Milano: cultura, verde pubblico e sussidiarietà

di  Giampaolo Berni Ferretti

 

 

Ne discuteremo mercoledì 17 febbraio 2021 alle ore 18.30 al Webinar organizzato
dall’Associazione Milano Vapore (www.milanovapore.it ): "Giardini Pubblici: l’importanza
del verde nelle città del futuro" (Pagine Web dell’evento:
https://www.wikimilano.it/wiki/Milano_Vapore/WebinAir_Webinar_MILANO_VAPORE_
2021_-
_%22Giardini_Pubblici:_l%E2%80%99importanza_del_verde_nelle_citt%C3%A0_del_fut
uro%E2%80%9D ), interverranno:
.
Introduce: avvocato Giampaolo Giorgio Berni Ferretti (Presidente Associazione Milano
Vapore)
Relatori:
*Gabriele Albertini (già Sindaco di Milano).
*Achille Colombo Clerici (avvocato e Presidente Assoedilizia).
*Enrico Pluda Presidente Associazione Agiamo (Presidente Associazione AGIAMO-
giardini Indro Montanelli).
*Caterina Azzi (Presidente Associazione Amici della Guastalla).
*Paola Brambilla (Avvocato e Coordinatrice Comitato Giuridico WWF Italia).
*Dott. Agronomo. Giovanni Sala (Founding Partner LAND srl)
*Violetta Fortunati (giornalista del Il Giorno- socia Associazione Area Cani del Parco
Sempione).
*Gianluca Comazzi (Presidente del Gruppo di Forza Italia in Regione Lombardia).
Modera: Fausta Chiesa, giornalista del Corriere della Sera
Mercoledì 17 febbraio 2021 ore 18.30 Linkedin+Facebook+Youtube

Dichiarazione dell’Avvocato Giampaolo Berni Ferretti (Presidente di Milano Vapore)
In una precedente intervista (Conoscenza e Cultura. Milano come distretto culturale per la
crescita – https://www.affaritaliani.it/blog/imprese-professioni/conoscenza-cultura-milano-
come-distretto-culturale-per-la-crescita-
711478.html?fbclid=IwAR3HQimzpZC09gDWzXaLu5CX4EP91cqf7Db61copa6pprTh9Z

2
Li85EYK0-4) al termine del webinar dell’associazione Milano Vapore
(www.milanovapore.it ) Milano Museo a cielo aperto-Quale rilancio della milano culturale?
(https://www.wikimilano.it/wiki/Milano_Vapore/MILANO_MUSEO_A_CIELO_APERTO
-Quale_Rilancio_internazionale_della_Milano_culturale%3F ) mi è stato chiesto quale fosse
il ruolo di Milano per i prossimi 20-30 anni e senza esitazione ho indicato nel Distretto
Culturale la terza fase evolutiva della città che fa seguito a quella attuale dei servizi e a
quella precedente industriale. Colgo l’occasione per fornire elementi aggiuntivi alla mia
precedente riflessione.
La cultura è la conoscenza più nobile, quella di più alta qualità che l’uomo possa possedere
e produrre, quella che mette insieme questi 4 proprietà:
1. La parte tangibile: il Patrimonio Culturale, le opere, l’infrastruttura (Il Duomo, il
Castello Sforzesco, ecc.);
2. La dimensione creativa: ricerca, servizi, marketing, ecc.;
3. Le sue diverse manifestazioni: formazione, rappresentazione teatrale, produzione
audiovisiva, ecc.;
4. Le sue esternalità positive: la piena sintonia con l’Ambiente.
La cultura pertanto genera esternalità positive nel momento in cui è fortemente integrata con
l’ambiente dove per ambiente si intendono i luoghi verdi della città. Esempi di luoghi in cui
il connubio fra patrimonio culturale e verde pubblico sono tanti: il Planetario, il Museo della
Scienza e la Villa Reale davanti e nei giardini Indro Montanelli, la Sinagoga, la Biblioteca
Sormani, il Tribunale, l’Università Statale, l’Umanitaria e le numerose scuole pubbliche e
private compreso l’Istituto Zaccaria davanti ai giardini della Guastalla, il complesso dei
monumenti del Foro Bonaparte e del Parco Sempione: la Triennale, la Torre Branca, il
Castello, il Teatro dell’Arte, Il Piccolo Teatro, l’Arena, l’Acquario Civico e La Fabbrica del
Vapore (l’Ex Carminati-Toselli in via Procaccini).
Pertanto, deve diventare questo, per la città di Milano, il suo modello di sviluppo culturale,
uno sviluppo integrato che prende spunto dalla sua storia e che nasce insieme dal suo
patrimonio artistico-culturale e dal verde. Parlare di cultura e progettarla vuol dire anche
progettare le aree verdi della città, soprattutto i suoi spazi pubblici. A tale scopo abbiamo
organizzato il Webinar di mercoledì prossimo dal titolo: “Giardini Pubblici: l’importanza
del verde nelle città del futuro”.
A questo punto si pone il problema di come gestire il futuro verde della città. Sicuramente il
modello di gestione deve far riferimento al principio della sussidiarietà, un principio sancito
sia nel Trattato di Maastricht: Articolo 5, paragrafo 3, del Trattato sull'Unione Europea
(TUE), che nella Costituzione italiana all'articolo 118 il quale prevede che "Stato, Regioni,
Province, Città Metropolitane e Comuni favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini,
singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del
principio della sussidiarietà".

