Festa della mamma: come la pandemia ha trasformato la maternità
Proteggere neomamme e neonati: la parola a psicologi e pediatri
UNICEF stima che 116 milioni di bambini nasceranno nel corso della pandemia di COVID-19. Si prevede che questi bambini nasceranno entro 40 settimane da quando il COVID-19, che sta mettendo a dura prova i sistemi sanitari e le catene di approvvigionamento in tutto il mondo, è stato riconosciuto come pandemia l’11 marzo”. In Italia si prevedono circa 365.000 nascite.
Le neo-mamme e i loro bambini saranno accolti da una realtà certamente complessa, tra cui le misure di contenimento del virus adottate in ogni paese del mondo, il sovraccarico dei centri sanitari, la carenza di scorte e attrezzature mediche certamente differenti da paese a paese e l’insufficienza di assistenti al parto qualificati, poiché gli operatori sanitari, ostetriche incluse, sono spesso riassegnati ai reparti dove si prestano le cure ai pazienti di COVID-19.
In vista della Festa della Mamma, che si celebra in questi giorni in 128 Stati del mondo, c’è da chiedersi come cambia la maternità all’ombra della pandemia. Come si può proteggere neomamme e bambini non solo dai rischi sanitari, ma anche psicologici legati a questo particolare momento. La parola agli esperti.
La gravidanza e l’incontro con la maternità ha a che fare con l’attesa
La gravidanza è la fase della vita dell’annuncio e dell’attesa, della ricchezza e della creatività- spiega la dottoressa Giada Caudullo psicologa clinica e direttore didattico-scientifico del Centro Studi Bendessere di Solgar Italia- e l’attesa è uno stato d’animo che caratterizza tutta la gravidanza. Durante l’attesa avviene, dal punto di vista psicologico, una rivalutazione della sfera dell’Io. E’ una fase nella quale si genera il vissuto psichico legato alla meraviglia che sposta la centralità dal costrutto dell’Io al Noi. E’ il momento dell’immaginazione per tutte le donne in attesa. Per questo la fase che stiamo vivendo, legata alla paura ed al contagio, può esporre le mamme in attesa al senso di incertezza e minaccia dell’incolumità e della malattia. È un momento molto delicato dal punto di vista psicologico, in cui le madri vanno supportate dalla famiglia, dalla rete sociale, dai servizi sanitari e dalle istituzioni. Fondamentale per la salute del nascituro- prosegue Giada Caudullo- è lo stile di vita e l’alimentazione durante la gravidanza da parte della mamma, in quanto il tipo di alimentazione impatta anche sul microbiota intestinale del neonato. Accreditati studi in ambito neonatologico e pediatrico, hanno confermato come l’alimentazione durante la gravidanza, il tipo di parto, se naturale o cesareo, l’allattamento o meno al seno ed il tipo di alimentazione durante i primi tre anni di vita seguita dal bambino, siano variabili fondamentali da cui dipendono in buona parte resistenza, caratteristiche e variabilità della risposta immunitaria dell’organismo di un individuo durante tutta la vita.
Un consiglio nutrizionale alle neo mamme per affrontare questo momento? La funzionalità intestinale è fondamentale per il microbiota- aggiunge la dottoressa Caudullo- quindi consiglierei purea di papaya e avena, ricca di fibre e ad azione lenitiva per l’intestino e per il sistema digestivo intestinale per le neo mamme.
Mi sentirei inoltre di consigliare nell’alimentazione tutti quei nutrienti che supportino il tono dell’umore e quindi gli alimenti ricchi di magnesio, frutta e verdura di stagione e legumi, cibi ipernutrienti preziosi che contengano la vitamine C, sali minerali, antiossidanti, e soprattutto gli acidi grassi insaturi contenuti ad esempio nel pesce azzurro non da allevamento, ed ancora i polifenoli contenuti nei mirtilli.
Una riflessione importante- conclude la psicologa- la vorrei riservare anche a tutte le mamme con bambini in età scolare: In questi due mesi le madri si sono ritrovate a stretto contatto con le famiglie e gli affetti, dovendo garantire nell’organizzazione famigliare, oltre alla cura della sfera affettiva, anche i rinforzi sociali di cui i bambini in età scolare sono stati privati, ad esempio il rapporto con gli amichetti ed i compagni di scuola. Vorrei ricordare proprio in questi mesi di isolamento e distanziamento sociale, che il bambino sviluppa la funzione dell’empatia tra i 6 ed i 10 anni, e che la capacità di sviluppare o meno empatia, ovvero la capacità di mettersi nei panni degli altri e di percepirne, con sensibilità, gli stati d’animo; dipende proprio dal rapporto con i genitori e le figure di attaccamento primarie. I ritmi chiusi dell’era Covid, l’interruzione della trama sociale sono variabili rilevanti per lo sviluppo emotivo dei bambini e di questo è fondamentale che le madri ed i padri tengano conto, supportando psicologicamente i bambini, attraverso il gioco, la libera espressione delle emozioni, l’organizzazione dei ritmi della giornata ed un maggiore supporto affettivo a tutte le attività, anche didattiche.
