ALZHEIMER: STUDIO SU OLEUROPEINA E GLUTATIONE BIODISPONIBILE CONTRO LA NEURODEGENERAZIONE

Un anno per testare una nuova strada contro l’Alzheimer. L’Istituto San Giovanni Di Dio Fatebenefratelli di Genzano (Roma) e Igea Pharma NV, healthtech company, attiva nella prevenzione dell’Alzheimer e del Diabete di tipo 2, hanno avviato uno studio neuropsicologico sull’efficacia di un nuovo integratore alimentare nel trattamento dei disturbi cognitivi e comportamentali come sintomi della malattia di Alzheimer.

Si tratta di uno studio in cross-over che coinvolge 40 soggetti con forme lievi di demenza di Alzheimer per un periodo di 12 mesi che assumeranno l’integratore Alz1 Tab (Euvitase), a base di Oleuropeina e Glutatione biodisponibile. Si intende dimostrare, con evidenza scientifica, come l’assunzione di antiossidanti possa contribuire a ridurre l’incidenza della malattia di Alzheimer. L’Oleuropeina – fenolo contenuto nell’olio di oliva – e il Glutatione biodisponibile hanno già dimostrato sia in vitro che su modelli animali, la capacità di ridurre l’aggregazione e la tossicità della peptide beta amiloide, suggerendo un loro potenziale ruolo protettivo nei confronti della neurodegenerazione associata all’invecchiamento cerebrale patologico dell’Alzheimer.

“La malattia di Alzheimer – spiega il professor Massimo Marianetti, Direttore medico scientifico Centro Alzheimer – è sicuramente una delle grandi sfide sanitarie del XXI secolo. Sono sempre stato in prima linea accanto ai pazienti e alle loro famiglie con tenacia e spirito di innovazione. Per questo credo molto in questo progetto”. “Questo studio rappresenta per noi un importante passo avanti sul cammino intrapreso da Igea Pharma NV – spiega Diego Mortillaro, ceo di Igea Pharma NV – da anni investiamo in ricerca per offrire alle persone nuovi strumenti di contrasto a malattie gravi come l’Alzheimer; siamo inoltre convinti che sia il momento storico giusto per concentrare sempre di più gli sforzi del settore pubblico e privato in direzione della prevenzione, il vero futuro della medicina moderna”.

 

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