Risultati del trattamento dei pazienti post-covid con L-arginina e vitamina c liposomiale – l’esperienza dell’IRCCS San Raffaele di Roma

Dall’inizio della pandemia da Covid-19 in Italia risultano guarite oltre 1.600.000 persone, che, dopo aver affrontato la  patologia con sintomi più o meno gravi, si sono negativizzate.
Un’ottima notizia che, tuttavia, si collega a un’altra dai contorni ancora da definire: l’incidenza sempre più elevata di persone colpite dalla così detta “sindrome post-Covid”.
La sindrome post-Covid consiste in una serie di problemi fisici e psichici che colpiscono tra il 50 e l’80% di coloro che sono usciti dall’infezione, indipendentemente dal livello di gravità con cui ne siano stati colpiti.
I sintomi più comuni che la caratterizzano sono: stanchezza cronica, dolori muscolari, difficoltà respiratorie, problemi cardiaci. Tutte problematiche che in molti casi rimangono per diversi mesi dopo la guarigione e che quindi possono risultare debilitanti, abbassando la qualità di vita e impattando sulle performance lavorative dei soggetti coinvolti.
Presso l’IRCCS San Raffaele di Roma nel reparto di medicina Covid diretto dal Dottor Giuseppe Marazzi, si è valutato positivamente l’impiego di L-Arginina e vitamina c liposomiale nei pazienti con sindrome post-Covid.
In particolare, il dottor Marazzi ha arruolato 100 pazienti di entrambi i sessi, di età compresa tra 30 e 80 anni di cui 50 sono stati trattati con L-arginina e vitamina C liposomiale e 50 con il placebo.
Sono stati inclusi soggetti affetti da COVID-19 non ricoverati in terapia intensiva con una degenza tra 15 e 30 giorni, le cui caratteristiche sono elencate nella tabella 1 [v. comunicato allegato].
Il parametro valutato è il test del cammino o six minute walking test (6MWT). Il 6MWT misura la distanza che un soggetto può percorrere camminando il più velocemente possibile su una superficie piana in sei minuti, comprese tutte le interruzioni che il soggetto ritiene necessarie. Questo test consente di valutare la capacità di svolgere le normali attività quotidiane o, al contrario, il grado di limitazioni funzionali del soggetto.
I risultati ottenuti hanno dimostrato che i pazienti trattati con L-arginina e vitamina C liposomiale hanno migliorato significativamente la loro performance fisica durante il 6MWT rispetto al placebo, con un miglioramento nella sintomatologia generale post-covid.
Questi risultati, supportano l’utilizzo di L-arginina e vitamina c liposomiale nei pazienti debilitati e astenici.
Infatti, come sostenuto da una recente review ‘’Vitamin C and cardiovascular disease: an update’’, pubblicata sulla prestigiosa rivista ‘’Antioxidants’’, la vitamina C rappresenta l’alleato perfetto per l’associazione alla L-arginina.
Inoltre, sia la vitamina C che la L-arginina sono necessarie per la sintesi di ossido nitrico.Nella review, la vitamina C liposomiale viene descritta come il miglior metodo di somministrazione di vitamina C, in quanto ha una biodisponibilità migliore rispetto alla vitamina C non liposomiale, evitando i rischi associati alla somministrazione endovenosa. Inoltre, la vitamina C liposomiale aumenta la concentrazione di vitamina C nel sangue quasi raddoppiando la concentrazione ottenibile tramite la forma non liposomiale.

Pertanto, dal momento che, sia la vitamina C che la L-arginina sono note per migliorare la funzione endoteliale e ridurre la permeabilità vascolare durante le malattie infettive, è possibile ipotizzare che la loro associazione possa essere sinergica nell’affrontare le malattie infettive. Questa sinergia, come evidenziato dall’esperienza del dottor Marazzi, potrebbe essere utile nel recupero dei pazienti e nella gestione della sindrome post- covid.

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