Milano, da Comune e Camera di commercio, al via a settembre il bando “Prossima Impresa 2021”

Supera i 3,7 milioni di euro, per sostenere le imprese e gli esercizi di vicinato già attivi nelle aree meno centrali della città, la dotazione del bando “Prossima Impresa 2021”, al via  a settembre.
Lo promuove il Comune di Milano,  con la Giunta comunale che ha approvato venerdì 23 luglio le linee di indirizzo del provvedimento, in collaborazione con la Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. Le zone coinvolte vanno dal quartiere Adriano a Gratosoglio, da Quarto Oggiaro a Lambrate, passando per la Barona e la Bovisa sino a Lorenteggio e Vigentino. Ad accedere ai fondi potranno essere le micro e piccole imprese, attive nelle aree periferiche individuate dalla Legge 266, già costituite da almeno 12 mesi.  Fino a un massimo di 15mila euro, si possono rendicontare anche gli investimenti sostenuti dalle imprese a partire dal 1° gennaio 2021,  per spese come dehor, plateatici, e dotazioni di sicurezza. Premialità per le imprese femminili. I contributi a fondo perduto coprono fino al 50% della spesa complessiva, con un massimo di 30 mila euro, oltre a un finanziamento a tasso agevolato, per l’altro 25%, per un ammontare complessivo non superiore a 60 mila euro per ogni progetto. Per Cristina Tajani, assessora alle Politiche per il Lavoro, Attività Produttive e Commercio: “Sosteniamo le imprese già esistenti, triplicando anche le risorse a disposizione per contrastare gli effetti della crisi post pandemica e favorire la ripartenza della città e dei suoi operatori”. Per Elena Vasco, segretario generale della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi: “Il bando intende valorizzare il ruolo delle imprese di prossimità e di vicinato, fattori centrali per i processi di rigenerazione urbana, crescita inclusiva, sviluppo sostenibile del territorio”. Per Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, positiva la valutazione sull’iniziativa: “Occorre valorizzare il ruolo delle imprese, non soltanto dal punto di vista economico, ma come presidi sociali, per quartieri più vivibili e sicuri”.

 

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