Spondiloartrite giovanile: la collaborazione tra genitori e reumatologi è fondamentale

Capire e conoscere la malattia del proprio figlio aiuta a ridurre l’ansia genitoriale,
evita accessi in pronto soccorso ingiustificati o continue visite specialistiche non sempre utili

Come in tutte le malattie che colpiscono i bambini e i giovani, anche per la
spondiloartrite giovanile – un gruppo di malattie infiammatorie croniche che interessa
prevalentemente le articolazioni soprattutto degli arti inferiori, del bacino e della colonna
vertebrale – non sono solo la cura farmacologica e le terapie riabilitative a mantenere e migliorare
la qualità della vita dei piccoli pazienti: la collaborazione con i genitori è fondamentale. Lo spiega
il prof. Rolando Cimaz, Direttore della Reumatologia Pediatrica dell’ASST Gaetano Pini-CTO: “Nel
percorso di cura dei piccoli i genitori rivestono un ruolo fondamentale. Capire e conoscere la
malattia del proprio figlio aiuta a ridurre l’ansia genitoriale, evita accessi in pronto soccorso
ingiustificati o continue visite specialistiche non sempre utili. È necessaria una collaborazione
consapevole tra i genitori che hanno un ruolo attivo nella cura dei loro figli e i reumatologi, che
devono avere la capacità di occuparsi della sfera psicologica, educazionale e socioeconomica, tutti
aspetti che devono affiancare la cura, farmacologica e non, di questi giovani pazienti”.
I sintomi della spondiloartrite giovanile
Rispetto alle altre forme di artrite infiammatoria cronica in età pediatrica, la spondiloartrite
giovanile ha una predilezione per il sesso maschile e colpisce i bambini di età superiore ai 6 anni.
I sintomi più comuni dalla spondiloartrite sono l’infiammazione delle articolazioni (artrite)
caratterizzata dalla presenza di gonfiore a livello articolare associata alla limitazione al movimento
della stessa articolazione e al dolore. “Tipicamente i pazienti presentano rigidità mattutina –
aggiunge il dott. Achille Marino, membro dell’equipe di Reumatologia Pediatrica dell’ASST
Gaetano Pini-CTO – con maggiore limitazione funzionale al risveglio. Le articolazioni
maggiormente interessate dalla malattia sono le ginocchia, le caviglie, le anche e le articolazioni
sacroiliache”. L’articolazione sacroiliaca è localizzata alla base della colonna vertebrale, tra l’osso
sacro e l’osso iliaco del bacino; nel corpo umano esistono quindi due articolazioni sacroiliache, una
sul lato destro e una sul lato sinistro. L’infiammazione di tale articolazione viene chiamata
sacroileite e si manifesta con un dolore a livello della porzione medio-alta dei glutei. Il termine
spondilite, invece, si riferisce all’infiammazione delle articolazioni presenti a livello della colonna
vertebrale, come spiega il dott. Marino: “Questo interessamento è più tipico degli
adolescenti/giovani adulti con spondiloartrite giovanile e si verifica più frequentemente durante il
decorso della malattia. Il sintomo più comune è il dolore alla schiena soprattutto la notte e al
risveglio associato a importante rigidità mattutina e ridotta mobilità della colonna vertebrale”.
Altra manifestazione clinica tipica della spondiloartrite giovanile è l’entesite cioè l’infiammazione
della porzione terminale di tendini e legamenti che si unisce all’osso e che è causa di dolore locale.
Le sedi più frequenti sono il tallone, la pianta del piede e la rotula.

Gli effetti (poco noti) della spondiloartrite giovanile
La spondilite poi può avere degli effetti meno noti che, per chi non conosce la patologia, è difficile
associare a un’infiammazione delle articolazioni. I risvolti della malattia possono infatti
manifestarsi sulla cute, all’intestino e interessare anche gli occhi, spiegano gli specialisti della
Reumatologia Pediatrica dell’ASST Gaetano Pini-CTO. Alcuni pazienti possono presentare psoriasi,
una malattia infiammatori cronica della pelle caratterizzata dalla presenza di squame
principalmente a livello dei gomiti e delle ginocchia. La comparsa di queste lesioni cutanee può
precedere l’esordio della malattia anche di anni o può verificarsi durante il decorso.
L’infiammazione intestinale può essere correlata alla spondiloartrite sia come conseguenza della
patologia sia perché l’insorgenza malattia può essere un effetto di una patologia infiammatoria
cronica intestinale come il morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa. Una possibile complicanza
della spondiloartrite giovanile è rappresentata dall’infiammazione della porzione anteriore
dell’occhio (iride e corpo ciliare). Per definire tale coinvolgimento, vengono utilizzati
indifferentemente i termini “uveite anteriore” e “iridociclite”. Tipicamente l’infiammazione
oculare in questi pazienti è acuta (inizio improvviso e durata limitata) e sintomatica (occhio rosso e
dolente). In questi casi è di fondamentale importanza rivolgersi a un oculista che, oltre a formulare
la diagnosi, potrà consigliare il trattamento locale più adeguato (generalmente colliri a base di
cortisone).
Le cause (ignote) della spondiloartrite
La causa che porta allo sviluppo della spondiloartrite giovanile è ignota. La genesi della malattia è
multifattoriale cioè dovuta a fattori genetici, immunologici e ambientali. “Nel corso degli anni la
ricerca ha fatto notevoli passi avanti – spiega il prof. Cimaz – e, anche se le cause della malattia
rimangono sconosciute, l’aumentata conoscenza dei meccanismi dell’infiammazione e dei suoi
mediatori ha permesso l’identificazione di molecole, chiamate citochine, coinvolte nella
patogenesi dell’artrite. Tali molecole, grazie al progresso delle biotecnologie, sono diventate il
bersaglio di alcuni farmaci, quelli chiamati biologici, che ne bloccano selettivamente l’attività
biologica con conseguente beneficio clinico, ossia sono capaci non solo di controllare i sintomi ma
anche di arrestare la progressione della malattia e quindi del danno. La risposta a farmaci quali
etanercept, infliximab, adalimumab si manifesta precocemente durante il corso del trattamento e
il numero e/o gravità dei potenziali effetti collaterali legati al loro utilizzo non sono al momento
significativi”. Le terapie fisioterapica e riabilitativa sono parte integrante della cura delle
spondiloartriti giovanili, volte al fine non soltanto di alleviare la sintomatologia dolorosa, ma anche
e soprattutto a evitare contratture ed esiti funzionali a distanza. “L’obiettivo della terapia –
conclude il Direttore della Reumatologia Pediatrica dell’ASST Gaetano Pini-CTO – è di mantenere il
bambino o il ragazzo affetto da spondiloartrite giovanile attivo e con una qualità di vita
sovrapponibile a quella dei propri coetanei anche in età adulta”.
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L’Azienda Socio Sanitaria Territoriale Gaetano Pini-CTO, punto di riferimento per l’ortopedia, la
riabilitazione specialistica, la reumatologia e la neurologia, a livello nazionale, comprende a Milano tre
presidi ospedalieri: il Gaetano Pini, il CTO e il Polo Riabilitativo Fanny Finzi Ottolenghi. L’ASST Gaetano Pini-
CTO – evoluzione della Scuola Ortopedica milanese nata nel 1874 – è specializzata in patologie e traumi
dell’apparato muscolo-scheletrico, reumatologia e fisiatria. L'Azienda accoglie ogni anno più di 800mila
utenti e i suoi specialisti lavorano con le più sofisticate tecniche di imaging, attraverso sale operatorie sia

convenzionali sia dotate di robotica. L’ASST Gaetano Pini-CTO è centro erogatore per la presa in carico dei
pazienti cronici nell’ambito delle patologie reumatiche e della Malattia di Parkinson.

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