IL TURISMO DELLA BELLEZZA È IL NUOVO FENOMENO

In Corea del Sud per una Rinoplastica, in Grecia per una iniezione di Tossina Botulinica, in Turchia per un trapianto di capelli, in Brasile per una Liposuzione o in India per una Mastoplastica.

E ancora: Costa Rica, Messico, Turchia e Taiwan. Il settore dei viaggi all’estero alla ricerca del «ritocchino» low-cost, abbinati a pacchetti turistici all inclusive, si sta sviluppando rapidamente. Il mercato del turismo sanitario, che comprende anche le operazioni di chirurgia estetica, vale 87,5 miliardi di dollari (dati «Patients beyond Borders»).

Naturalmente, viaggiare all’estero per interventi di chirurgia estetica non è privo di rischi: un’Addominoplastica e una tequila all’alba su una spiaggia tropicale non sempre vanno d’accordo, nonostante le politiche di marketing sempre più invasive, anche grazie ai social, dei pacchetti vacanza «all inclusive», sole-mare-sabbia-silicio.

«La chirurgia estetica non può essere low-cost, spiega il Prof. Carlo Gasperoni, docente al Master di Chirurgia Estetica della Faccia dell’Università Tor Vergata di Roma.È una chirurgia “reale” ed invasiva. I lunghi voli, molto stressanti per chi si è sottoposto a un intervento, il recupero post-trattamento e il semplice fatto di essere soli in un luogo lontano, sono fattori “di rischio”: i pacchetti e le offerte speciali possono incoraggiare le persone a prendere decisioni affrettate sugli interventi chirurgici, i quali possono portare ad una minore considerazione dei rischi e, tutto ciò, aumenta le possibilità di non essere soddisfatti del risultato finale».

Come per ogni operazione, anche nel caso di interventi estetici esiste il rischio che insorgano complicazioni come infezioni o ferite non cicatrizzate, indipendentemente dal fatto che si subisca l’intervento in patria o all’estero. C’è poi il fattore tempo: se l’operazione non è seguita da costanti e continue cure di follow-up, potrebbero essere necessarie molte settimane prima che il paziente possa tornare ad una vita normale, con gravi ripercussioni a livello professionale e sociale.

«Se si sceglie di sottoporsi ad un intervento di chirurgia estetica nel proprio Paese il chirurgo plastico fornirà al paziente la necessaria assistenza post operatoria e la gestione delle complicanze», precisa il Prof. Carlo Gasperoni. Questa garanzia non può essere facilmente fornita quando si viaggia all’estero. In caso di problemi post-operatori dopo che il paziente è tornato a casa, il suo medico potrebbe non essere in grado di accedere alla sua cartella clinica, comprendere i dettagli dell’intervento ed erogare le giuste e corrette prestazioni sanitarie, con il rischio di dover pagare le cure post-operatorie, spendendo di più di quanto avrebbe speso se avesse scelto di sottoporsi all’intervento chirurgico in Italia».

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