PRESENTATO OGGI A ROMA, PRESSO LA SALA DELLA REGINA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, IL NUOVO LIBRO DI MARCO VECCHIETTI…………

…………………“LA SALUTE È UN DIRITTO. DI TUTTI. RIFLESSIONI E PENSIERI SUL FUTURO DEL SISTEMA SANITARIO ITALIANO.”

“L’azienda “Salute Italia” è un investimento per il nostro Paese e non può continuare ad essere considerata un costo”. È forte e chiaro il messaggio che Marco Vecchietti lancia nel corso della presentazione del suo ultimo libro, “La Salute è un Diritto. Di Tutti”, edito da Egea, svoltasi oggi a Roma presso la Sala della Regina della Camera dei Deputati.
“Esiste una profonda incompatibilità tra un sistema sanitario universalistico e la necessità strutturale che i soggetti più fragili debbano integrare individualmente le spese per le proprie cure. Sono 8,1 milioni gli italiani (13,5%) che oggi non hanno più la possibilità di essere assistiti dallo Stato nei loro percorsi di cura ed il trend non sembra rallentare. Introducendo in modo organico un “Secondo Pilastro Sanitario Integrativo” si “raddoppierebbe” il diritto alla salute degli italiani che non sarebbero più costretti a subire le lunghe attese del Servizio Sanitario Nazionale per una visita o un intervento chirurgico, offrendo un’altra via possibile oltre a quelle del pagamento di tasca propria e per intero delle cure sanitarie o addirittura, ancora peggio, della rinuncia alle cure.
La tenuta del Sistema Sanitario Italiano dipende infatti dalla sua capacità di affrontare con efficacia le importanti sfide in campo demografico, economico e sociale che attendono il nostro Paese nei prossimi anni. In questa prospettiva, è cruciale pianificare un “robusto tagliando” del Servizio Sanitario Nazionale che affronti strutturalmente i temi del finanziamento, della qualità e dell’accessibilità delle cure per recuperare le “quote di universalismo perdute” in questi anni e ripristinare la capacità redistributiva del sistema.
È necessario promuovere quindi una cultura del Secondo Pilastro anche in sanità, da aggiungere al SSN, per realizzare un sistema sanitario più sostenibile, più equo e più inclusivo in grado di garantire una risposta sicura per la nostra salute e per quella delle generazioni future. È indispensabile considerare la salute non più come un costo, ma come un investimento favorendo l’empowerment e la responsabilizzazione dei cittadini, puntando su di una riorganizzazione del modello di erogazione delle prestazioni sanitarie e supportando politiche di prevenzione diffusa.
Più di 7 italiani su 10 (73%) infatti ogni anno pagano di tasca propria almeno una prestazione sanitaria con una Spesa Sanitaria Privata complessiva che sfiora i 40 miliardi di euro. Il fenomeno, in costante espansione (+9,9% tra il 2013 ed il 2018), riguarda 2 italiani su 3 (quasi 44 milioni di persone) con un esborso medio di circa 655 euro per cittadino. Nel 2018 sono state oltre 150 milioni le prestazioni sanitarie erogate. *Fonte: La Salute è un Diritto. Di tutti. su dati RGS – Corte dei Conti.
La spesa sanitaria privata è la più grande forma di disuguaglianza in sanità perché diversifica le possibilità di cura esclusivamente in base all’entità del reddito disponibile da parte di ciascun cittadino. Un sistema sanitario che ambisca ad essere effettivamente universalistico è incompatibile con una necessità strutturale di integrazione «individuale» pagata direttamente dai cittadini malati o più deboli.
In costante aumento anche le disparità a livello territoriale non solo di natura assistenziale (breve periodo) ma anche con riferimento agli indicatori di salute (medio/lungo periodo). Fenomeno questo aggravato dalla carenza strutturale di risorse e di investimenti in alcune aree del Paese che finisce per alimentare anche il flusso delle migrazioni sanitarie dalle Regioni del Sud verso le Regioni del Nord.
