Diete chetogeniche: c’è bisogno di formazione

Si parla sempre più spesso della dieta chetogenica associata ora a dimagrimenti miracolosi, ora a rischi per la salute legati all’eccessiva assunzione di proteine. Il web e il passaparola possono essere lo spunto per pericolosi rimedi fai da te. Ma occorre fare chiarezza anche all’interno della comunità scientifica e questo è uno degli obiettivi de L’Accademia della Dieta (www.accademiadelladieta.it) che si fa promotrice a Firenze, il prossimo 16 marzo dalle ore 9 alle 13, di un focus scientifico dedicato a medici e nutrizionisti sull’applicazione della dieta chetogenica con particolare attenzione nel caso dei pazienti complessi, ovvero affetti da patologie come diabete, insufficienza renale e scompensi cardiocircolatori.

Spiega Giovanni Spera (nella foto), Endocrinologo, già Ordinario di Medicina Interna dell’ Università di Roma La Sapienza e Direttore responsabile diAccademia della Dieta: “La VLCKD, Very Low Calorie Ketogenic Diet, nota al pubblico come dieta chetogenica, è un protocollo innovativo che non prevede – come erroneamente ritenuto- l’assunzione in eccesso di grassi animali né di proteine, ma una loro normale quota ad alto valore biologico, associata ad alimenti funzionali (nutraceutici) che compensano i micronutrienti necessari all’organismo durante questa fase di dimagrimento. La VLCKD consente di “rimettere in ordine” il metabolismo, di curare l’obesità e il diabete di tipo 2 e quindi più in generale la “Diabesità”. Ma è fondamentale che il paziente, in particolare quello diabetico e nefropatico, intraprenda la cura in un percorso prescritto da un medico.”

Sappiamo benissimo che far fare una dieta a un paziente normale è un conto, farla fare a un paziente diabetico, che magari ha anche un’insufficienza renale è un altro – commenta Adriano Bruci, Dirigente Medico U.O. Nefrologia e Dialisi Ospedale la Gruccia di Montevarchi (AR), tra i relatori della giornata.“Su pazienti complessi la dieta Chetogenica funziona perché non influisce sulle terapie farmacologiche (insulina, anticoagulanti, antiaritmici). E’ un protocollo sicuro, in cui il carico proteico e i nutrienti sono bilanciati e dove non si ha un sovraccarico sui reni. Approcciare pazienti complessi da un punto di vista nutrizionale è molto importante. Se dovessi dire dalla mia esperienza, lavorerei più sulla nutrizione che sull’aspetto farmacologico. La dieta VLCKD ad esempio blocca l’insulina e serve per perdere grasso, una cosa utile a tutti, mantenendo la massa muscolare”. La VLCKD, secondo recenti studi, tra cui lo Studio DIRECT condotto in UK (https://www.directclinicaltrial.org.uk/), è una vera e propria terapia dietologica che mette insieme la Nutraceutica e la Chetosi, un meccanismo naturale dell’organismo che si “attiva” per bruciare grassi quando si fa a meno di carboidrati. “Studi come quelli condotti in UK – commenta il Dottor Bruci – rappresentano delle prove scientifiche secondo le quali i pazienti diabetici, se perdono molto peso, possono “rimettersi” dal diabete, ovvero fare in modo che la malattia cronica receda, fino a scomparire”.

 

 

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