Catania. Domani taglio del nastro per la nuova area di alto isolamento in Malattie Infettive dell’ospedale Cannizzaro
Una nuova Area di alto isolamento per il rischio infettivo, unica nel Sud Italia, è stata realizzata dall’Azienda ospedaliera per l’Emergenza Cannizzaro. La struttura, afferente all’Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive, sarà presentata domani, alle ore 10, nel corso di un incontro al Centro Congressi (edificio P). E’ previsto – tra le altre autorità – l’intervento del Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, dell’Assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, del Sindaco di Catania Salvo Pogliese e del Rettore dell’Università di Catania Francesco Basile.
“La nuova area – spiega Salvatore Giuffrida, Direttore Generale dell’Azienda Cannizzaro – è dotata di undici posti di alto isolamento, di cui uno riservato a patologie ad alta diffusibilità, al fine di intervenire efficacemente in un’eventuale problematica emergenziale. La struttura prevede, infatti, l’accesso diretto del paziente potenzialmente infetto che, non transitando dal Pronto Soccorso, eviterà il rischio di compromettere la salute di altri pazienti”.
“Grazie alla pronta adesione da parte del Governo Regionale al progetto della Direzione Aziendale – afferma Carmelo Iacobello, direttore dell’UOC di Malattie Infettive – si offre all’utenza di un ampio territorio la possibilità di affrontare adeguatamente le emergenze infettive, oggi rappresentate dalla recrudescenza di patologie antiche come la tubercolosi”.
Tra gli scenari più preoccupanti, secondo gli esperti, l’aumento esponenziale di infezioni resistenti agli antibiotici, determinato anche e soprattutto dal loro uso improprio. Per questo l’Azienda Cannizzaro ha istituito già l’anno scorso, prima in Italia, l’Unità Operativa Semplice di Antimicrobial Stewardship, con il compito, come spiega il suo responsabile Giuseppe Liberti, “di operare nei reparti valutando l’appropriatezza prescrittiva della terapia antibiotica, al fine di arginare l’ondata di germi multi resistenti che trovano terreno fertile proprio a causa dell’uso non sempre mirato di farmaci antimicrobici”.