Si consideri che la speranza di vita alla nascita al centro-nord è superiore in media di oltre 1 anno rispetto al sud in entrambi i sessi (maschi Campania=74 anni vs 76 anni Lombardia; femmine Campania =80 anni vs 83 Lombardia); la speranza di vita a 65 anni senza limitazioni a sud è inferiore di 2 anni per i maschi e di 2,5 anni per le femmine. Forti differenze territoriali anche nei fattori di rischio per le malattie croniche. Nel sud record di: fumatori (uomini), di sovrappeso ed obesi (obesità infantile) e di sedentari (Sicilia, Campania, Puglia…). In questo conteso la vera sfida non sembra essere quella di avviare il «regionalismo differenziato» quanto quella di gestire le differenze regionali.
“A partire dal 2025 – prosegue Vecchietti – il fabbisogno assistenziale della popolazione richiederà un incremento della spesa sanitaria di almeno ulteriori 20 miliardi (fonte RGS). Per non incrementare ulteriormente l’ammontare medio procapite della spesa sanitaria finanziata di tasca propria bisognerebbe ridurre di circa 1/3 gli attuali LEA messi a disposizione della popolazione o per mantenerli inalterati bisognerebbe aumentare il contributo pagato di tasca propria dagli italiani per le cure private da 580 euro a testa a 1074 euro pro capite.
Il Servizio Sanitario Nazionale negli ultimi 10 anni ha infatti ridotto la propria capacità assistenziale di oltre il 10% (dal 97,6% all’86,5%). A farne le spese sono stati 8,1 milioni di italiani (13,5%), prevalentemente i cittadini già ammalati (i cronici, in particolare), quelli a basso reddito, le donne ed i non autosufficienti. In quest’ottica ad essere a rischio è la stessa funzione storica di coesione sociale del Servizio Sanitario Nazionale per effetto di un contingentamento progressivo delle risorse che alimenta un ricorso crescente al pagamento di tasca propria delle cure da parte dei cittadini e disuguaglianze territoriali sempre più marcate.
Diversi gli spunti e le aree d’intervento evidenziate da Vecchietti nel volume:
In primo luogo, secondo l’autore, occorre ridefinire gli ambiti prioritari di tutela del Servizio Sanitario Nazionale, superando il sistema dei Livelli Essenziali di Assistenza «onnicomprensivi» per passare ad un sistema di Livelli Effettivi di Assistenza.
Quindi innovare gli strumenti attuativi del Sistema Sanitario del nostro Paese diversificandone le fonti di finanziamento sulla base delle migliori esperienze di Welfare a livello europeo (multi-pilastro) per mantenerne intatti i principi fondanti: universalismo, uguaglianza e sostenibilità, e rideterminare il perimetro di azione dell’attuale Sanità Integrativa con un allineamento sull’attuale perimetro della Spesa Sanitaria privata.
E ancora, istituzionalizzare la Sanità Integrativa per assicurare, nell’ambito di un sistema a «governance pubblica» e gestione privata, una gestione «collettiva» alla Spesa sanitaria delle Famiglie attraverso un’intermediazione strutturata da parte di un Secondo Pilastro Sanitario Complementare da affiancare al Servizio Sanitario Nazionale, in continuità con l’impostazione già seguita nel settore previdenziale con riferimento ai Fondi Pensione, alimentare il Reddito di Salute con un prelievo di scopo a valere sui versamenti complessivi destinati alla Sanità Integrativa per sviluppare un sistema di Assicurazione Sociale diffusa per le categorie non in grado di accedere autonomamente al Secondo Pilastro Sanitario e sviluppare i Fondi Sanitari Territoriali per un Regionalismo Differenziato «non diseguale» al fine di dare attuazione a politiche sanitarie integrate pubblico – privato che possano garantire una funzionalizzazione delle risorse gestite dalla Sanità Integrativa all’innalzamento dell’accessibilità alle cure (e.g. mediante una gestione integrata delle Liste di Attesa), al riavvicinamento dei gap assistenziali tra i diversi Servizi Sanitari Regionali (anche mediante investimenti mirati in ciascun territorio).
