La Fondazione Marchese in visita alla Pinacoteca di Brera

Dal 5 febbraio al 24 febbraio 2019 la Pinacoteca di Brera di Milano ospita un nuovo appuntamento della serie dei dialoghi, le piccole mostre che propongono focus sui capolavori della collezione.

 

 

 

Questa volta il dialogo, l’ottavo della serie, s’intitola Attorno alla Cena in Emmaus. Caravaggio incontra Rembrandt, che mette a confronto due capolavori assoluti della storia dell’arte: La Cena in Emmaus di Caravaggio (Milano, 1571 – Porto Ercole, 1610), una delle opere più significative del museo (sarà peraltro oggetto di un consistente approfondimento nel primo numero del trimestrale cartaceo di Finestre sull’Arte, e La Cena dei pellegrini di Emmaus di Rembrandt (Leida, 1606 – Amsterdam, 1669), straordinario dipinto del maestro olandese proveniente dal Musée Jacquemart-André di Parigi.

La Cena in Emmaus torna a Milano dopo essere esposta alla mostra di Parigi Caravage à Rome. Amis et ennemis, del Musée Jacquemart-André dal 21 settembre 2018 al 28 gennaio 2019. Lo scambio tra le due cene, frutto di un accordo tra le due istituzioni, aveva visto il quadro di Rembrandt prendere temporaneamente il posto di Caravaggio, mentre ora sarà possibile eccezionalmente ammirarle per la prima volta insieme in sala XXVIII in un inedito dialogo, il primo dopo la ristrutturazione completa delle sale della Pinacoteca di Brera. Si tratterà quindi di un raffronto mai visto, la comparazione tra due quadri di identica ispirazione nelle esecuzioni di due maestri della luce.

L’OPERA

La Cena in Emmaus è un dipinto a olio su tela (141×175 cm), realizzato nel 1606 dal pittore italiano Michelangelo Merisi, noto come Caravaggio. Conservato nella Pinacoteca di Brera di Milano, raffigura l’episodio del Vangelo di Luca (Lc 24,13-35).

Fu realizzato da Caravaggio a Palestrina o a Zagarolo, feudi dei suoi protettori Colonna, subito dopo essere scappato da Roma per l’assassinio di Ranuccio Tommasoni. Come racconta il suo biografo, Bellori, fu commissionata dal marchese Patrizi; si trattava quindi di un’opera destinata alla devozione privata.Identificato nella Collezione dei marchesi Patrizi nel 1912, pervenne a Brera, nel 1939, donato dall’Associazione “Amici di Brera”.

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