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Per comprendere il significato dirompente e rivoluzionario del termine sussidiarietà, non
possiamo che partire dal ricordarci il significato di Società: due o più persone si
costituiscono e danno vita ad una Società (dal latino societas, derivante dal sostantivo socius
cioè "compagno, amico, alleato") per raggiungere obbiettivi perseguire uno o più obiettivi
comuni, che da soli non potrebbero raggiungere.
Questa è la definizione che regge ogni unione (la famiglia, intesa come società naturale per
esempio) ed ordinamento (Stato, sia esso concepito come stato che come comunità).
“Da anni”, scriveva Alberto Quadrio Curzio nel 2007 1 , “stiamo riflettendo sul principio di
sussidiarietà e sulle sue applicazioni nell’ambito della trilogia sussidiarietà, solidarietà,
sviluppo: <Le 3S>.
Al nostro impegno di riflessione sulle <3S> ci hanno mosso varie ragioni e di queste ne
citiamo tre: la convinzione che l’Unione Europea sia una nuova forma di democrazia,
l’eurodemocrazia 2 , che ha avuto molti successi e che è dotata di ulteriori grandi
potenzialità; la necessità che, a tal fine. Si eviti di farla rifluire in tipologie cece tipiche del
XXe XIX secolo o verso un area di libero scambio; la convinzione che l’Italia sia un Paese,
pur con le sue enormi difficoltà, dove il paradigma delle <3S> piò avere ottime applicazioni
purché si sappiano combinare molti fattori a disposizione”.
Com’è noto, il principio di sussidiarietà trova la sua prima compiuta enunciazione
nell’enciclica di PIO XI Quadragesimo Anno (1931): <…Siccome è illecito togliere agli
individui ciò che essi possono compiere con le forze e l’industria propria per affidarlo alla
comunità, così è ingiusto rimettere a una maggiore e più alta società quello che alle minori e
inferiori comunità si può fare>. Ciò infatti produrrebbe <un grave danno e uno
sconvolgimento del retto ordine della società> perché <oggetto naturale di qualsiasi
intervento della società stessa è quello di aiutare in maniera suppletiva (subsidium affere) le
assemblee del corpo sociale, non già distruggerle e assorbirle> 3
< L’indivuduo oggi> denunciava Giovanni Paolo II nell’Enciclica Centesimus annus <è
spesso soffocato tra i due poli dello Stato e del mercato, […] mentre si dimentica che la
convivenza tra gli uomini non è finalizzata né al mercato, né allo Stato, perché possiede in
se stessa un singolare valore che Stato e mercato devono servire> 4
Soprattutto Benedetto XVI nell’enciclica Deus Caritas Est valorizza lo spirito di iniziativa
dal <basso>: <Non uno Statto che regoli e domini tutto ciò che ci occorre, ma uno Stato che
generosamente riconosca e sostenga, nella linea del principio di sussidiarietà, le iniziative

1 “Cos’è la Sussidiarietà-Un altro nome della Libertà”, a cura di Giorgio Vittadini, Edito da Consorzio Artigiano
<L.V.G.>-Azzate (Varese, 2007)
2 Cfr A.,Quadrio Curzio, “Noi, l’economia e l’Europa”, il Mulino, Bologna 1996. A. Quadrio Curzio, “Unione Eurpea
: profili economico-istituzionali della nuova costituzione”. A. Quadrio Curzio, “Dall’Eurodemocrazia alle
coooperazioni rafforzate”, Magazine Bipielle, n.10, anno 70, gennaio/aprile 2004, pp 6-7”.
3 PIO XI, Lettera ENCICLICA Quadragesimo anno, 1931, n. 80
4 Gionanni Paolo II, Centesimus annus, Roma 1 maggio 1991, n. 13, n. 49

