BELLEZZA TRA LE RIGHE, UN NUOVO MODO DI VIVERE LE DIMORE STORICHE

Si aprono due giardini di rara bellezza in Piemonte per conversazioni con ospiti illustri

Un’occasione diversa per vivere due dimore storiche del Piemonte. I giardini di Casa Lajolo, a Piossasco, e Castello di Miradolo, a San Secondo di Pinerolo, aprono i loro giardini per una nuova iniziativa costruita sul concetto di bellezza. Si chiama, appunto, “Bellezza tra le righe” ed è una rassegna che parte dalla bellezza dei luoghi in cui si svolge per ritrovare bellezza nel nostro quotidiano, nonostante tutto.  Sette incontri, o meglio sette conversazioni, che partono dal libro, dalla parola scritta o raccontata per guardare con fiducia al futuro, specie dopo la pandemia e il lockdowin. Sfileranno così, tra le due dimore, in questi due mesi, l’ex allenatore della nazionale di pallavolo Mauro Berruto, che proverà a spiegare come lo sport aiuti e insegni a realizzare obiettivi, inseguendo i propri desideri, Beniamino de’ Liguori Carino, segretario generale della Fondazione Adriano Olivetti e direttore editoriale di Edizioni di Comunità, fondata dal nonno Adriano Olivetti nel 1946, Silvio Angori, amministratore delegato e direttore generale Pininfarina, l’architetto paesaggista Paolo Pejrone, il giornalista Salvo Anzaldi, e poi Luca Mercalli, meteorologo e divulgatore scientifico, ma anche l’imprenditrice italiana Marina  Salamon.
 
 
LE DIMORE E I LORO GIARDINI
 
FONDAZIONE COSSO – CASTELLO DI MIRADOLO
Il Castello di Miradolo sorge a San Secondo di Pinerolo, all’imbocco della Val Chisone e della Val Pellice, dove il Monviso regala agli occhi lo spettacolo della sua maestosa imponenza. Un parco di oltre sei ettari circonda la dimora, anticamente di proprietà delle famiglie Massel di Caresana e Cacherano di Bricherasio: ispirato al giardino informale inglese, ha una forma vagamente ovale arricchita e resa piacevole da anse di rigogliosa vegetazione che si affacciano su un grande prato centrale. Oggi il Parco conserva, tra le tante meraviglie: un bosco di bambù giganti, una collezione di camelie e di ortensie storiche, un patrimonio arboreo di oltre 1700 esemplari, tra cui 5 alberi riconosciuti nel 2008 dalla Regione Piemonte come monumentali. Dal 2008 il Castello di Miradolo è sede della Fondazione Cosso, nata da un’idea di Maria Luisa Cosso Eynard e della figlia Paola per trasmettere interesse e attenzione per la cultura, per il territorio in cui si vive, per la realizzazione di se stessi. La Fondazione Cosso idea e organizza mostre, concerti, visite guidate tematiche, laboratori, approfondimenti e attività didattiche per ogni fascia d’età e per le scuole, tutto l’anno, nelle quattro stagioni. Si è occupata del restauro del Castello e del parco, trasformati negli anni in un centro di ricerca e sperimentazione nel campo delle arti e della natura, un punto di riferimento e di dialogo per la vita culturale di un ampio territorio.
 
CASA LAJOLO
Casa Lajolo è una tipica dimora estiva di campagna settecentesca. Oltre alle proporzioni e alle decorazioni esterne, anche lo stile delle porte (a chiambrana con sovrapporte) e il tipo di decorazione di numerosi soffitti conferma questa datazione. In particolare, i soffitti di due camere del piano terreno sono infatti ripetizioni in tono minore dei soffitti dell’Appartamento di Levante della palazzina di Stupinigi.
Ciò che contraddistingue Casa Lajolo è la molteplice sfaccettatura del suo giardino: non un solo giardino, ma diverse tipologie di aree verdi abbracciano infatti l’edificio, rendendolo unico nel suo genere. Il giardino, si articola su tre gradoni collegati da gradini di pietra. Il più alto è un piazzale a ghiaia prospiciente la casa padronale, al limitare del quale sono allineate le siepi di bosso scolpite che caratterizzano più diffusamente il secondo gradone. Questo secondo ripiano è un giardino all’italiana delineato da cordonature di bosso e punteggiata da siepi di bosso più alte e scolpite (poltrone, figure geometriche). La seconda parte di questo ripianoè un boschetto di tassi (Taxus baccata) all’inglese, un giardino nascosto che, con il suo confine occidentale tenuto tagliato regolarmente, costituisce come un muro verde che marca il limite e giustifica l’impianto simmetrico del giardino all’italiana. 
Il terzo gradone è destinato a una piccola piantagione di olive, a un barçeau con pergolato. La parte del terreno dedicata all’orto, un vero e proprio hortus conclusus, si trova invece su un livello marcatamente più basso di quello del giardino. Nel corso degli ultimi anni questo spazio è stato oggetto dell’avvio di una

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