Maternità e allattamento ai tempi del Coronavirus
Dopo il parto, il ruolo di madre assume nuovo vigore nell’allattamento: il latte materno è il veicolo per trasmettere al bambino tutti i nutrienti di cui ha bisogno per crescere. Ma l’allattamento si caratterizza anche come evento unico, essenziale per l’attaccamento del piccolo alla madre. Dal punto di vista psicologico è l’atto in cui riceve nutrimento , difesa e protezione.
Il Coronavirus Covid 19 preoccupa anche le mamme che allattano. Dalle evidenze attuali, che non sono numerose al momento, come sottolineato dalla SIN (Società Italiana di neonatologia) sembra che il virus non si diffonda da madre a bambino attraverso il liquido amniotico, il cordone ombelicale e nemmeno tramite il latte materno. Una madre positiva al Covid 19 può allattare? La valutazione va fatta sul quadro sintomatico. L’oms e l’Istituto superiore di sanità raccomanda dunque alle donne in gravidanza o in allattamento di applicare con scrupolo le misure di igiene raccomandate per l’intera popolazione (lavaggio frequente delle mani con sapone o soluzione alcolica e disinfezione degli ambienti e degli oggetti a contatto con madre e bambino). «Se la madre ha febbre, tosse e secrezioni con positività al virus o in corso di accertamento, per mantenere l’allattamento dovrebbe usare presidi come mascherine, potenziando le operazioni igienico sanitarie normalmente previste (lavaggio frequente delle mani), ed eventualmente utilizzare il tiralatte, per contrastare, con ogni mezzo, il rischio di trasmissione tramite vie respiratorie, spiega il dottor Luigi Piero Biondi, referente reparto di Pediatria, Casa Pediatrica Ospedale Fatebenefratelli Milano.
«Quando ci siano indicazioni, l’uso di presidi health care per l’allattamento può contribuire a rassicurare le mamme nel non interrompere un’ attività così importante dal punto di vista sia nutrizionale sia relazionale con il bambino», afferma Barbara Zancan, managing director di Medela Italia, azienda specializzata nell’allattamento materno, ma ancora più importante per loro oggi è avere rassicurazioni e informazioni. Per questo Medela ha creato una pagina sul proprio sito dedicata al Coronavirus, www.medela.it/covid-19, rispondendo alle domande più frequenti su gravidanza e allattamento. Il sito è aggiornato costantemente con le informazioni derivanti dagli studi scientifici e da fonti autorevoli come l’OMS”.
Comunicazione madre-bambino nell’era Covid19
E’ fondamentale scegliere le informazioni
I bambini necessitano di informazioni chiare e vere- spiegano i referenti dell’associazione per L’EMDR in Italia, filtrate in base all’età, in modo che possano essere comprese.
E’ importante non esporre i bambini o sovraesporli a immagine e notizie non adatte al loro livello di comprensione. E’ importante spiegare ai bambini che ci sono tante persone che si stanno occupando del coronavirus e sottolineare questi aspetti quando emergono in TV e via web.
Fondamentale dare sicurezza ai bambini
Ecco i consigli dell’associazione per l’EMDR in Italia
Dare sicurezza significa che i bambini possono continuare a fare le cose da bambini: giocare, parlare di cose divertenti fare i compiti e imparare cose nuove.
Stare con mamma e papà e altre persone di fiducia senza che vedano solo volti spaventati e allarmati. I bambini anche se piccoli osservano e comprendono. Un bambino per sentirsi sicuro ha bisogno di stare con un adulto in grado di trasmettere affetto e padronanza. In primis padronanza di se stesso.
I bambini notano le incongruenze degli adulti, ad esempio se viene detto loro: “Non c’è da avere paura”, e poi la famiglia fa scorte alimentari per un esercito, si può generare confusione e il bambino può chiedersi se fa bene a credere all’adulto in questione. Se può fidarsi. La fiducia è indispensabile per dare sicurezza.
A genitori ed educatori va ricordato che se non riescono a calmare loro stessi, non è possibile dare sicurezza ai bambini. In questi casi, farsi supportare da altri familiari o attraverso la comunità, rete di amicizie ed eventualmente specialisti è fondamentale.