Longevità e consumo di olio extravergine: il “caso” Molise

MONINI PER IL 2°ANNO A FIANCO DI FONDAZIONE UMBERTO VERONESI

A tavola non si invecchia, a patto che si consumi regolarmente olio extravergine di oliva. È quanto tenterà di dimostrare Emilia Ruggiero, la ricercatrice dell’Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed di Pozzilli (IS) “adottata” nel 2022 da Monini attraverso il finanziamento completo della borsa di ricerca assegnata da Fondazione Umberto Veronesi, attraverso il bando pubblico annuale. L’azienda di Spoleto conferma così per il secondo anno consecutivo il proprio impegno a favore della ricerca scientifica italiana.

A dare il via ufficiale allo studio l’annuale cerimonia dedicata ai finanziamenti alla ricerca di Fondazione Umberto Veronesi, svoltasi giovedì 12 maggio nella simbolica cornice dell’Università Statale di Milano. Un evento istituzionale, aperto da importanti messaggi delle più alte cariche Istituzionali Italiane, e che rappresenta l’occasione per celebrare la ricerca scientifica italiana, le sue eccellenze, la sua vitalità e la sua centralità nella vita quotidiana di ognuno di noi.

Proprio dalla vita di tutti i giorni prende le mosse lo studio di Ruggiero, uno dei pochi nel panorama internazionale a valutare empiricamente gli effetti del consumo regolare di olio extravergine di oliva sulla longevità. Una peculiarità che le è valsa una delle 138 borse di ricerca assegnate quest’anno ai migliori candidati selezionati nel campo dell’oncologia e della prevenzione e stili di vita.

La ricerca, denominata non a caso Moli-sani, prende in esame – tramite somministrazione di questionari dettagliati – le abitudini alimentari di un target di circa 25 mila residenti di 30 diversi comuni del Molise, di età uguale o superiore a 35 anni, selezionati mediante campionamento casuale e seguiti fin dal 2005. Nello specifico il progetto “adottato” da Monini prevede di analizzare la relazione tra consumo di olio extravergine di oliva, misurato al momento di ingresso nello studio, (ossia nel periodo 2005-2010), e rischio di mortalità al 2019, ossia dopo circa 13 anni.

L’obiettivo è quello di capire se un consumo regolare di olio di oliva possa di fatto ridurre il rischio di morte prematura, aumentando quindi la longevità dei partecipanti.  

Numerosi studi – ha spiegato Ruggiero – soprattutto di stampo sperimentale hanno messo in evidenza le proprietà benefiche dell’olio evo, ma è necessario aggiungere un ulteriore tassello e verificare nella popolazione reale se e in che misura il consumo regolare possa rappresentare un valido alleato per la longevità. Lo faremo analizzando un’ampia popolazione italiana del Sud Italia, le cui abitudini alimentari sono di chiara ispirazione mediterranea. La sfida è proprio questa: capire quanto l’olio extravergine di oliva possa ulteriormente portare dei vantaggi a fronte di uno stile di vita mediterraneo che già sappiamo essere associato a un ridotto rischio di malattie e a una maggiore sopravvivenza”.

Per noi – hanno commentato Maria Flora e Zefferino Monini, terza generazione alla guida dell’azienda – è un dovere morale, oltre che un onore, offrire il nostro contributo per rafforzare la conoscenza di questo straordinario prodotto, che grazie alla scienza può diventare un alleato ancora più prezioso per la salute. Siamo fermamente convinti del ruolo primario della ricerca scientifica nella società e per questo abbiamo assunto, attraverso il nostro piano di sostenibilità “A Hand for the Future”, il formale impegno a sostenerla per i prossimi dieci anni e oltre”. 

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