COME HANNO VISSUTO I PAZIENTI L’INTERRUZIONE DEI TRATTAMENTI DI FECONDAZIONE ASSISTITA OMOLOGA ED ETEROLOGA DOVUTA ALLA PANDEMIA? …………..

…………….LO SCOPRIAMO GRAZIE AL PRIMO STUDIO ITALIANO CHE LI HA INTERPELLATI DIRETTAMENTE PER INDAGARE L’IMPATTO EMOTIVO

• L’emergenza sanitaria generata dalla pandemia di Covid-19 ha causato, durante la fase di lockdown e in via precauzionale, la sospensione dei trattamenti di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) non urgenti e differibili
• Lo studio, sviluppato da un team multidisciplinare di esperti, mostra come l’impatto emotivo dell’interruzione abbia avuto una diversa intensità in base alla regione di residenza dei pazienti e al fatto che stessero affrontando un percorso di tipo omologo o eterologo
Durante il picco di contagi in Italia, i trattamenti di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) considerati non urgenti sono stati sospesi, non perché vi fosse un rischio specifico legato alle procedure, bensì per evitare gli spostamenti intercomunali e intraregionali, nel rispetto del distanziamento sociale, e per non sovraccaricare le strutture sanitarie.

Consapevoli della drammaticità della situazione per coppie che spesso hanno alle spalle un percorso di genitorialità tortuoso, un gruppo multidisciplinare di specialisti di PMA – guidato dal Dott. Mario Mignini Renzini, specialista di PMA del Centro di Medicina della Riproduzione Biogenesi presso gli Istituti Clinici Zucchi di Monza, del Gruppo San Donato; dal Prof. Antonio La Marca, di Clinica Eugin Modena e dalla Dott.ssa Francesca Zucchetta, Psicologa-psicoterapeuta esperta in tematiche di infertilità di coppia e Procreazione Medicalmente Assistita – si è posto l’obiettivo di indagare l’impatto emotivo sulle coppie che si sono viste costrette ad interrompere bruscamente il loro percorso.
L’indagine, alla quale hanno aderito 125 persone, si è svolta mediante un sondaggio sottoposto ai pazienti di un centro di PMA lombardo, convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale e che offre trattamenti di tipo omologo, e nei centri privati Clinica Eugin (situati in Lombardia, Emilia-Romagna e Puglia) che offrono anche trattamenti di tipo eterologo. Alle strutture afferiscono coppie eterogenee per tipologia e numero di procedure eseguite, provenienti da differenti regioni d’Italia. I fattori geografici, legati alla differente gravità della situazione sanitaria nelle regioni italiane e il percorso di PMA vissuto in passato dalla coppia, hanno determinato sensibili differenze nella percezione della sospensione dei trattamenti.
Lo studio: il questionario e gli obiettivi
L’indagine si è posta 3 obiettivi principali:
• Indagare l’impatto emotivo legato strettamente alla fase di lockdown, anche in relazione alle diverse provenienze geografiche;
• Studiare l’impatto emotivo legato all’obbligo di sospensione di tutte le procedure di PMA su pazienti del settore pubblico e privato;
• Rilevare le possibili criticità e garantire, nel momento del riavvio delle procedure, un supporto e un approccio adeguato alle coppie.
Tenendo conto di questi macro-obiettivi, i medici hanno strutturato un questionario di sette domande – compilabile in forma anonima e volontaria – rivolto a entrambi i partner della coppia, che chiedeva:
• i dati anagrafici quali età e genere
• la durata dell’infertilità
• tipologia di trattamento sospeso
• vissuto percepito durante la fase di lockdown, come ad esempio i possibili cambiamenti nello stile di vita, l’eventuale aumento di stress, la deflessione dell’umore
• grado di accordo relativo alla sospensione obbligata dei trattamenti di PMA e lo stato d’animo ad essa correlato.
Al sondaggio hanno risposto complessivamente 125 persone, con un evidente equilibrio nella percentuale di risposte tra uomini e donne, che suscita soddisfazione e conferma la reale partecipazione anche del partner maschile, spesso ritenuto meno protagonista, nelle procedure di PMA.
I risultati dello studio
• Impatto emotivo e cambiamenti della vita quotidiana legati alla fase di lockdown
Relativamente all’impatto emotivo strettamente legato alla fase di lockdown:
• l’80% dei partecipanti ha mostrato un approccio generalmente prudente, preoccupato, ma allo stesso tempo fiducioso, che potremmo definire razionale;
• Quasi la totalità del restante 20% ha manifestato, al contrario, un approccio sereno ed emotivamente distaccato dal rischio legato all’emergenza sanitaria;
• Molto bassa la percentuale di persone seriamente turbate e impaurire. Da sottolineare che la percentuale di coppie intervistate che è rimasta coinvolte direttamente dalla pandemia – con pareti e amici malati o addirittura deceduti a causa del Covid-19 – è pari a circa il 6%.
• Dall’indagine sono emersi anche dati relativi a fattori strettamente legati alla vita quotidiana:
• Alimentazione: il cibo riveste un ruolo fondamentale nella gestione delle emozioni e durante il lockdown si è registrato un cambiamento positivo nell’alimentazione, dovuto al miglioramento della qualità e quantità del tempo dedicato ai pasti e al ruolo compensatorio e gratificante rivestito dal cibo per alleviare la tensione creata dalla situazione che ci siamo ritrovati a vivere. Il 28,3% dei lombardi – ai quali lo studio ha dedicato un focus particolare, trattandosi di una delle regioni maggiormente colpite dall’emergenza sanitaria – ha segnalato una variazione delle abitudini alimentari, di cui l’80% in positivo. Nelle altre regioni, la percentuale dei pazienti che ha modificato le abitudini alimentari sale al 33,3%, ma in questo caso solo il 57% segnala un cambiamento in positivo.
• Riduzione dell’attività motoria, per ovvi motivi di limitazione di spazi all’aperto e di sport di squadra;
• Sessualità di coppia: nella maggior parte dei casi non è stata percepita una variazione, ma laddove sia stata segnalata – nello specifico dal 28% dei lombardi e dal 24,4% degli abitanti delle altre regioni – il cambiamento è stato in positivo (per l’80% dei lombardi e per il 45% dei pazienti di altre regioni). Questo dato potrebbe rivelare una riduzione dello stress, dovuto alla sospensione delle procedure, per le coppie che stanno affrontando la ricerca di un figlio in maniera medicalizzata.
• L’indagine ha rilevato anche differenti reazioni a livello regionale, che possono essere riconducibili alla differente percezione della pandemia legata al numero e alla gravità dei contagi registrati:
• La percezione di un aumento generale dello stress è leggermente più alta nella popolazione lombarda – 45,3% – rispetto ai pazienti provenienti da altre regioni – 38,5% – con prevalente alterazione del sonno – che sono da considerarsi passeggeri oppure, in caso persistessero, meritevoli di maggiore attenzione e sostegno qualificato – e sintomi fisici quali l’emicrania e il mal di schiena.
• L’alterazione dell’umore ha riguardato il 34% della popolazione lombarda e il 52% dei pazienti delle altre regioni. Gli stati emotivi più frequente sono ansia, tristezza e rabbia, la cui incidenza oscilla tra il 4% e il 20%.

