Ripartenza: presentato “Salutiamoci bene”, la socialità del post lockdown

Un’idea sviluppata dagli studenti della Luiss con il contributo di altri 6 atenei italiani

È una nuova forma di saluto per accorciare le distanze emotive mantenendo quelle fisiche. Tra le
tante nuove abitudini che impareremo a conoscere nella graduale uscita dal guscio in cui ci ha
relegato per mesi la pandemia si farà spazio anche un codice di riconoscimento gestuale che
sostituirà, almeno per un po’, le strette di mano e lo scambio di baci. Il progetto “Salutiamoci
bene”, è frutto di uno studio basato sui principi delle neuroscienze e vuole tutelare la salute
dell'individuo, ma anche la sua naturale propensione alla socialità. Promosso da alcuni studenti
della Luiss Guido Carli, che hanno realizzato un cortometraggi o animato e un vi deo-tutorial ,
“Salutiamoci bene” coinvolge allievi provenienti da altri 6 atenei italiani (Università La Sapienza di
Roma, Accademia delle Belle Arti di Bologna, Accademia delle Belle Arti Macerata, Accademia
delle Belle Arti di Roma, Conservatorio di Musica “Luigi Canepa” di Sassari, Università degli Studi
Roma Tre), coordinati da Angelo Monoriti, avvocato e docente di negoziazione alla “Luiss”,
ideatore e promotore dell'iniziativa, e da Maria Rita Parsi, psicopedagogista e piscoterapeuta,
presidente della Fondazione Movimento Bambino ONLUS.
Come precisato da Angelo Monoriti, ideatore e promotore del progetto, “Salutiamoci bene”
“nasce per identificare dei gesti-barriera che possano funzionare come attivatori mentali in grado
di ricordare costantemente ai cittadini di mantenere il distanziamento fisico, senza annullare le
regole della socialità. Proprio per risolvere un conflitto carico emozionalmente, come quello fra
esigenza di umanità e necessità di protezione, e per combattere la conseguente “dissonanza
emotiva, siamo giunti alla conclusione di proporre e diffondere un attivatore mentale comune. Si
tratta un gesto che richiede una frazione di tempo in più dedicato a riconoscere l’altro. Si colloca
quindi anche nel solco di quella necessità di cambiamento, che deve partire dalle relazioni umane
e non dai processi, che dovrà portare ad irrorare la società con azioni che promuovano lo
spostamento dalla logica dell’individualismo e del profitto a quella dall'etica del bene comune".

Posare lo sguardo sull’altro è la prima forma di riconoscimento, la prima forma di calore, la prima
forma di umanità. Nata da un’idea di Monoriti, autore del libro “Negoziazione – Il Manuale
dell’Interazione Umana”, l'iniziativa è stata inizialmente avviata dagli allievi del NegotiatingLab
Luiss e da alcuni studenti della Luiss Business School, coordinati dallo stesso Monoriti (con il
supporto dei colleghi, Rachele Gabellini, Francesco Rossi e Silvia Nutini) e coinvolge ora oltre 20
studentesse e studenti, ognuno con un suo personale talento e background, iscritti agli altri 6
diversi atenei italiani che prendono parte all'iniziativa. Il progetto è stato ora ultimato con la
realizzazione di un cortometraggio animato dal titolo #BEHUMANAGAIN #Iosonoporcospino.

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