Dalla Russia una tecnologia alla portata di tutti, contro molte patologie

Acqua Viva e Acqua Morta

Usano termini evocativi i tecnologi russi che hanno messo a punto dispositivi domestici, per il trattamento dell’acqua, ma non devono trarre in inganno: “viva” e morta” sono aggettivi che possono suscitare evidenti emozioni, ma tutto è riconducibile ad un semplice processo di elettrolisi e sia la prima che la seconda trovano impiego per la salute umana. La vita è un flusso di elettroni che decelera nelle patologie e si esaurisce con la morte: con altri termini entra in gioco, parlando di acqua, il suo pH, cioè il grado di “acidità”, per cui acque “basiche” (alcaline) avranno caratteristiche “vitali” e acque acide caratteristiche opposte. Il che non significa che non ci siano ambiti di utilizzo per le une e per le altre.

In occidente, anche alla luce dell’inquinamento reale di acque sia di rubinetto che in bottiglia, il business dei depuratori di ogni genere è in forte aumento, e certamente ha una sua ragion d’essere (in particolare sistemi ad osmosi inversa sono indubbiamente utili per un utilizzo domestico), in Russia ed altri paesi dell’Est Europa, viceversa, la tecnologia, sulla base di studi sovietici iniziati negli anni ’80 e tenuti a lungo segreti, ha sviluppato dispositivi di costo estremamente contenuto per poter utilizzare acque “vive” e “morte” secondo precise strategie, adeguatamente sperimentate. Il processo è semplice e si basa sull’elettrolisi, utilizzando dispositivi che consentono di ottenere acqua a potenziale elettrico positivo o negativo, stabile per un tempo limitato, durante il quale può essere efficacemente e variamente utilizzata. L’ “acqua viva”, a potenziale negativo, alcalina, ha proprietà curative, mentre 1’”acqua morta”, carica positivavamente, acida, ha proprietà principalmente disinfettanti, anche se entra in molti schemi di utilizzo combinato con quella “viva”. Nel processo elettrolitico viene inoltre notevolmente migliorata la qualità dell’acqua, in termini di rimozione di contaminanti e prodotti chimici, batteri, funghi e microorganismi in genere, aspetto questo che implicherebbe la disponibilità di strumentazioni in grado di trattare grandi quantitativi di acqua: ci limiteremo quindi a trattare le moltepici possibilità di impiego dei piccoli apparecchi domestici.
Acqua morta

L’acqua attivata è utilizzata in Federazione russa e altri stati della CSI, in Giappone, India, Israele e, in Europa, Austria, Germania, Polonia. Priva di effetti tossici, ha accumulato una ricca documentazione nel tempo, ad iniziare dal 1981 quando l’inventore dell’apparecchiatura (Krotov) si ammalò seriamente a livello renale come conseguenza di un adenoma prostatico da cui guarì, senza intervento chirurgico, utilizzando l’acqua del suo dispositivo. A questa prima esperienza seguì un eclatante successo nel trattamento di una ferita infetta riportata dal figlio, ad un braccio, ribelle ad altre terapie. Da queste esperienze isolate iniziò un impiego sempre più allargato che evidenziò effetti generalizzati sulle patologie più diverse, dall’ipertensione ai problemi circolatori al trattamento di ustioni, patologie odontostomatologiche, otorinolaringoiatriche, reumatologiche, neurologiche e ginecologiche. Al tempo stesso si allargava l’impiego di “acqua morta” per il trattamento disinfettante di materiale chirurgico e ambienti ospedalieri. L’”acqua morta” conserva per una, due settimane dalla preparazione la sua attività.

Acqua viva

Ha forti attività bio-stimolanti, proimmunitarie e antiossidanti e il suo impiego si rivela essere in qualche modo fonte di energia vitale, migliorando il metabolismo e la sensazione di benessere. Usata anche per lavarsi ammorbidisce la pelle gradualmente, leviga le rughe, elimina la forfora, migliora la struttura dei capelli. Descritta da alcuni come “acqua della vita”, agisce visibilmente su ogni organismo vivente; anche i fiori appassiti riprendono vitalità e, in agricoltura aumenta notevolmente la resa di bacche e frutti in genere. L’unico inconveniente dell’ acqua viva è che perde rapidamente le sue proprietà terapeutiche dopo la preparazione: se conservata in un contenitore chiuso in un luogo buio può essere utilizzato al massimo per due giorni, il che ha reso necessaria la messa a punto di dispositivi domestici.