• Impatto emotivo legato alla sospensione dei trattamenti di PMA: differenti reazioni per trattamenti di tipo omologo e eterologo
Il secondo obiettivo dello studio era quello di indagare l’impatto emotivo dovuto alla sospensione delle procedure di PMA:
• Da un punto di vista razionale è emerso un generale accordo e accettazione in merito alla decisione, pari a circa il 70%;
• il 18% dei pazienti del centro di PMA di Monza, che offre trattamenti di tipo omologo, esprime dei dubbi in merito alla sospensione, il 10% è in deciso disaccordo;
• I pazienti afferenti alle Cliniche Eugin, le cui problematiche di sterilità richiedevano un trattamento di tipo eterologo – con donazione di gameti, si sono dimostrati maggiormente dubbiosi, con una percentuale che sale al 28% e il 7,7% è in netto disaccordo;
• Alla domanda “Se avessero potuto scegliere, cosa avrebbero fatto?” il 30% dei pazienti del Centro di Monza, pazienti di PMA omologa, e il 52% di quelli delle Cliniche Eugin, pazienti di PMA eterologa, avrebbero portato a termine il trattamento.
• Questi dati dimostrano che la sospensione dei trattamenti di PMA ha avuto un impatto emotivo superiore rispetto al lockdown non solo in intensità, ma anche per la tipologia diversificata di emozioni: un livello medio-alto di preoccupazione (28,5%), di rabbia (12,5%), di paura (9%) e un livello medio-altissimo di tristezza (25%).
I risultati dello studio: l’interpretazione di medici e psicologi
“Lo studio ha rilevato un maggiore stress per i pazienti lombardi, intimoriti da una situazione sanitaria più complessa, e una minore propensione dei pazienti che stavano effettuando o erano in attesa di effettuare trattamenti di tipo omologo a proseguire i trattamenti durante l’emergenza. I nostri pazienti ci scelgono in quanto centro di eccellenza e la loro minore urgenza si spiega con la loro consapevolezza di potere accedere molto velocemente ai trattamenti. Si sono quindi dimostrati fiduciosi e disposti ad attendere il superamento della fase 1 dell’emergenza.” afferma il Dott. Mario Mignini Renzini, Direttore Medico del Centro di Medicina della Riproduzione Biogenesi e Responsabile dell’Unità Operativa di Ginecologia presso gli Istituti Clinici Zucchi di Monza, del Gruppo San Donato.
“Lo studio ha, di contro, evidenziato una maggiore propensione dei pazienti di PMA eterologa a proseguire nei trattamenti, nonostante la pandemia in corso. Molti pazienti si rivolgono alle Cliniche Eugin per sottoporsi a trattamenti di tipo eterologo – con donazione di gameti – sapendo che non possono procreare utilizzando i propri, neppure ricorrendo alla PMA di tipo omologo, in quanto in età più avanzata o a causa di patologie di varia natura non altrimenti curabili. Questa consapevolezza spiega l’urgenza emersa dallo studio per i pazienti di PMA eterologa e dovrebbe trasformarsi in adeguate risposte in termini di servizi sanitari. Eugin, grazie al suo modello operativo, consente un accesso ai trattamenti di fecondazione assistita eterologa secondo i migliori standard internazionali, senza entrare in lunghe liste di attesa e senza recarsi all’estero.” afferma il Prof. Antonio La Marca, di Clinica Eugin Modena.
“Nonostante razionalmente si trovi un senso alla decisione della sospensione, emotivamente emerge molta sofferenza e il desiderio di andare ugualmente avanti con la procedura. Il sogno di un figlio che tarda ad avverarsi, i ripetuti fallimenti, la perdita di controllo e la scelta complessa di intraprendere la strada medicalizzata, evidenziano il grado di coinvolgimento umano e spiegano come, anche questa pandemia e la brusca interruzione del percorso intrapreso, abbiano contribuito a potenziare alcuni sentimenti già in essere, superando addirittura il disagio causato dalla quarantena e dalla pandemia. Tutto ciò deve essere dunque uno spunto di riflessione e di impegno per prenderci cura di questa tipologia di pazienti.” spiega la Dott.ssa Francesca Zucchetta, Psicologa-psicoterapeuta esperta in tematiche di infertilità di coppia e Procreazione Medicalmente Assistita.

