È la stampa bellezza! (cronaca di uno scoop)

di. Emi Tempesta

Humphrey Bogart: “È la stampa bellezza… la stampa. E tu non ci puoi fare niente… niente” (dal film L’ultima minaccia)

Roberto Mercadini, quello che fino ad oggi credevamo essere un ingegnoso youtuber, poeta, scrittore, attore, in realtà è… aprite gli occhi, l’attrice israeliana naturalizzata statunitense Natalie Portman che occasionalmente, con un’apprezzabile performance artistica, ama indossare i panni di un finto affabulatore italiano. A questa sorprendente, ma inconfutabile, conclusione è arrivato il nostro gruppo Muckraker, che raccoglie nelle varie sezioni giornalisti investigativi in tutto il mondo, dopo aver accuratamente soppesato alcuni indizi che nel tempo si sono sommati ad altri indizi e ad altri indizi ancora. Troppi per poter essere considerati tutti casuali. E una decisiva prova finale ha chiuso il cerchio; anche se, siamo sicuri, ci pioveranno addosso le solite accuse di complottismo.
Ma spieghiamo come è andata, dai primi sospetti alla “pistola fumante”. Il sedicente Mercadini, in un suo monologo del 4 giugno 2020 intitolato Il paradosso della Gioconda, ha messo in ridicolo l’ipotesi che il celeberrimo ritratto di Leonardo in realtà sia un autoritratto. Definendola una “leggenda strampalata che si tenta di dimostrare affiancando un’immagine divisa a metà, con mezzo ritratto di Leonardo e nell’altra metà il mezzo volto della Gioconda che non si assomigliano in nessun modo”. E subito dopo aggiungendo: “…allo stesso modo si potrebbe dimostrare che io in realtà sia Natalie Portman”. Attrice che aveva già citato, tirandola in ballo per un altro esempio, in un precedente video.

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E allora ci siamo chiesti: perché cita proprio, e per due volte, Natalie Portman e non Demi Moore, piuttosto che Angelina Jolie o Nicole Kidman? Soltanto un caso?
Portman è un nome d’arte. E port in inglese, nell’inglese antico, è un sinonimo di door, ma nel significato di porta urbica, o di città. Quindi la traduzione letterale di Portman è L’uomo della porta urbica. Il fantomatico Mercadini dichiara di essere nato a Cesena, città che annovera una cinta muraria, ancora per ampi tratti conservata, in cui si aprivano svariate porte: la Cervese, la Figarola, la Trova, e dove si aprono tuttora la Porta Fiume, la Montanara, la Santi. Soltanto un caso?
Natalie Portman, oltre all’ebraico e l’inglese, parla correntemente tedesco, francese, giapponese e studia l’arabo. E l’italiano? Neppure una parola? O finge di non parlarlo? Mercadini non è ebreo, ma conosce l’ebraico che, sostiene, ha studiato per leggere la Bibbia in lingua originale. L’inglese non vanta di conoscerlo, ma neppure lo nega e nelle citazioni occasionali la sua pronuncia è ineccepibile. A giudizio concorde di tre madrelingua newyorkesi, tradisce un accento simile a quello di New York City, ma più sottile. Tipico di Long Island che Big 7 Travel, sito web che fornisce consigli aggiornati e accurati, ha votato come il meno sexy degli Stati Uniti. Ebbene Natalie Portman dall’età di tre anni si è stabilita permanentemente con la famiglia a Syosset, centro di 12 mila abitanti su Long Island. E la pronuncia inglese di Mercadini, per quanto impeccabile, non suona certo sexy. Tutto casuale?

La Portman è del segno dei gemelli. Ecco le caratteristiche dei nati sotto questo segno zodiacale: “Sono irrequieti ed amano raccogliere informazioni preziose e versatili. Ragionano molto rapidamente e sono troppo impazienti di conoscere tutto e in fretta. Sono in grado di fare più cose rispetto a quelle che stanno pensando nel medesimo istante ed amano i giochi enigmistici e di intelligenza. Possiedono un’ottima dialettica”. L’esercito di follower di Mercadini non può non riconoscere in questi tratti il carattere del loro youtuber preferito. Soltanto un caso che il sedicente Mercadini nelle sue biografie ometta il giorno e mese di nascita?

