed energie.»

Autrice di 18 libri venduti in migliaia di copie, la Lanciotti ha trattato il problema della in due suoi grandi successi: La vendetta dei broccoli, un “giallo vegetariano” in cui la barbarie della caccia e degli allevamenti intensivi fa da sostegno a una storia avvincente, grazie alla quale la Lanciotti è riuscita a far riflettere tante persone sulle proprie abitudini alimentari, provocando delle vere e proprie “conversioni” al vegetarismo e comunque a una visione molto più rispettosa degli animali e del “mondo che ci circonda e accoglie”, come lei stessa lo definisce. Con Mamma storna ha invece raccontato la sua esperienza di “mamma” di uno storno caduto dal nido: una storia per riflettere su quanto la caccia sia iniqua e crudele e sul fatto che “nessuno è così umile o piccolo da non aver qualcosa da insegnare a chi è (o crede di essere) più grande di lui”.

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