L’Associazione dei Chiropratici Italiani: “siamo laureati”

La chiropratica è una disciplina scientifica. E’ quanto ribadisce l’Associazione Italiana Chiropratici, che ricorda come l’Italia sia in netto ritardo nel riconoscimento pieno della professione e nella definizione del percorso formativo dei chiropratici. “I chiropratici sono professionisti sanitari laureati – spiega il presidente dell’AIC John Williams – In relazione alla chiropratica non si può non rilevare che a tutt’oggi si diffondono ancora informazioni del tutto errate circa la formazione e la scientificità della professione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità richiede infatti un percorso di studi di cinque anni a ciclo unico e prevede per il laureati in medicina e chirurgia un ulteriore percorso universitario di almeno due anni a tempo pieno. Mettere la chiropratica in Italia al pari degli altri paesi europei, per la tutela stessa della sicurezza dei pazienti è fondamentale per impedire che persone non adeguatamente formate, seppur in possesso di altre lauree dell’area sanitaria, possano esercitare una professione specifica e complessa come la chiropratica”.

 

 

La chiropratica negli altri paesi del mondo

Per illustrarla, si può partire dalle Linee Guida sulla formazione di base e le controindicazioni in chiropratica che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha emanato nel 2005 a seguito della constatazione che essa è diffusa e disciplinata in oltre 40 giurisdizioni tra cui Stati Uniti d’America, Canada, Australia, Svizzera, Gran Bretagna, Svezia, Norvegia, Danimarca, Francia, Cipro – tutti paesi nei quali è inserita nei Servizi sanitari nazionali – e la stessa Organizzazione afferma che uno dei vantaggi accertati propri della chiropratica è quello di essere una forma di trattamento economicamente efficiente dei disturbi neuro-muscolo-scheletrici.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità continua fornendo un quadro puntuale delle caratteristiche fondamentali della chiropratica, che la distinguono da tutte le altre professioni sanitarie, e delle competenze che il professionista laureato deve acquisire. La definisce come professione sanitaria dedita alla diagnosi, al trattamento ed alla prevenzione dei disturbi del sistema neuro-muscolo-scheletrico e degli effetti di tali disturbi sullo stato di salute generale e riconosce i laureati in chiropratica operatori sanitari di primo contatto in grado di inviare il paziente ad altre figure sanitarie quando ciò si riveli la scelta più opportuna nel suo interesse.

“Se guardiamo ai corsi di laurea riconosciuti in Europa e negli Stati Uniti vediamo che hanno tutti una durata minima di cinque anni a ciclo unico corrispondenti ad una nostra laurea magistrale, – prosegue John Williams – come è stato previsto anche nella norma del 2007 (L. 244/2007, art., 2,comma 355) non abrogata dalla legge n.3/18”.

“Pertanto, al fine di tutelare la sicurezza dei pazienti e di allineare la formazione in chiropratica delle università italiane ai corsi di laurea europei ed extraeuropei – afferma l’Associazione in una nota – dovrà essere delineato un profilo professionale che definisca le competenze del chiropratico in linea con quanto indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ed un percorso di studi universitari di cinque anni a ciclo unico come richiesto anche dalla Legge italiana.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *