I segni del tempo non spaventano le donne italiane: per il 65% rughe e linee sottili raccontano chi sono  

Le rughe spaventano veramente le donne italiane? Secondo un’indagine realizzata da Kleresca la risposta è no. Per il 17% delle donne intervistate dall’azienda attiva nel settore dermatologico i segni del tempo non sono un problema e non c’è motivo di nasconderle. La maggioranza, il 65%, arriva a dichiarare che le rughe rappresentavano la propria identità e quello che desidera è una pelle sana.

 

Guardando ai dati per fascia d’età, sorprende constatare un approccio più sereno con le proprie rughe e linee sottili da parte delle donne tra i 46 e i 65 anni rispetto alle più giovani tra i 36 e i 45. Le prime si riconoscono nei propri segni del tempo nel 75% dei casi, contro il 53% delle seconde.

 

“Anche se i primi accenni di linee sottili e rughe continuano a preoccupare le donne più giovani, la tendenza che stiamo osservando negli ultimi anni è di un’attitudine positiva nei confronti dei naturali segni del tempo a cui corrisponde un’attenzione maggiore verso la generale salute del viso”, spiega il dottor Gianluigi Simonelli, specialista dermatologo. “Oggi la parola d’ordine non è ‘cancellare’ ma bensì ‘attenuare’, in una cornice più ampia di benessere della pelle”.

 

Per quasi la totalità delle donne intervistate è infatti abbastanza (35%) o molto (65%) importante avere una pelle del viso in salute, luminosa e tonica, indipendente dall’età. E, nel caso non si fosse soddisfatte delle texture e dell’aspetto della cute, il 33% delle donne sarebbe disposto a ricorrere a trattamenti dermatologici o chirurgici, mentre il 34% sarebbe contrario e il 33% ammette di non averci mai pensato. Anche in questo caso, si nota un approccio diverso in base all’età: tra le donne che dichiarano di avere le rughe, la fascia d’età 36-45 sarebbe disposto a sottoporsi a procedure nel 59% dei casi, contro il 30% della fascia 46-65.

 

Rispetto a cinque anni fa, oggi da un trattamento ci si aspetta come risultato un aspetto più naturale: lo sostiene il 93% delle intervistate. Per questo motivo, il rischio di un gonfiore eccessivo di labbra e zigomi terrebbe lontano il 59% delle donne dal filler, mentre il 31% indica invece gli effetti sull’espressione del viso. La tossina botulinica è vista con sospetto dal 43% delle intervistate sempre per le possibili conseguenze sull’espressività del viso, mentre il 46% è più preoccupato per effetti collaterali come cefalea ed eritema.

 

Non aver effetti collaterali è la caratteristica più importante di trattamento per la pelle secondo il 43% delle donne che hanno preso parte all’indagine di Kleresca, mentre per il 16% non deve generare dolore o fastidio. Il 37% delle intervistate si aspetta che dia risultati in tempi brevi e il 4% desidera che nessuno si accorga che lo si è effettuato.

 

“Pelle radiosa, aspetto sano, segni del tempo attenuati, pochi effetti collaterali, zero fastidio e risultati immediati: difficile coniugare tutte queste necessità in un unico trattamento, ma anche in campo estetico la ricerca ha portato a interessanti innovazioni”, commenta Simonelli. “Tra le più recenti, la tecnologia biofotonica offre risposta a molte richieste in ambito di trattamenti di skin rejuvenation”.

 

 

 

Questa tecnologia sfrutta la luce, sottoforma di energia luminosa fluorescente, per riattivare e stimolare i naturali processi biologici delle cellule della cute.

 

“L’energia luminosa fluorescente ha un’elevata sicurezza, con un fastidio minimo e pochi effetti collaterali transitori”, aggiunge Simonelli. “I risultati, in termini di pelle più tonica e radiosa, si notano già dal primo dei quattro appuntamenti previsti, con un miglioramento nel lungo periodo della texture e della qualità globale della cute”.

 

Note sull’indagine

L’indagine è stata condotta dall’ufficio studi di Demetra su commissione di Kleresca® su un campione rappresentativo di oltre 1000 persone over 18 anni residenti in Italia. 

 

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