11 specialisti salvano donna a Maria Pia Hospital grazie a chirurgia bloodless

Una donna pugliese di 62 anni rischiava una rottura dell’aorta toracica con conseguenze drammatiche. Sono intervenuti gli specialisti del Maria Pia Hospital, ospedale di Alta Specialità di GVM Care & Research a Torino.

 

 

 

 

Un caso molto particolare, che ha coinvolto 11 specialisti: i cardiochirurghi dott.ssa Comoglio, dott. Casabona, dott. Dyrda e dott. Mancuso, i chirurghi vascolari dott. Ferrero, dott.ssa Visentin e dott. Meloni, i cardioanestesisti dott. Costa e dott. Lupo, e due bioingegneri impegnati nella ricostruzione 3D del torace della paziente e nel planning endoprotesico.

 

Si trattava di una paziente bloodless: questi pazienti rifiutano emotrasfusioni per ragioni ideologiche o religiose. La dissezione di tipo Bmostrava una progressiva dilatazione con rischio di imminente rottura. A rendere il caso particolarmente complesso inoltre, vi era un’anemia persistente della paziente e una malformazione congenita dell’arco aortico chiamata “arco bovino”.

 

Dopo consulenze in diversi centri italiani che rifiutavano il caso per strategia definita impraticabile senza emotrasfusioni, il caso è giunto all’attenzione dell’Heart Team di Maria Pia Hospital.

Per curare la paziente, abbiamo individuato il giusto approccio nel debranching [riposizionamento] off pump dei tronchi sovraortici – spiega ladottoressa Chiara Comoglio, responsabile dell’Unità Operativa Cardio-Toraco-Vascolare dell’ospedale torinese. – Si tratta di un intervento ad elevata complessità che non viene offerto in tutti i centri cardiochirurgici, in quanto va eseguito da un team multidisciplinare dedicato con specialisti altamente qualificati. Presso Maria Pia Hospital è stato possibile unire la discussione multidisciplinare del team coinvolto all’expertise di oltre 20 anni di chirurgia bloodless con un protocollo dedicato, che rende i professionisti particolarmente fiduciosi nell’accettare casi che presentano una certa difficoltà e rifiutati da altri centri. Grazie a questi due elementi Maria Pia Hospital ha potuto affrontare in modo adeguato un intervento ad alto rischio”.

 

La paziente ora sta bene e potrà tornare a vivere la quotidianità.

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