Osteoporosi: 4.5milioni i casi in Italia

In Italia sono 3.500.000 le donne e 1.000.000 gli uomini con osteoporosi con 250.000 fratture dovute a questa patologia registrate ogni anno.

Purtroppo, a fronte di questi preoccupanti dati, la gestione dell’osteoporosi e delle fratture da fragilità nel nostro Paese non è appropriata. L’ultimo rapporto OSMED (Osservatorio sull’impiego dei medicinali) pubblicato da AIFA riporta che solo il 21% dei pazienti che hanno subito una frattura ricevono un trattamento antiosteoporotico.

“Le persone con fratture da fragilità – afferma Paolo Falaschi, past president e coordinatore della Education Committee della Fragility Fracture Network (FFN) – dovrebbero essere gestite nel contesto di un sistema clinico multidisciplinare che garantisca un’adeguata e efficiente valutazione e una buona preparazione preoperatoria. In pazienti con frattura di femore, il modello di gestione del paziente che vede collaborare geriatra, ortopedico ed altre professionalità (urgentista, anestesista, fisiatra, fisioterapista, infermiere) in un reparto di ortogeriatria dedicato, ha dimostrato di ridurre il tempo che precede l’intervento chirurgico, la durata della degenza ospedaliera ed il tasso di mortalità̀ intraospedaliera”.

Il Fragility Fracture Network (FFN) – l’associazione che raccoglie più di 800 soci in tutto il mondo e che ha come obiettivo l’ottimizzazione della presa in carico multidisciplinare del paziente con fratture da fragilità – ha rilanciato la Global Call to Action (CTA)firmata da sei organizzazioni internazionali (EFORT, EUGMS, FFN, ICON, IGFS, IOF) per determinare come avviare una collaborazione efficace e migliorare a livello globale la cura delle fratture.

La call to action sottolinea l’urgente necessità di migliorare i seguenti aspetti nella presa in carico del paziente con fratture da fragilità:

  • offrire assistenza multidisciplinare nella fase acuta al paziente con frattura del femore, fratture vertebrali e altre principali fratture da fragilità;
  • prevenire, sia nei giovani sia negli anziani, il verificarsi di fratture secondarie e successive fratture da fragilità;
  • offrire assistenza post-acuta continuativa e supporto nella riabilitazione per persone la cui capacità motoria sia compromessa da fratture di femore e altre importanti fratture da fragilità, al fine di ripristinare la loro mobilità e indipendenza.

Per facilitare la diffusione del messaggio della Global Call to Action, FFN ha promosso l’istituzione nel nostro Paese di FFN Italia.

“Le persone con fratture da fragilità – afferma Paolo Falaschi, past president e coordinatore della Education Committee della Fragility Fracture Network (FFN) dovrebbero essere gestite nel contesto di un sistema clinico multidisciplinare che garantisca un’adeguata e efficiente valutazione e una buona preparazione preoperatoria. In pazienti con frattura di femore, il modello di gestione del paziente che vede collaborare geriatra, ortopedico ed altre professionalità (urgentista, anestesista, fisiatra, fisioterapista, infermiere) in un reparto di ortogeriatria dedicato, ha dimostrato di ridurre il tempo che precede l’intervento chirurgico, la durata della degenza ospedaliera ed il tasso di mortalità̀ intraospedaliera.[1]

1Prestmo A, Hagen G, Sletvold O, Helbostad JL, Thingstad P, Taraldsen K, Lydersen S, Halsteinli V, Saltnes T, Lamb SE, Johnsen LG, Saltvedt I. Comprehensive geriatric care for patients with hip fractures: a prospective, randomised, controlled trial. Lancet 2015; 385:1623–33.

 

Paolo Falaschi, geriatra all’Università la Sapienza di Roma ha ricoperto nel biennio 2017-2018 la carica di presidente della Fragility Fracture Network e attualmente ne coordina l’Education Committee.

 

Nella foto il prof. Falasch

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