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Natalie Portman è del 1981, Mercadini sarebbe nato nel 1978, 44 anni, ma ne dimostra due o tre di meno. Soltanto un caso?
E ancora. Natalie Portman è vegana. Mercadini, nel suo monologo intitolato Quando mi hanno scambiato per un nazi-vegano, prende spunto dall’essere stato a Milano in un’hamburgheria dove ha scelto di mangiare un hamburger vegano. Soltanto un caso? Questo basterebbe, ma c’è di più.
La Portman, quando è negli Stati Uniti, partecipa spesso a incontri con gli studenti nelle maggiori università per sensibilizzarli alle attività umanitarie e al sostegno delle onlus. Ed è testimonial della campagna Literally Healing che sostiene i bambini affetti da sclerosi laterale amiotrofica. Mercadini collabora con l’Università di Bologna per sostenere i progetti finalizzati alla sostenibilità ambientale. E in un suo recente monologo, costruito in collaborazione con Diabete Romagna Onlus descrive gli ostacoli che devono affrontare i bambini diabetici. Dunque entrambi colti, intelligenti, sensibili alle problematiche dei bambini, generosi e disponibili. Un identikit che li accomuna. Soltanto un caso?
Se tutto questo ancora non bastasse, osservate le due immagini. Al netto del lattice per creare qualche lieve ruga sulla fronte, delle piccole protesi in silicone per simulare le palpebre più basse, della plastilina per modificare la forma delle orecchie, del camouflage per ridurre il volume delle labbra, del pelo di yak per rendere più ispide e incolte le sopraciglia, della cera opaca per rendere i capelli più wild e della barba finta, non sono uguali come due gocce d’acqua? Chi può negarlo?
L’abile truccatrice cinematografica da noi rintracciata – di cui non riveliamo il nome avvalendoci delle norme (legge 69/1963) che tutelano le fonti giornalistiche -, una vera artista nel suo lavoro, quando ha capito che era inutile negare ha confermato tutto: “Sì, è vero, ormai è un segreto di Pulcinella. Chiederò scusa a Natalie per avere tradito la sua fiducia. Del resto credo che anche lei cominciasse a stancarsi di questo gioco che la costringeva un paio di volte a settimana a sedute di non meno di quattro ore di trucco e strucco. Per non parlare dei continui viaggi intercontinentali tra il JFK e il Luigi Ridolfi“.

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Del resto abbiamo sottoposto i volti, a due tecniche biometriche: con l’analisi facciale generalizzata e quella regionale adattativa, che funzionano in base a valori misurati rispetto alla variabile associata ai punti del volto. I fattori chiave includono la distanza fra gli occhi, la profondità delle orbite, la distanza tra la fronte e il mento, la forma degli zigomi e il contorno di labbra, occhi e mento. Il risultato ha confermato che si tratta di due volti non somiglianti ma “identici”. Il processo di cattura del viso a cui le fotografie sono state sottoposte traduce le informazioni analogiche (il volto) in una serie di informazioni digitali (i dati). Il tutto viene trasformato in una formula matematica. Un codice alfanumerico definito faceprint, o impronta facciale. Unica come le impronte digitali. Ebbene per Portman e Mercadini il codice è identico: LI/10.9.1.16/AR.
E si è mai vista una fotografia dove Natalie Portman e Mercadini appaiano insieme? Certo che no, visto che sono la stessa persona. Quest’ultimo indizio, forse il più pesante, esclude anche l’ipotesi alternativa che si tratti di fratelli gemelli. E tanto meno sorelle gemelle. Perché in questi ultimi due casi di fotografie ne esisterebbero, fin da bambini, a dozzine. E invece nulla, neppure una.
Rimane da domandarsi, ma perché Roberto Mercadini, cioè Natalie Portman… sì insomma la Portman camuffata da Mercadini nei suoi monologhi ha voluto puntare un riflettore sulla se stessa americana? Non sapremmo; forse rendendosi conto che prima o poi qualcuno avrebbe notato la somiglianza ha pensato che il modo migliore fosse agire di anticipo. Ma il giochetto per Natalie è finito. Aveva fatto male i conti con il giornalismo investigativo.
Dopo aver ricevuto i risultati delle due tecniche biometriche e prima di rendere pubblico questo clamoroso scoop, come doveroso abbiamo contattato l’attrice per darle facoltà di replica, domandandole: “Do you admit or deny that you live a double life like Natalie Portman in the United States and Roberto Mercadini in Italy?” La risposta, prima di staccare bruscamente la linea, è stata una sola parola: “Idiots!” Abbiamo poi mandato una mail a Roberto Mercadini, che alla stessa domanda… sì certo, in italiano, ha risposto con una sola parola: “Idioti”. Soltanto un caso?

