Infermieri: in un mese il 117% in più di contagi, ma la terza dose frena i rischi rispetto alla crescita del 222% nella popolazione

Subito meno burocrazia e maggiore considerazione alla categoria
per sbloccare l’assistenza: senza infermieri non c’è salute

In un solo mese gli operatori sanitari positivi sono aumentato del 117% e di questi l’82% sono infermieri.

Si è passati infatti dai 3.684 del 28 novembre agli 8.001 del 28 dicembre il che si traduce in un aumento di oltre 3.500 infermieri in più, una media superiore ai 100 al giorno, ma con picchi anche fino a 7-800 – che hanno contratto il virus in un solo mese.

Tuttavia, la terza dose ha i suoi effetti: nella popolazione generale, infatti, dove non è ancora diffusa capillarmente la crescita percentuale dei contagi nello stesso periodo è stata del 222%, circa doppia rispetto agli operatori sanitari che ormai hanno ricevuto quasi tutti la dose booster. I vaccini funzionano quindi e sono un’arma essenziale contro la pandemia, grazie ala quale ormai non registriamo da mesi (dall’inizio del 2021) casi gravi o decessi, fermi ai 90 del 2020.

“Ma non si può lasciare l’assistenza al caso – sottolinea la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) – e se già prima della pandemia la carenza di infermieri era di oltre 60mila unità, con la pandemia si è evidenziato un fabbisogno dei nostri professionisti che importanti centri di ricerca, Università e la stessa Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari, quantificano da quasi 80mila a oltre 100mila”.

“Nella manovra di Bilancio però – incalza FNOPI – gli infermieri non compaiono e nessuno si sta curando di dare soluzione nel breve termine a un’assenza determinante non solo per i pazienti Covid che proprio per le nuove caratteristiche del contagio possono essere in gran parte assistiti a domicilio, ma anche per i non-Covid che devono necessariamente essere assistiti a casa e che non trovavano già prima gli infermieri necessari a farlo e ora vedono solo un netto peggioramento della loro condizione”.

“E’ ora di sganciarsi dai vecchi modelli – continua FNOPI – su cui nessuno più a livello internazionale fa conto e di aprire davvero una stagione di riforme che veda una programmazione della formazione infermieristica in grado a medio e lungo termine di coprire le carenze evidenti e lo faccia con la qualità necessaria di infermieri specializzati e formati da docenti che siano della stessa professione”.

“In questo senso – spiega la Federazione – andava un emendamento segnalato, ma poi sparito dalla legge di Bilancio che prevedeva con costi minimi (2 milioni per il 2022 e poco di più per gli anni successivi) l’immissione in ruolo di un certo numero di infermieri già abilitati alla docenza e che avrebbero consentito, con la giusta programmazione dei posti a bando, di formare secondo parametri di qualità i professionisti necessari per colmare la carenza”.

“A breve termine, invece, – continua – (perché Covid è ora) è necessario dare spazio a misure che consentano ai nostri professionisti di essere sburocratizzati da lacci e lacciuoli che ormai non hanno senso, come il vincolo dell’esclusiva che limita lo spazio di azione di chi già è in servizio, penalizzando e riducendo fortemente l’assistenza ai cittadini”.

“Magari, intanto,  – aggiunge – anche con un segnale di vera attenzione a una categoria che ha registrato da inizio pandemia decine di morti e quasi 130mila contagi, consentendo subito l’assegnazione di quell’indennità infermieristica già prevista e finanziata nella manovra di Bilancio 2021 e quindi a costo zero, ma mai assegnata perché ancora una volta legata alla burocrazia di un contratto che per il suo iter, anche fosse firmato domani, cosa del tutto improbabile se non impossibili,  dovrà attendere ancora mesi per essere applicato, mentre la pandemia non aspetta e i nostri professionisti per questo non si tirano davvero indietro e non hanno mai lasciato solo nessuno”.

“Chiediamo – conclude la Federazione degli ordini degli infermieri – maggiore attenzione dal Governo, che ascolti il Parlamento che con una serie di emendamenti ‘dimenticati’ alla legge di Bilancio 2022 avevano indicato una strada corretta e siamo disponibili a un confronto immediato e a lavorare insieme per trovare subito le soluzioni necessarie a evitare che la situazione si trasformi in un vero e proprio allarme sociale”.

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