LE PRUGNE DELLA CALIFORNIA UN VALIDO ALLEATO CONTRO L’OSTEOPOROSI 

In Italia l’osteoporosi è un problema che colpisce circa 5.000.000 persone, come rivelano i dati diffusi dal Ministero della Salute.

Le donne sono i soggetti più a rischio, si stima che l’80% delle donne in post menopausa sia colpita dalla malattia, ma non solo, ne è affetto anche il 23% delle donne oltre i 40 anni e il 14% degli uomini con più di 60 anni. Le percentuali sono destinate a crescere con l’aumento dell’aspettativa di vita. Le possibilità di difendersi dalla patologia, che affligge le ossa rendendole particolarmente fragili, sono tutte connesse a uno stile di vita sano che vede la corretta alimentazione al centro della strategia di prevenzione.
Per questo, il California Prune Board conferma il proprio impegno nel supportare la ricerca nelle malattie dello scheletro nel mondo anche in occasione della Giornata Mondiale dell’Osteoporosi, promossa dalla International Osteoporosis Foundation e in programma il 20 ottobre 2019.

A tal proposito la dottoressa Annamaria Acquaviva, Dietista Nutrizionista del California Prune Board in Italia, raccomanda a tutte le donne, a prescindere dall’età, di seguire uno stile di vita attivo, una dieta equilibrata e che includa il consumo quotidiano di 50-100g di Prugne della California come snack o come ingrediente di gustosi piatti.

“Le Prugne della California sono un imbattibile alleato alla lotta contro l’osteoporosi. Sono ricche di vitamina K e fonte di manganese, indispensabili per mantenere le ossa in salute. Questi preziosi frutti beneficiano anche di un alto contenuto di potassio, indispensabile per il normale svolgimento della funzione muscolare, e di polifenoli, gli ‘spazzini dei radicali liberi’, che contribuiscono a sopprimere il tasso di perdita ossea”, spiega la dottoressa Acquaviva.

La tesi è confermata anche da numerosi studi scientifici condotti su donne in post-menopausa che dimostrano che il consumo quotidiano di prugne disidratate sia in grado di rallentare significativamente la perdita di massa ossea, riducendo, di conseguenza, il rischio di frattura osteoporotica.

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