Ultraplacad, la biopsia liquida dal DNA tutto italiano

Sono stati presentati oggi a Roma i risultati di Ultraplacad, lo studio condotto a partire dal 2015 da un team internazionale di accademici ed esperti per la realizzazione di una nuova metodica di biopsia liquida per la diagnosi precoce del tumore colon-retto.

La ricerca che ha visto il coinvolgimento di 13 soggetti di 7 paesi europei (Austria, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Olanda, Repubblica Ceka) fra università, centri di ricerca, laboratori e aziende, ha potuto contare su un coordinamento scientifico tutto italiano da parte del  consorzio interuniversitario Italiano Biosistemi e Biostrutture (INBB) e del Professor Giuseppe Spoto dell’Università di Catania. Il progetto sviluppato nell’ambito del programma di finanziamento europeo Horizon 2020 intervienesul campo di ricerca delle “biopsie liquide” indagini cioè volte a permettere la diagnosi precoce di tumori non tramite prelievo di campioni di tessuto ma tramite l’individuazione di biomarcatori presenti nel flusso ematico, quindi tramite un semplice prelievo di sangue, ha portato anche alla realizzazione di un innovativo prototipo industriale di macchinario di analisi efficiente e dai costi contenuti, attualmente già in fase di test presso l’Istituto IFO-Regina Elena di Roma. Le novità introdotte da Ultraplacad riguardano le modalità di rilevamento delle cellule tumorali. Fino ad oggi, infatti,  le metodiche usate si basano su sistemi di sequenziamento del DNA in grado di estrarre e costruire le catene genetiche a partire dalle esigue tracce di cellule presenti nel flusso sanguigno. È necessario però trattare i campioni e ottenere una loro amplificazione per poter renderli leggibili (la tecnica più diffusa si chiama PCR). ULTRAPLACAD supera questa situazione e stabilisce un nuovo punto di riferimento per la ricerca in materia di biopsia liquida dal momento che non richiede trattamenti di amplificazione dei campioni eliminando il rischio di errori connessi alla manipolazione; utilizza un sistema plasmonico, cioè studia la composizione cromatica dei campioni esposti a determinate fonti luminose, per individuare eventuali anomalie nella sequenza del DNA;  rende possibile in contemporanea l’analisi e l’indagine di due marcatori differenti: il DNA e le proteine rendendo in questo modo la diagnosi più precisa e sicura.

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