PROSTATA INGROSSATA: AD ANCONA LA CHIRURGIA MININVASIVA CHE IMPIEGA IL VAPORE ACQUEO

La metodica è stata introdotta a metà marzo dall’Unità Operativa di Urologia Robotica e Mini-invasiva di Villa Igea, la prima ad adottarla nelle Regione Marche. Grazie all’energia termica, è possibile ridurre il volume della ghiandola di circa il 40%

 

 

 

 

 

 

 

 

L’iperplasia prostatica benigna (IPB), una patologia che viene diagnosticata ogni anno a più di sette milioni di uomini in Italia, si può trattare con una metodica mininvasiva che utilizza ilvapore acqueo. Si tratta della tecnologia Rezum, introdotta a metà marzo dall’Unità Operativa di Urologia Robotica e Mini-invasiva di Villa Igea (Gruppo Policlinico Abano) ad Ancona, la prima struttura ad averla adottata nella Regione Marche.

L’ipertrofia prostatica benigna colpisce l’80% degli over 50 e si manifesta con l’aumento volumetrico della prostata, la piccola ghiandola attraverso cui passa l’uretra, il condotto che dalla vescica porta l’urina verso l’esterno. Quando la prostata si ingrossa, viene ostacolata la fuoruscita dell’urina con conseguenti problemi di minzione e di ristagno e un aumentato rischio d’infezione. La patologia è progressiva, peggiora con il tempo e, se non adeguatamente trattata, può provocare danni permanenti alla vescica.

La tecnologia

La metodica è indicata per casi lievi, moderati e gravi e per pazienti che non rispondono o non tollerano la terapia farmacologica e desiderano mantenere sia la funzione erettile che quella eiaculatoria. “Abbiamo nuove armi per combattere questo problema della salute maschile, spesso trascurato e taciuto da molti uomini per l’imbarazzo che provoca”, spiega Angelo Cafarelli, direttore dell’Unità Operativa di Urologia Robotica e Mini-invasiva della Casa di Cura Villa Igea, uno dei principali reparti di riferimento nel centro Italia per la cura dell’IPB.

   “Questa nuova tecnologia – aggiunge lo specialista – utilizza energia termica sotto forma di vapore acqueo, che viene iniettato attraverso l’uretra nella prostata con una procedura endoscopica non invasiva, della durata di 5-10 minuti, grazie all’utilizzo di una sonda di pochissimi millimetri di diametro. Il vapore si disperde nello spazio tra le cellule tissutali e, contemporaneamente, si raffredda e si condensa. A contatto con il tessuto prostatico, il processo di condensazione libera l’energia termica immagazzinata nel vapore e determina la naturale eliminazione delle cellule in eccesso attraverso il normale metabolismo corporeo, riducendo così, nelle settimane successive all’intervento, il volume del tessuto prostatico che occlude l’uretra fino al 40%”.

Molti i vantaggi per il paziente: la minima invasività, l’intervento in regime di Day Surgery (il paziente viene ricoverato la mattina e dimesso nel pomeriggio), la rapidità e la facilità di esecuzione oltre al mantenimento della funzione sessuale. “Con le tecniche non invasive – aggiunge Cafarelli – viene conservata la funzione eiaculatoria nel 98% dei casi. Il nostro centro segue il paziente anche attraverso specifici momenti di counseling, che tengono conto dell’impatto delle cure anche sulla sfera intima e degli aspetti psicologici e di relazione, per sostenerlo in un percorso personalizzato”.

L’iperplasia prostatica benigna può essere una patologia asintomatica. “E’ importante rivolgersi al medico di fiducia e all’urologo anche in questo periodo di emergenza Covid – consiglia lo specialista – perché, nonostante il paziente pensi di avere una buona qualità di vita, la vescica potrebbe aver subito seri danni e, nel tempo, potrebbe non funzionare più, con la conseguenza di dover ricorrere al catetere”.

La scelta del trattamento chirurgico mini-invasivo va valutata in funzione della gravità dei sintomi e del volume prostatico. “Per patologie con sintomi e volumi prostatici importanti – specifica Cafarelli – è necessario, invece, un intervento definitivo. Si tratta dell’enucleazione prostatica con laser ad olmio, o HOLEP. E’ una tecnica che comporta la perdita dell’eiaculazione nell’80% dei casi ma non della funzione erettile. E’ una metodica chirurgica riconosciuta a livello mondiale come la più efficace e sicura per la quale il nostro centro è uno dei principali centri di riferimento in Italia”.

Incidenza, sintomi e corretti stili di vita

Come evidenzia uno studio del 2014 pubblicato sul British Medical Journal, il 90% degli uomini tra i 50 e gli 80 anni è affetto da IPB problematica (Rees J, Bultitude M, Challacombe B. The management of lower urinary tract symptomps in men. BMJ. 2014; 348: g3861).

I sintomi più comuni sono divisibili in due gruppi: quelli della fase di riempimento, o irritativi, e quelli della fase di vuotamento, ovvero ostruttivi. I primi sono l’urgenza e la frequenza minzionale, fino all’incontinenza, mentre i secondi consistono in un getto urinario debole e nella difficoltà ad avviare la minzione, detta esitazione minzionale, e possono arrivare fino alla ritenzione urinaria, cioè all’impossibilità di vuotare la vescica.

La patologia non ha veri e propri fattori di rischio, a parte l’essere maschio e l’età avanzata: gli uomini dopo i 40 anni subiscono un processo di ingrossamento prostatico legato alla degenerazione della ghiandola. E’ importante tenere in considerazione la familiarità, se si ha il padre o fratelli affetti da tale patologia. Certo è che uno stile di vita sano è un bene anche per la salute prostatica, benché non prevenga specificatamente l’insorgenza della IPB. Ad esempio, è bene condurre una vita salutare e non sedentaria ed evitare cibi troppo piccanti o abuso di alcolici per evitare le prostatiti.

L’attività dell’Unità Operativa di Urologia Robotica e Mini-invasiva

Il centro anconetano esegue più di 500 interventi endoscopici all’anno di chirurgia mini-invasiva per l’ipertrofia prostatica benigna con la tecnica Holep ed è struttura di riferimento per la cura delle patologie prostatiche. Nel corso degli anni in questo ambito sono stati effettuati circa 2.500 interventi endoscopici per IPB e, dal 2016 a oggi, sono stati effettuati circa mille interventi robotici.

 

NELLA FOTO

dottor Angelo Cafarelli

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