E per concludere sarà essenziale sviluppare politiche sanitarie integrate pubblico – privato a livello territoriale che garantiscano una funzionalizzazione delle risorse gestite dalla Sanità Integrativa alla promozione ed alla tutela della Salute pubblica attraverso l’integrazione degli Erogatori Privati (strutture sanitarie) e dei Terzi Paganti (Fondi e Compagnie Assicurative) in una prospettiva di Secondo Pilastro Sanitario Complementare per TUTTI i cittadini anche in un’ottica di gestione sinergica con il S.S.N. delle Liste di Attesa, di «circolarità» delle informazioni sanitarie (Fascicolo Sanitario Elettronico Integrato) e di supporto agli Investimenti sanitari in ciascun territorio).
“I bisogni di cura dei cittadini – conclude Vecchietti – sono cambiati. Bisogna chiedersi, a questo punto, se lasciare i cittadini di fronte alla scelta di pagarsi da soli (quando il proprio reddito glielo consente) le prestazioni sanitarie aggiuntive di cui hanno bisogno o creare un Secondo Pilastro Sanitario Complementare che garantisca a tutti, nel rispetto dei medesimi valori fondanti del Servizio Sanitario Nazionale, uguali condizioni di accesso ai nuovi bisogni di cura. Continuare a non prendere una posizione su questo tema vuol dire rimanere coerenti «in teoria» con un’impostazione – ormai superata dai fatti – che vede nel Servizio Sanitario Nazionale l’unico interlocutore per la Salute dei cittadini accettando, tuttavia, «nella pratica» un’inesorabile erosione del Diritto alla Salute dei cittadini…
L’Autore
Marco Vecchietti ha un’esperienza ventennale nel campo del settore assicurativo, della sanità integrativa e della previdenza complementare, che l’ha portato a ricoprire diversi ruoli apicali e a collaborare con le più importanti realtà del settore.
Laureato in giurisprudenza con Master di specializzazione per giurista d’impresa, è autore di numerosi studi e pubblicazioni realizzate in collaborazione con autore¬voli Istituti di Ricerca (quali la Fondazione Censis, la SDA Bocconi, la LUISS, il MEFOP) e di diversi articoli pubblicati dalle principali riviste del settore (Il Sole 24 Ore, Quotidiano Sanità) sulla sanità pubblica, privata ed integrativa, sui fondi sanitari, su non autosufficienza, previdenza ed assistenza. È uno dei principali autori del Rapporto RBM-Censis sulla Sanità pubblica, privata ed inter¬mediata in Italia giunto alla sua ottava edizione che, annualmente, fa il punto sulla situazione del sistema sanitario italiano. È membro della task force internazionale “Health&Care” dell’European Association of Paritarian Institutions (AEIP), che si occupa di monitorare le principali esperienze occupazioni e bilaterali a livello europeo nel settore del welfare con¬trattuale anche al fine di un’interlocuzio¬ne diretta con le Istituzioni Comunitarie, dello Steering Committee dell’Osservato¬rio sui Consumi Privati in Sanità (OCPS) presso la SDA Bocconi e della Fondazione ANIA, costituita nel 2004 dalle Compagnie per promuovere la funzione di protezione e sicurezza sociale del settore assicurativo.
La sua attività di ricerca e divulgazione apporta un contributo costante alla sempre più attuale tematica del welfare integrativo.
Nel 2016 e nel 2017 è stato nominato “Personalità Assicurativa dell’Anno” dalla Giuria Internazionale di European Pension & Health. Sempre nel 2017 ha ricevuto il Premio Executives “per il Contributo allo Sviluppo della Sanità Integrativa in Italia” dalla Giuria indipen-dente dell’Italy Protection Forum.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *