Inaugurazione dell’anno accademico dell’Accademia di Medicina di Torino: l’ artrite reumatoide

di Piergiacomo Oderda

 

 

L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica autoimmune, dolorosa e progressivamente invalidante, che costituisce tuttora una difficile sfida per il medico chiamato al controllo dei sintomi e della progressione del danno articolare e sistemico. Dopo l’impiego dei cortisonici negli anni ’50 e del Methotrexate negli anni ’80, alla fine del secolo scorso si è assistito a una vera e propria rivoluzione in campo terapeutico che ha sovvertito antiche abitudini e consentito ai pazienti considerati refrattari una qualità di vita fino ad allora impensabile, arrestando di fatto il danno articolare anatomico e funzionale nella maggior parte dei casi. Tutto questo si è realizzato grazie all’avvento dei cosiddetti farmaci biologici o biotecnologici (anticorpi monoclonali o molecole di fusione) in grado di bloccare selettivamente un singolo bersaglio implicato nella patogenesi della malattia. I primi ad essere impiegati sono stati gli inibitori del TNF-alfa, seguiti da altri farmaci diretti contro bersagli citochinici diversi, ad esempio il recettore dell’Interleukina 6, o contro molecole di superficie dei linfociti B o T. Negli ultimi anni si è inoltre registrato il ritorno a farmaci sintetici (small molecules), in particolare gli inibitori delle Janus-Kinasi, con caratteristiche di specificità e attività paragonabili a quelle delle molecole biologiche. Nell’arco di questi vent’anni si è andato via via chiarendo il profilo di efficacia e tollerabilità di ciascuno di questi farmaci nella vita reale, oltre che nei trials clinici controllati, e si sono delineate le differenze tra le diverse molecole cercando di avvicinare un modello, ancora ideale, di trattamento personalizzato. I risultati ottenuti in termini di riduzione di attività di malattia, disabilità e mortalità legata alla malattia sono stati davvero impressionanti. Tuttavia la guarigione è ancora lontana e rimangono molte questioni aperte e molti “unmet needs” che l’evolvere delle nostre aspettative hanno fatto emergere prepotentemente al di là della mera efficacia dei farmaci sui processi fisiopatologici della malattia. Ne discutono Dario Roccatello dell’Univerità di Torino e il prof. Carlo Maurizio Montecucco, professore di Reumatologia dell’Università di Pavia, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Accademia di Medicina, martedì 24 novembre alle ore 17.30.  Per l’occasione, il Presidente dell’Accademia, prof. Giancarlo Isaia tiene la tradizionale prolusione inaugurale, nel corso della quale riflettere  sullo stato dell’Accademia, tracciando un rapido consuntivo dell’anno passato e delineando le linee di indirizzo del prossimo anno. In ottemperanza alle disposizioni del DPCM relative alle misure di contenimento della pandemia, si può seguire l’incontro solo tramite collegamento al sito www.accademiadimedicina.unito.it

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