IVI: estate e fertilità, la stagione più calda è la migliore per concepire un bambino

• In estate i ritmi più rilassati determinano un calo delle tensioni, una crescita dell’intimità e dunque delle possibilità di concepimento.
• L’aumento della melatonina, dovuto alla luce, rappresenta un regolatore naturale del ciclo mestruale.
• La vitamina D migliora la qualità degli ovociti.

L’estate è la stagione ideale per provare ad avere un bambino. I ritmi sono più rilassati e distesi, le tensioni calano e le vacanze rappresentano un momento ideale per coltivare l’intimità e lo stare insieme. Tuttavia, non sono solo ragioni antropologiche e sociali che spingono gli esperti a sostenere questa tesi, ma anche ragioni scientifiche.
“La vitamina D gioca un ruolo fondamentale per le donne.” Afferma Daniela Galliano, medico, chirurgo, ginecologo, direttrice del Centro IVI di Roma. “D’estate, con l’allungarsi delle giornate e l’aumento delle ore di luce, i livelli di questa preziosa vitamina si innalzano determinando un miglioramento nella qualità degli ovuli femminili. In più, il conseguente innalzamento del livello di melatonina, determina una naturale regolazione del ciclo mestruale.” “Così – continua la dottoressa – per le coppie che sono in cerca di un figlio, non solo sarà molto più semplice calcolare il periodo dell’ovulazione ma anche più preciso.”
“Inoltre, il periodo estivo è fondamentale anche per alleviare lo stress, uno dei principali nemici della fertilità. È importante dedicare tempo a sé stessi, concedendosi il giusto riposo e recuperando un ciclo naturale di sonno – veglia, non cadenzato dai pressanti ritmi della quotidianità”.

“Anche se la diffusione del Covid-19 ha determinato l’insorgere di numerose paure e preoccupazioni per il futuro, parallelamente l’emergenza sanitaria ha generato un desiderio di rinascita per molte coppie, che, ritrovandosi durante il lockdown, si sono riscoperte e hanno scoperto un forte desiderio di genitorialità. La convivenza forzata di questi mesi ha anche spinto alcune donne che sospettavano un problema di fertilità a confrontarsi, ad affrontare finalmente il problema e a rivolgersi a medici specialisti, una volta riaperte le attività di pma. I nostri dati IVI, raccolti dalla riapertura di giugno ad oggi, dimostrano infatti come le prime visite siano in aumento rispetto allo scorso anno. Un dato che in parte rincuora, considerando come il Bilancio Demografico Istat 2019 ci confermi di essere in presenza del più forte calo demografico dall’Unità d’Italia. Speriamo – conclude Daniela Galliano – che questo possa essere l’inizio di una ripresa del Paese, anche dal punto di vista demografico.”

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