SMARTPHONE E SOCIAL NETWORK PER COMBATTERE LO SCOMPENSO CARDIACO

Per arginare la malattia si punta sul tele-monitoraggio degli ammalati e sull’utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione per la prevenzione.
Lo scompenso cardiaco è stato definito “la nuova pandemia”. Una patologia cronica che in Italia conta circa 600.000 pazienti e che sfida i sistemi sanitari per l’elevata frequenza di ri-ospedalizzazioni e l’alto assorbimento di risorse e che oggi, grazie anche nuove tecnologie, può essere tele-monitorata.
Lo scompenso cardiaco è la condizione di incapacità del cuore a pompare quantità di sangue adeguate alle necessità dell’organismo, determinando l’accumulo di liquidi (acqua) a livello degli arti inferiori, dei polmoni e in altri tessuti. Intorno ai 65 anni lo scompenso cardiaco rappresenta la prima causa di ricovero ospedaliero e dopo questa soglia anagrafica, la frequenza raddoppia a ogni decade di età fino ad arrivare a punte anche del dieci per cento circa dopo i settant’anni.
Tramite smartphone è oggi possibile il tele-monitoraggio dei pazienti affetti da questa patologia: con una “App” è possibile registrare, trasmettere, archiviare e interpretare i parametri cardiocircolatori (segnali ECG, frequenza cardiaca, pressione arteriosa, saturazione di ossigeno) e immagini diagnostiche (ecocardiografia, tomografia computerizzata, risonanza magnetica cardiaca, medicina nucleare, angiografia coronarica).
Una delle armi contro lo scompenso cardiaco è la prevenzione che oggi passa anche dai social network, strumento che può contribuire efficacemente a potenziare la diffusione delle campagne informative incentrate sull’adozione di uno stile di vita sano (smettere di fumare, praticare regolare attività fisica, monitorare costantemente la pressione arteriosa, limitare l’uso di caffeina e alcol, riservare al sonno e al riposo un numero adeguato di ore).
Di questi  strumenti tecnologici, delle nuove terapie farmacologiche e dell’integrazione interdisciplinare, se ne parlerà il 30 novembre e il 1 dicembre, all’Opificio Golinelli di Bologna, al convegno “Scompenso cardiaco 2018”, coordinato dal Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Cardiologia dell’Ospedale Bellaria di Bologna, Stefano Urbinati.
“Vogliamo fare il punto sullo stato di avanzamento delle conoscenze e sui trattamenti raccomandati in un’epoca in cui alle evidenze dei trial si sovrappongono quelle dei registri e dei big data – spiega Urbinati -. Si parlerà dei marcatori, dei test di imaging per raffinare la diagnosi, senza trascurare il ruolo della cardiochirurgia, dell’assistenza meccanica e del trapianto”.

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