Isole Canarie, terre di contrasti e paradiso della geologia

Alle Canarie la natura fa sentire tutta la potenza degli elementi: l’acqua dell’oceano, l’aria dei venti, la terra delle sue rocce e il fuoco dei suoi vulcani.
Quale posto migliore per celebrare il 22 aprile l’Earth Day, la giornata mondiale della Terra?

Questo arcipelago è nato ed è stato plasmato nel tempo
dalla forza creatrice dei vulcani e proprio per questo
incanta i suoi visitatori. Su queste piccole isole, in spazi
limitati, coesistono ambienti dai forti contrasti: aridi
paesaggi lunari e foreste lussureggianti, pianure
modellate dalla lava e scogliere a strapiombo sul mare,
lunghe spiagge caraibiche e piscine naturali nascoste

tra gli scogli.
Ricercatori e appassionati trovano alle Canarie una geodiversità spettacolare che è riconosciuta
universalmente, tanto che l’UNESCO ha dichiarato sulle otto isole ben sette Riserve della Biosfera e
quattro territori dichiarati Patrimonio dell’Umanità. Inoltre, ci sono quattro parchi nazionali, sette
parchi naturali e 146 aree naturali protette. (Scopri tutte le aree protette)
Qui si è fatta la storia della geologia, dal XVIII secolo le
isole sono meta di escursioni e viaggi di ricerca per la
varietà di formazioni rocciose e per la ricchezza
mineraria: nelle isole si trovano basalti, trachiti,
fonoliti, quarzi e sodaliti. Il padre della vulcanologia,
Charles Lyell, citò nel libro “Principi di geologia” Las
Palmas de Gran Canaria per la sua unicità. Leopol Von
Duch ha coniato il termine “caldera” per la prima volta riferendosi alla Caldera de Taburiente, Parco
Nazionale di La Palma.
Le Canarie più giovani… geologicamente parlando
I rilievi montuosi delle isole più giovani, le vette maggiori, sono in grado di arrestare la corsa dei venti
Alisei che attraversano l’Oceano Atlantico, generando un microclima favorevole alla conservazione di
un ambiente umido, cosiddetto preistorico. “Questo spiega l’incredibile vegetazione delle foreste di
lauro e la ricchezza mineraria, visibile su certe spiagge di sabbia nera di La Palma, El Hierro e La
Gomera” afferma José Francisco Pérez Torrado, geologo e professore presso l’Università di Las
Palmas de Gran Canaria.

Le più antiche isole delle Canarie
Le isole come Lanzarote, La Graciosa e Fuerteventura
che risalgono a un’età geologica più antica (con oltre
20 milioni di anni) hanno terreni fertili, grazie alle
eruzioni vulcaniche che ci sono state nel passato. La
vegetazione è diversa e le coste presentano lunghe
spiagge di sabbia bianca. “Le montagne sono più
basse – continua Pérez Torrado – non hanno
un’altitudine in grado di intrappolare gli Alisei, il clima
e la vegetazione corrispondono alla fase erosiva delle
isole di tipo vulcanico. Il Parco Nazionale di Timanfaya,
nei comuni di Yaiza e Tinajo, a Lanzarote, e la spiaggia di El Cotillo, a La Oliva, a Fuerteventura, ne
sono degli esempi.
Gran Canaria e Tenerife, terre di mezzo
Rispetto alle isole più giovani e a quelle più antiche, Gran Canaria e Tenerife corrispondono a un
periodo geologico intermedio, queste isole sono cresciute in un periodo compreso tra i 16 e i 5
milioni di anni fa circa. Si possono scoprire le caratteristiche geologiche facendosi guidare lungo le
escursioni nel Parco Nazionale del Teide. Le scogliere disegnano la forma di queste isole, modellando
le aree coperte da vegetazione come a la Cruz de Tejeda o a la Degollada de Las Palomas sull’isola di
Gran Canaria.
L’arcipelago delle Canarie celebra così la vitalità e l’energia della natura terrestre: ammirare i profili
delle isole, percorrere i suoi sentieri e camminare lungo le sue spiagge di sabbia bianca o nera è come
fare una passeggiata nel tempo, dare uno sguardo all’universo che cresce, si espande, muore e
rinasce.

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