Il team di specialisti in Procreazione Medicalmente Assistita che ha partecipato allo studio.

Dott. Mario Mignini Renzini

Direttore Medico del Centro di Medicina della Riproduzione Biogenesi e Responsabile dell’Unità Operativa di Ginecologia presso gli Istituti Clinici Zucchi di Monza, del Gruppo San Donato.

Prof. Antonio La Marca
Specialista in ginecologia ed ostetricia fisiopatologica della riproduzione umana, il Prof. Antonio La Marca lavora presso Clinica Eugin di Modena.

Dott.ssa Francesca Zucchetta

Psicologa-psicoterapeuta esperta in tematiche di infertilità di coppia e Procreazione Medicalmente Assistita.

Biogenesi è il Centro di Medicina della Riproduzione degli Istituti Clinici Zucchi di Monza (MB) appartenenti al Gruppo San Donato.
L’equipe dei centri di procreazione assistita Biogenesi è composta da ginecologi ed embriologi di lunga e consolidata esperienza nella medicina e biologia della riproduzione. Lo staff medico vanta inoltre una qualificata esperienza ostetrico – ginecologica. Biogenesi mette a disposizione delle coppie anche un servizio di supporto psicologico specifico per il percorso della PMA, che aiuta ad affrontare questa esperienza nel migliore dei modi.
I trattamenti di PMA offerti da Biogenesi – di primo, secondo e terzo livello – sono convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale, pertanto la coppia avrà accesso alla procedura al costo del ticket previsto dal SSR. In Biogenesi le procedure vengono effettuate senza lista di attesa, né per la prima visita, né, poi, per accedere ai trattamenti di procreazione assistita.
Per ulteriori informazioni: biogenesi.it

Clinica Eugin, grazie a un ampio staff di medici e biologi esperti in medicina della riproduzione, laboratori all’avanguardia, l’accesso ai programmi di donazione spagnoli, rappresenta in Europa uno dei più qualificati centri specializzati.
Clinica Eugin è presente in Italia a Modena e Taranto – con i centri di proprietà Clinica Eugin Modena e Clinica Eugin Taranto – e a Milano, dove opera invece in partnership con il Centro di PMA della Casa di Cura La Madonnina appartenente al Gruppo San Donato.
Clinica Eugin offre in Italia trattamenti di procreazione assistita omologa ed eterologa in regime privato, con la possibilità di accedere alla donazione di gameti maschili e femminili. L’équipe di medici ed embriologi, di lunga esperienza e altamente specializzati, garantisce i massimi livelli di qualità, l’impiego delle più moderne strumentazioni e le più avanzate tecniche di PMA, riconosciute e consolidate a livello internazionale. 
Per maggiori informazioni: www.eugin.it

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