A Bologna la IX edizione del Congresso Nazionale della Società Italiana di Nutraceutica

Da Giovedì 30 maggio a sabato 1 giugno presso il Savoia Hotel Regency di Via del Pilastro, 2 a Bologna

I trend demografici mostrano come la popolazione italiana e dei paesi occidentali si stia spostando verso una prevalenza di soggetti in età matura ed anziana in discrete condizioni di salute che vogliono a diritto mantenersi sani e attivi negli anni a venire, senza necessariamente ricorrere ad approcci farmacopreventivi. In questo contesto l’attenzione della comunità e dei professionisti della salute per quanto riguarda le potenziali applicazioni preventive di una integrazione dietetica mirata con nutraceutici ha uno sviluppo rapidamente crescente. Tale crescita è testimoniata dall’aumento di aziende che si occupano di nutraceutica (con conseguenti potenzialità di impiego), dall’aumento del fatturato globale correlato all’acquisto di questi prodotti da parte di pazienti e persone sane, e dall’aumento costante di progetti di ricerca ed articoli scientifici che svelano le potenzialità di questi prodotti. In area preventiva, fra le aree di maggiore interesse vi è quella della gestione dei principali fattori di rischio cardiometabolici, quando essi siano, come nella maggior parte della popolazione generale, a livelli subottimali che non indicano un approccio farmacoterapico immediato. Infatti all’interno della fascia di popolazione che necessita di un intervento di prevenzione per ridurre il rischio cardiovascolare vi è una ampia casistica di pazienti moderatamentepercolesterolemici/ipertesi/iperglicemici/sovrappeso a rischio intermedio o in fasce di età in cui la somministrazione di farmaci specifici ha un rapporto rischio/beneficio ancora da determinare con precisione (es.: bambini, adolescenti, donne in età fertile senza altri fattori di rischio associati) che potrebbero giovarsi di una supplementazione alimentare con integratori o prodotti con principi attivi di origine naturale che facilitino la normalizzazione di questi parametri senza che il paziente si veda legato all’assunzione di un farmaco, con l’impatto psicologico che questo comporta per l’individuo ed economico per il SSN. Inoltre, tali prodotti possono entrare a far parte di una terapia di associazione con farmaci ipolipemizzanti in soggetti a rischio più elevato. Nella scelta prescrittiva di un integratore alimentare vanno poi considerate diverse caratteristiche quali patologia metabolica del paziente, co-morbidità e co-terapie del paziente, evidenze scientifiche di efficacia e sicurezza del prodotto, e qualità farmaceutica del prodotto commercialmente reperibile. Discorso analogo vale per l’ipertensione arteriosa. Il tutto ovviamente dovrà essere contestualizzato in diete disegnate ad hoc per massimalizzarne l’efficacia, eventualmente considerando anche diete di “attacco” come la VLCD o chetogenica, per riportare il soggetto ad una condizione più gestibile con l’approccio integratoristico. Il razionale di un convegno mirato all’aggiornamento scientifico all’approfondimento di queste tematiche si basa su diversi presupposti: la popolazione generale è particolarmente attratta da questo tipo di approccio e chiede spesso suggerimenti al personale sanitario; inoltre le conoscenze scientifiche su questi argomenti sono per lo più di recente acquisizione e la mancanza di una corretta informazione comporta il rischio sia di una sovrastima sia di una sottostima delle potenzialità di un approccio terapeutico basato sui nutraceutici e functional foods in ambiti di medicina preventiva.

INFORMAZIONI GENERALI: www.sinut.it

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