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Epilogo

C’è un monologo su Youtube, del 29 ottobre 2018, intitolato “Diventare un altro” in cui Roberto Mercadini, rifacendosi alla tradizione nella cultura ebraica dello Yom Shabbath (il settimo giorno di riposo) e a uno stimolante racconto che si trova nel Talmud babilonese, ci invita “a ricavarci un giorno, o solo un’ora, o un momento, un respiro in ogni ora, in cui ricordare di fermarci, di non produrre, per ricavarci delle situazioni in cui non siamo schiavi di niente e di nessuno; perché altrimenti rischiamo di perdere noi stessi, il nostro nome, il nostro cuore, di dimenticare chi siamo veramente“. Insomma ogni tanto dovremmo diventare אַחֵר (pronuncia aher, vocali aspirate, r morbida, in ebraico un altro).
E allora? Allora quell’ingiuria, idioti, potrebbe non limitarsi, nella parodia di uno scoop, a smentire che Roberto Mercadini sia un’illusione ottica. Potrebbe spingerci a capire molto di più. Suggerirci di diventare un altro; così, ogni tanto, magari soltanto per la durata di un respiro. Sta a noi decidere se accettare il consiglio, ciascuno a modo proprio. Noi lo abbiamo fatto assumendo, per un “respiro” durato un anno, il nom de plume di Emi Tempesta.

La riproduzione (a colori su tablet) della seducente elaborazione grafica dei volti sovrapposti ci è stata cortesemente concessa dall’autore, Sakis Chatzianagnostou.

© 2022 TutteStorie! Ma allevate all’aperto.

SALUTI

Ciao a tutti. Questo è l’ultimo link che vi mando con una mia storia.
È una narrazione, non un racconto. Si intitola “È la stampa bellezza! (cronaca di uno scoop)”. Non aggiungo altro per non rovinarvi la sorpresa. Spero vi diverta.Si conclude così il progetto solidale/letterario (TutteStorie! Ma allevate all’aperto), nato in comune accordo con la torinese International Help Onlus e che ho firmato con lo pseudonimo Emi Tempesta. Questo il link della presentazione del progetto pubblicata a suo tempo sul sito della Onlus: https://internationalhelp.it/2021/09/26/tutte-storie/
Ora vorrei chiedervi, se l’iniziativa vi è piaciuta, se i miei racconti… almeno uno dei miei racconti in questi ultimi 12 mesi vi ha fatto piacevolmente compagnia, di prendere in considerazione una donazione in favore della Onlus.
Troverete qui gli estremi per l’eventuale versamento bancario: https://internationalhelp.it/donazioni/ (l’IBAN presso Intesa Sanpaolo è IT80H0306909606100000116096). Potete indicare la casuale che preferite, ma se volete aiutarmi a fare un bilancio dell’iniziativa potete scrivere “Progetto TutteStorie!”. E potreste erogare (non costa nulla) il 5xmille a International Help Onlus, firmando l’apposito riquadro della dichiarazione indicando il codice 97561000015.Sappiate che International Help non ha costi di apparato, tutti a carico dei volontari. Quindi ogni euro donato viene consegnato interamente a chi ne ha bisogno.

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