La Breast Unit della ASST di Monza vola a Londra  

Anna Abate tra le poche italiane alla Masterclass sugli interventi alla mammella

 

 

Che la professionalità e la qualità del lavoro della Breast Unit della ASST di Monza fosse riconosciuta a livello nazionale è un dato di fatto. Ma che la fama abbia varcato i confini italiani mette ancora di più in luce la preparazione e le capacità del team del San Gerardo.

La dott.ssa Anna Abate della Radiologia senologica è infatti stata invitata a rappresentare la ASST di Monza, tra i pochissimi centri italiani, a Londra dove si è tenuta una importante Masterclass sull’attività bioptica, le biopsie o interventistica della mammella.

“È stata un’esperienza di pieno rilievo – spiega la dott.ssa Abate -. Grazie al confronto con altre realtà importanti europee ed extraeuropee ho potuto da un lato constatare l’elevata qualità del nostro lavoro e dall’altra apprendere nuove tecniche e metodiche che saranno di prossima comparsa sulla scena sanitaria in campo senologico e che contiamo di mettere a disposizione delle pazienti che si affidano alla Breast Unit di Monza”.

Le biopsie al seno non sono più solo il semplice agoaspirato come era una volta. La tecnologia e le necessità terapeutiche si sono molto evolute, tant’è che oggi c’è proprio un settore di diagnostica interventistica senologica.

La Breast Unit della ASST di Monza, per essere al passo con i tempi e le evoluzioni, già da qualche anno ha creato un Centro Biopsie della Mammella dove vengono vagliate le caratteristiche del singolo caso per programmare la biopsia più idonea in base al tipo di lesione rappresentata; gli esami strumentali e le necessità terapeutiche che andranno ad affrontare i clinici. Sempre più di frequente si prelevano frammenti di tessuto che poi possono essere sottoposti a diversi tipi di test per programmare in maniera personalizzata il percorso di cura a partire dalla tipologia dell’intervento chirurgico. La tecnologia più complessa in questo campo è quella “vuoto assistita” con acronimo inglese Vabb (Vacuum Assisted Breast Biopsy) che permette di prelevare frustoli di diverse dimensioni e quindi ottenere tante informazioni da quel campione in più punti della mammella, guidata dalla mammografia o dall’ecografia e nei casi ancora più difficili dalla risonanza magnetica.

“Anche in questo caso le parole d’ordine sono presa in carico e multidisciplinarietà – sottolinea il direttore della ASST di Monza Mario Alparone -. È questo l’approccio vincente della Breast Unit. Garantire alle pazienti la possibilità di una valutazione del caso che coinvolge tutti gli specialisti coinvolti nella gestione del caso clinico (ad esempio Radiologi, Senologi, Oncologi, Psicologi, Chirurghi plastici con lo scopo di assicurare alle pazienti il miglior percorso diagnostico-terapeutico e di migliorare l’accesso alle cure e la tempestività d’azione tra il momento della diagnosi e quella dell’intervento in piena sintonia con gli obiettivi della legge regionale sulla presa in carico. In questi anni l’esperienza della Breast Unit della ASST di Monza vanta numeri rilevanti, che sono anche garanzia di successo, oltre 600 casi l’anno (4 volte il limite previsto dai parametri nazionali) con oltre 3000 pazienti all’anno, donne valutate nei controlli di verifica periodici”.

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