L’ITALIA TRA I PRIMI PAESI A USCIRE DALLA PANDEMIA. ORA CHE SIAMO ALLA FINE, EVITIAMO MISURE TROPPO STRINGENTI CHE POTRANNO AVERE RIPERCUSSIONI SUL FUTURO
Al Festival della Scienza Medica di Bologna l’epidemiologo di Stanford,
considerato uno dei 10 scienziati più importanti al mondo.
“Le previsioni sul Covid sono state spesso fallaci,
ma alcuni Paesi più di altri sono vicini alla fine, come l’Italia e i Paesi più vaccinati.
Presto avremo più protezione dal Covid che non dall’influenza”.
E ancora: “Chiusura delle scuole un errore: pensiamo al benessere dei più piccoli”
“Abbiamo sbagliato spesso le nostre previsioni, a causa di dati spesso non sufficienti, mancanza di trasparenza unita a quella di esperienza e conoscenza, ma siamo migliorando”: con il suo consueto understatement John Ioannidis è intervenuto al Festival della Scienza Medica, in programma oggi in live streaming da Bologna (www.festivalscienzamedica.it) con un’intervento dal titolo “Lezioni di epidemiologia alla fine della pandemia”.
L’epidemiologo statunitense è infatti convinto che siamo realmente vicini all’endemizzazione, anche se con significative differenze tra le varie parti del mondo: “L’Italia ha percentuali di vaccinazioni ottime, soprattutto per quanto riguarda la fascia degli over 65, quella più esposta al rischio di conseguenze gravi”. La stratificazione del rischio è uno dei concetti sui quali Ioannidis si sofferma maggiormente: “ci sono fasce d’età che presentano una differenza di rischio di 10mila volte superiore a quelle più giovani, come ad esempio i bambini. Il tasso di letalità della malattia è estremamente variabile: se la media è dello 0,15%, saliamo allo 0,4% in Europa, dove la popolazione è mediamente più anziana, per scendere sotto allo 0,1% in Africa. Dunque mettere in sicurezza le categorie più fragili, dagli anziani alle persone con patologie, è un dovere imprescindibile, se vogliamo agire nell’orizzonte della medicina di precisione”. Le difficoltà nel tenere sotto controllo la pandemia sono legate al ruolo degli asintomatici, “invisibili” vettori di virus. “Anche se – dice Ioannidis – le misure drastiche, come i lockdown imposti ad intere nazioni, non hanno portato a grossi miglioramenti, mentre ad esempio stoppare i grandi eventi si è rivelato efficace”. Ioannidis cita anche due trial randomizzati da lui condotti sull’utilità delle mascherine: “il loro utilizzo porta a una riduzione del 10% del rischio, non altamente significativa”. Oltre a ciò, Ioannidis evidenzia le possibili conseguenze secondarie del Covid: “è indubbio che la pandemia sia stata un crash test per la tenuta dei Sistemi Sanitari, soprattutto di quelli che negli ultimi anni avevano subito dei tagli, come da voi in Italia. Questo ha portato indirettamente anche ad un aumento di morti al di sotto dei 75 anni attribuibili a carenze del sistema sanitario”. Di certo però il Covid ha dato una lezione: “se riuscissimo ad agire con lo stesso pugno di ferro anche rispetto ad altre morti evitabili potremmo risparmiare, ad esempio, le numerosissime morti legate al fumo. C’è molto da fare in termini di educazione sanitaria e di prevenzione”. Sulla chiusura delle scuole: “è stata una scelta sbagliata, considerato l’impatto devastante sul benessere sia dei bambini che delle loro famiglie”.
Sui vaccini: “sono stati una conquista importantissima, anche a livello psicologico perchè ci hanno fatto finalmente vedere una possibile fine della pandemia. Oggi siamo al 40% della popolazione mondiale vaccinata, dubito che riusciremo in tempi brevi ad arrivare al 70%, ma i vaccini ci possono traghettare verso una situazione endemica in cui rischieremo di meno a contrarre il virus Sars-CoV-2 che non l’influenza, a patto, ovviamente, che non si presentino nuove mutazioni”.
Col titolo “Covid-19. Cosa abbiamo imparato dalla pandemia” torna il 6 novembre 2021 in diretta da Palazzo Pepoli di Bologna il Festival della Scienza Medica, ideato da Fabio Roversi-Monaco e giunto alla settima edizione, promossa da Fondazione per la Promozione e lo Studio della Scienza Medica, in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e l’Università di Bologna e con il supporto del Gruppo Intesa Sanpaolo. Obiettivo dell’incontro è promuovere una riflessione su quale eredità la pandemia abbia lasciato e se vi siano – nella complessiva tragedia – insegnamenti da non disperdere, per progettare un sistema più previdente ed efficiente.
Il Festival ha il Patrocinio della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Bologna e della Città Metropolitana di Bologna. IntesaSanpaolo e Farmaindustria sono main partners della manifestazione, che gode anche del sostegno incondizionato di Alfasigma, Astellas, AIOP, Colibrì, Dompè, Gruppo Villa Maria, Sanipiù, Rekeep, EmilBanca e Coswell.