Clovis Oncology annuncia rimborsabilità delle compresse Rubraca(R) (rucaparib) per le donne con carcinoma ovarico recidivante in Italia
Clovis Oncology ha annunciato oggi che l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha approvato il rimborso di rucaparib in Italia che sarà presto disponibile come opzione in monoterapia per il trattamento di mantenimento di donne adulte con recidiva platino sensibile di carcinoma ovarico epiteliale ad alto grado, delle tube di Falloppio o peritoneale primario, in risposta dopo chemioterapia a base di platino.
“Accogliamo con estremo favore l’arrivo del parp inibitore Rucaparib che offre una nuova possibilità di cura, dopo la chirurgia e due linee di chemioterapia, a tutte le donne colpite da tumore ovarico che presentano i requisiti necessari – ha dichiarato Nicoletta Cerana, presidente nazionale di Acto onlus la prima rete italiana di associazioni pazienti impegnata nella lotta contro il tumore ovarico e i tumori ginecologici – “Il tumore ovarico è una neoplasia altamente mortale che oggi attraverso i parp inibitori è finalmente possibile cronicizzare. Le pazienti lo sanno e sono pronte ad affrontare il difficile cammino della cronicizzazione. Come associazione ci auguriamo quindi che rucaparib possa essere prescritto nel più breve tempo possibile in tutte le Regioni italiane”. Approssimativamente 5000 donne all’anno ricevono una diagnosi di carcinoma ovarico in Italia, ciò è pari all’incirca a 14 nuove diagnosi al giorno e rappresenta circa il 30 per cento di tutti i tumori maligni del sistema riproduttivo femminile. Il tasso di sopravvivenza a 5 anni per carcinoma ovarico in Italia è pari solamente al 39 per cento, diminuendo al 31 per cento dopo 10 anni. Tra coloro che sono state trattate con chirurgia e chemioterapia di prima linea, circa il 70 per cento avrà una recidiva nei primi tre anni. “Sono personalmente molto felice di poter offrire anche alle pazienti italiane rucaparib, che rappresenta una novità importante” – ha dichiarato Nicoletta Colombo, Direttore del Programma di ginecologia oncologica dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e Professore Associato Università Milano-Bicocca – “Nello studio ARIEL3 infatti rucaparib ha raddoppiato il tempo libero da malattia dopo una seconda linea di chemioterapia rispetto al placebo e con un profilo di tollerabilità maneggevole nonostante una popolazione in studio molto simile alla pratica clinica, indipendentemente dalla mutazione del BRCA.”