Uso sequenziale

Laddove sia presente una flora alterata, con problematiche locali ad essa connesse, è necessario l’uso in sequenza: ad esempio nelle infezioni ginecologiche, risolvibili in tempi sorprendentemente brevi, si raccomandano lavaggi con “acqua morta” durante il giorno, seguiti la sera da utilizzo locale di “acqua viva”. Analogamente per patologie intestinali: assunzione di “acqua morta” al mattino e “acqua viva”, a stomaco vuoto, successivamente, sono in grado di risolvere in pochi giorni patologie complesse e tendenti alla cronicizzazione.

La sottostante tabella esemplifica solo alcune possibilità di utilizzo, essendo oltre cinquanta le patologie per cui è stata verificata efficacia dell’uso delle due forme di acqua elettrolitica.
• Ipertrofia prostatica: per 5-10 giorni, 30 minuti prima dei pasti, assumere mezzo bicchiere di acqua “viva”. Effetti in una settimana.
• Faringodinia (mal di gola): 3-5 volte al giorno dopo i pasti gargarismi acqua “morta” e seguiti da risciacquo con acqua “viva”. Effetti pressoché immediati.
• Allergie: per tre giorni consecutivi, dopo il pasto, sciacquare bocca, gola e naso con acqua “morta”. Dopo ogni risciacquo bere 1/2 tazza di acqua “viva”.
• Dolore alle articolazioni di mani e piedi: 3 volte al giorno prima dei pasti assumere mezzo bicchiere d’acqua “morta” per 2-5 giorni, nel corso dei quali è prevedibile un rapido miglioramento della sintomatologia.
• Asma bronchiale e bronchite: 4-5 volte al giorno, dopo i pasti sciacquare la bocca, la gola e il naso con acqua “morta” tiepida. 10 min. dopo ogni risciacquo bere 1/2 tazza di acqua “viva”. Inalazione con l’acqua “morta: 1 litro di acqua riscaldata a 70-80 ° C e respirarne il vapore per 10minuti. Ripetere 3-4 volte al giorno. L’ultima inalazione può essere fatta di acqua “viva” e bicarbonato di sodio.
• Problemi epatici: per 4-7 giorni, assumere 4 volte al giorno 1/2 tazza di sola acqua “morta”, successivamente solo acqua “viva”.
• Colite: dopo un giorno di digiuno bere per due giorni 3-4 volte 1/2 tazza di acqua “morta” • Gastrite: per tre giorni, 3 volte al giorno mezz’ora prima dei pasti bere l’acqua “viva”. Il primo giorno 1/4 di tazza, i successivi ½.
• Emorroidi: per 2-7 giorni al mattino lavare con acqua “morta”, e poi applicare tamponi con acqua “viva”, sostituendoli più volte nel corso della giornata.
• Ipertensione: durante la giornata, assumere 2 volte 1/2 tazza di acqua “morta”.
• Ipotensione: assumere 1/2 tazza di acqua “viva” 2 volte al giorno.
• Elmintiasi intestinali: Fare un clistere di pulizia, prima con acqua “morta” e un’ora dopo con acqua “viva”. Durante il giorno, bere ogni ora due terzi di tazza di acqua “morta”. Il giorno successivo di bere 0,5 tazze di acqua “viva” mezz’ora prima di ogni pasto.
• Ferite infette: pulizia con acqua “morta”, seguita dopo 3-5 minuti da impacco con l’acqua “viva”, poi per 5-6 volte al giorno bagnare solo con acqua “viva”.
• Cefalea: bere 1/2 tazza di acqua “morta” alla comparsa del sintomo.
• Odontalgie: sciacquare la bocca con acqua “morta” per 5-10 minuti.
• Pirosi gastrica: bere 1/2 tazza di acqua “viva”.
• Acne: mattina e sera lavare le parti colpite con un acqua “viva” e lasciare asciugare
• Insonnia: l’assunzione regolare di un bicchiere acqua “viva” mezz’ora prima del pasto serale ha in genere effetti sulla quantità e sulla qualità del sonno.

Foto di Roger McLassus 1951

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