4
che sorgono dalle diverse forze sociali e uniscano spontaneità e vicinanza agli uomini
bisognosi di aiuto> 5
Il principio di sussidiarietà può essere visto sotto un duplice aspetto:
– in senso verticale: la ripartizione gerarchica delle competenze deve essere spostata
verso gli enti più vicini al cittadino e, quindi, più vicini ai bisogni del territorio;
– in senso orizzontale: il cittadino, sia come singolo sia attraverso i corpi intermedi,
deve avere la possibilità di cooperare con le istituzioni nel definire gli interventi che
incidano sulle realtà sociali a lui più vicine.
La crescente richiesta di partecipazione dei cittadini alle decisioni e alle azioni che
riguardano la cura di interessi aventi rilevanza sociale, presenti nella nostra realtà come in
quella di molti altri paesi europei, ha dunque oggi la sua legittimazione nella nostra legge
fondamentale.
E’ dalla fusione di cultura intesa come patrimonio culturale, verde pubblico e sussidiarietà
la ricetta per costruire lo sviluppo della città nei prossimi decenni. Questo triplice
ingrediente è la mia visione di Cultura che voglio proporre ai miei concittadini come
formula per uno sviluppo evolutivo del territorio che trasformi la città di Milano in vero e
proprio distretto culturale in piena sintonia con l’ambiente le cui caratteristiche devono
essere le seguenti:
1. valorizzazione della cultura e del patrimonio culturale (tangibile e intangibile) e del
patrimonio verde come base dello sviluppo economico della città;
2. il policy maker è solo locale e deve essere contemporaneamente pubblico (Comune)
e privato. Affrontare e risolvere il problema del rapporto tra le istituzioni dedicate
alla gestione del patrimonio culturale e lo sviluppo economico territoriale;
3. l’organizzazione del distretto: il policy network. Organizzati attorno a specifici
programmi e politiche pubbliche (opportuni database) tra attori pubblici e privati si
definiscono in maniera volontaria e artificiale forme di relazione stabili, ricercando
un’azione collettiva per una soluzione comune di policy: comportamenti
estremamente collaborativi fra i soggetti economici (sussidiarietà orizzontale);
4. replicare il modello delle relazioni del distretto industriale come sistema all’interno
del distretto culturale milanese: un numero consistente d’imprese, associazioni, ed
altri soggetti, appartenenti alla stessa filiera produttiva o a filiere economiche
collegate si concentra nello stesso luogo, utilizzando la vicinanza come mezzo di
relazione e di scambio all’interno del quale ognuno si specializza, determinando la
crescita dimensionale nazionale ed internazionale;
5. si eviti la concentrazione eccessiva del reddito con prodotti finanziari nuovi per far
partecipare i cittadini allo sviluppo del distretto.
5 Benedetto XVI, Lettera Enciclica Deus Caritas Est, Roma, 25 dicembre 2005, n. 26”

5
6. gli investimenti privati in cultura non devono essere solo delle fondazioni bancarie,
ma occorre agire per attivare iniziative di filantropia individuale e soprattutto un
principio di partecipazione dei cittadini milanesi in modo tale che vengano
attivamente coinvolti nello sviluppo futuro della città;
7. la politica culturale come strumento di riconversione delle aree urbane più
periferiche: realizzazione di infrastrutture verdi come mix fra opere d’arte e verde
pubblico;
8. Integrazione delle dotazioni culturali, sia immateriali che materiali, con gli altri
settori produttivi della città in modo che la vecchia “città dei servizi” si integri
perfettamente nel nuovo distretto culturale;
Proprio a seguito di quell’azione amministrativa guidata e voluta dal Sindaco Gabriele
Albertini, che ha restituito alla città i suoi Giardini ed il loro complesso Monumentale,
abbiamo assistito negli ultimi anni, nei 3 parchi storici del Centro di Milano (Sempione,
Indro Montanelli e Guastalla), ad una partecipazione diretta nella
manutenzione/pianificazione dei miglioramenti necessari, in particolare indicando
all’Amministrazione anche gli sponsor necessari, dei cittadini, riuniti in associazioni.
Tanto affetto e milanesità, fanno ormai pensare ad un modello di gestione dei Giardini
Pubblici più simile a quello di Città come New York (gestiti ovvero da Fondazioni
autonome dal Comune con la partecipazione dei cittadini).

 

NELLA FOTO

avvocato Giampaolo Giorgio Berni Ferretti (Presidente Associazione Milano Vapore)

www.giampaoloberniferretti.it

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