URIACH ITALY E L’UNIVERSITÀ DI CATANIA INSIEME NELLA RICERCA SCIENTIFICA

Lo studio clinico sul potenziale effetto probiotico del ceppo Lacticaseibacillus rhamnosus TOM 22.8, per supportare l’equilibrio della flora del microbiota vaginale nelle donne.

 

 

 

 

 

 

 

Uriach Italy, azienda attiva nel settore della nutraceutica, con il brand Laborest porta avanti il suo impegno nel campo della ricerca scientifica per trovare soluzioni che possano coadiuvare il benessere femminile e l’equilibrio del microbiota vaginale.

L’Azienda che ha supportato in modo incondizionato la ricerca dell’Università di Catania nelle figure di Alessandra Pino, Agnese Maria Chiara Rapisarda, Stefano Cianci, Cinzia Caggia, Cinzia Lucia Randazzo e Antonio Cianci sul Lacticaseibacillus rhamnosus TOM 22.8, per verificare il potenziale effetto probiotico del ceppo attraverso una valutazione in vitro e in vivo. Mantenere il microbiota vaginale in equilibrio nelle varie fasi della vita, è un primo passo per contribuire positivamente al fisiologico stato di salute della vagina e migliorarne il sistema immunitario.

Alterazioni del microbiota possono portare alla disbiosi vaginale, cioè alterazioni della componente microbiotica, con una riduzione dei lattobacilli ed un aumento dei batteri sia aerobi che anaerobi a cui possono sovrapporsi le infezioni da funghi. La più frequente è la candida vaginale con un’incidenza del 75%, un’infezione micotica prettamente femminile, che si verifica in seguito ad un’eccessiva crescita, a livello della vagina, di alcune specie micotiche. La maggior parte delle infezioni sono causate dalla specie albicans.

Diversi fattori possono compromettere l’efficienza dei meccanismi di difesa preposti al controllo della proliferazione della Candida albicans a livello dei genitali femminili e contribuire così allo sviluppo della disbiosi: l’uso improprio di antibiotici, la scarsa igiene intima o uso di detergenti intimi di cattiva qualità, condivisione e uso di asciugamani e biancheria intima con una persona infetta, la gravidanza, l’immunodepressione, il diabete e rapporti sessuali non protetti.

La ricerca, si è basata su un set iniziale di 400 ceppi isolati dall’ecosistema vaginale di donne sane e in età fertile, tra i quali è stato scelto eisolato, per le sue interessanti proprietà probiotiche il Lacticaseibacillus rhamnosus TOM 22.8, a tal fine, sono state analizzate in modoapprofondito le proprietà funzionali e la sicurezza del ceppo. Successivamente, quest’ultimo ha mostrato: un’attività antagonista ad ampio spettro nei confronti dei principali patogeni vaginali, capacità di adesione sia alle pareti vaginali che intestinali, proprietà antinfiammatorie ed antiossidanti, indicando buone caratteristiche probiotiche.

Sulla base di parametri sia clinici che microbiologici, la somministrazione del ceppo per via orale ha comportato:

  • riduzione dei sintomi dopo 10 giorni di assunzione
  • ripristino dell’eubiosi fino a 30 giorni dopo la fine del trattamento.

Pertanto, il ceppo Lacticaseibacillus rhamnosus TOM 22.8 è stato depositato presso il German Collection of Microorganisms and Cell Cultures(DSMZ) e può essere integrato, a buone abitudini alimentari e igieniche, come supplemento per coadiuvare il mantenimento dell’equilibrio della flora microbiotica vaginale.

“Il trattamento delle vaginiti batteriche e micotiche miste che oggi chiamiamo disbiosi vaginali deve mirare al ripristino del microbiota vaginale normale attraverso la somministrazione di lattobacilli. I lattobacilli costituiscono il trattamento ideale per le disbiosi vaginali purché vengano utilizzati i ceppi migliori, cioè quelli capaci di svolgere le azioni di difesa più efficaci attraverso l’acidificazione dell’ambiente vaginale che lo renda sfavorevole   alla crescita dei batteri aerobi ed anaerobi, inoltre il biofilm, che producono, protegge le pareti vaginali ed ostacola  la replicazione dei funghi. Ancora oggi molto spesso la disbiosi viene trattata utilizzando  antibiotici o antimicotici con molti  fallimenti, perché i microrganismi hanno sviluppato molte resistenze e perché le infezioni sono sovrapposte, (batteriche e micotiche insieme). L’uso dei  lattobacilli, in particolare il ceppo Tom22.8,  sia in terapia per il trattamento delle vaginiti, sia in profilassi per prevenire le infezioni virali e le malattie a trasmissione sessuale in genere, costituisce  la via migliore per la salute sessuale e riproduttiva della donna.” Dichiara il Professor Antonio Cianci, Professore ordinario di Ginecologia e ostetricia all’Università di Catania.

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