ARTE È DIVERSITÀ DAL CANADA: STAN DOUGLAS, ARTISTE DONNA E ARTISTI INDIGENI ALLA BIENNALE DI VENEZIA

Il Canada si prepara a una presenza senza precedenti alla Biennale di Venezia. Oltre a Stan Douglas al Padiglione nazionale, la 59a Mostra Internazionale d’Arte vedrà la caleidoscopica partecipazione di ben sette artisti canadesi, di cui sei donne, e circa 30 artisti e curatori indigeni nel progetto aabaakwad. Molte anche le artiste negli eventi satellite della grande kermesse veneziana.

Quest’ampia rappresentazione del Canada a Venezia testimonia l’eccellenza e il riconoscimento degli artisti canadesi a livello internazionale e offre un quadro della società canadese contemporanea, fondata sui valori della diversità e dell’inclusione. Molto trattato inoltre il tema del rispetto dell’ambiente e il contrasto ai cambiamenti climatici.

Stan Douglas rappresenta il Canada al Padiglione nazionale, situato ai Giardini della Biennale, e ai Magazzini del Sale n. 5, con i progetti Stan Douglas: 2011 ≠ 1848 e ISDN. Riconosciuto come uno degli artisti più acclamati del Paese e conosciuto all’estero, le sue opere multidisciplinari, film, fotografie e, più recentemente, produzioni teatrali, spesso riflettono sul potenziale evolutivo racchiuso in momenti storici cruciali. Stan Douglas è stato invitato alla Biennale già quattro volte, nel 1990, 2001, 2005 e 2019, ma per la prima volta rappresenta il Canada a Venezia.

sette artisti canadesi invitati a esporre nel Padiglione Centrale dei Giardini e all’Arsenale vanno da Shuvinai Ashoona,nota per i suoi dettagliati disegni a penna e matita che raffigurano la vita Inuit contemporanea, a Gabrielle L’Hirondelle Hill che vive nei territori non ceduti delle prime nazioni Musqueam, Squamish e Tsleil-Waututh, artista e scrittrice multimediale, che crea sculture, collage e installazioni, principalmente con oggetti trovati.

Incontreremo poi l’artista Elaine Cameron-Weir,nota per le sue sculture e installazioni che affrontano il tema della sopravvivenza umana individuale e collettiva. E ancoralo scultore Jes Fan, con il suo lavoro all’intersezione tra biologia e identità che esplora l’alterità, la parentela e la queerness.

La Biennale di quest’annosi arricchirà anche della presenza della pittrice Allison Katz, le cui opere indagano la natura complessa e a volte contraddittoria della produzione artistica contemporanea, e di Tau Lewis, con i suoi intricati ritratti scultorei e trapunte fatte di materia trovata, raccolta, donata e riciclata.

Infine l’acclamata Kapwani Kiwanga (Sobey Award 2018, Prix Marcel Duchamp 2020, Zurich Art Prize 2021) realizzerà a Venezia un’installazione che affronta in particolare le questioni ecologiche e richiama l’attenzione sulla crisi climatica.

Il progetto aabaakwad (termine che significa “si schiarisce dopo una tempesta”) è un incontro annuale condotto da artisti e curatori indigeni sull’arte indigena. Fondato nel 2018 dalla curatrice Anishinaabe canadese Wanda Nanibushaabaakwad riunisce oltre 100 creativi da tutto il mondo per dialogare sui temi, i materiali e le esperienze nella pratica artistica indigena a livello globale. Il programma presentato a Venezia è realizzato in collaborazione con il Padiglione Sámi, nel Padiglione Nordico ai Giardini.

Nelle altre sedi di mostre troviamo le artiste Caroline Hachem-Vermette, Laura Santini, Lesley Richmond e Rah Eleh all’European Cultural Centre (Palazzo Bembo e Palazzo Mora) e una collettiva della galleria Art Mûr di Montréal dal titolo Terra Nova, al GAD – Giudecca Art District, che offre uno sguardo al presente e al futuro per legare la questione sociale al territorio, con le opere di Eddy Firmin, Nadia Myre, Karine Giboulo, Guillaume Lachapelle e Jannick Deslauriers.

La presenza canadese infine si completa con la partecipazione della curatrice Ming Tiampo e dell’artista/performer Victoria Sin alias Sin Wai Kin all’Asia Forum for Contemporary Art in programma alla Fondazione Querini Stampalia.

La 59a Mostra Internazionale d’Arte di Venezia sarà aperta dal 23 aprile al 27 novembre 2022.

Stan Douglas (breve biografia)

Dopo gli studi all’Università d’Arte e Design Emily Carr di Vancouver, Douglas ha cominciato a realizzare video, film e fotografie, spesso combinandole in complesse istallazioni in cui reinterpreta criticamente, con grande cura documentaristica oltre che estetica, particolari realtà sociali, eventi storici e temi culturali, dalla letteratura e la musica fino al cinema e le tecnologie.

https://bit.ly/3NOIagn (link al sito della National Gallery of Canada in inglese)

https://bit.ly/3LJnO6s (link al sito del Musée des Beaux-arts du Canada in francese)

In allegato:

Stan Douglas, foto © Evaan Khera

Per gentile concessione dell’artista, Victoria Miro e David Zwirner

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