Antibiotico resistenza negli animali, danni anche per l’uomo e per l’ambiente

Necessario l’approccio “One Health”

Pazienti del reparto malattie infettive dell’ospedale Galliera, dove è stato riscontrato il secondo caso di meningite su un uomo di 67 anni che è ricoverato in isolamento, a Genova, 02 gennaio 2017. ANSA/LUCA ZENNARO

 

Si è svolto giovedì 14 e venerdì 15 marzo a Milano, presso la Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche, Piazzale Morandi, 2, il VII Congresso Internazionale Amit, Argomenti di Malattie Infettive e Tropicali, organizzato e presieduto dal Prof. Marco Tinelli, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive e Tropicali – Azienda Ospedaliera di Lodi, nonché Tesoriere SIMIT – Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali. Due giorni di approfondimento su batteri, patologie infettive e nuovi rimedi, con oltre trecento specialisti provenienti da tutta Italia e dall’estero. Obiettivo primario del Congresso è la presentazione delle più significative novità nel campo delle malattie infettive con particolare attenzione alla gestione delle patologie da batteri multi resistenti (MDR).

Se le resistenze microbiche nell’uomo sono oggetto di crescente attenzione, una preoccupazione di portata non inferiore viene dall’impiego eccessivo e spesso incontrollato negli animali, specie in paesi ‘emergenti’ in cui l’allevamento rappresenta un’attività economica di particolare rilievo”, spiega il prof. Massimo Galli, Presidente SIMIT – Società Malattie Infettive e Tropicali e Presidente del Congresso AMIT. L’entità del fenomeno è, appunto, assai rilevante. Nel 2013 sarebbero state utilizzate negli animali più di 131mila tonnellate di antibiotici, a fronte di un utilizzo, stimato conservativamente, di 63mila tonnellate nel 2010. Un trend che, se non contenuto, porterebbe entro il 2030 a un consumo mondiale superiore alle 200mila tonnellate di antibiotici per anno. La sola Cina nel 2013 ne avrebbe utilizzato 78.200 tonnellate, gli Stati Uniti 9.476, il Brasile  6.448, l’India 2.633, la Spagna, prima in Europa, 2.202. L’Italia non sarebbe molto lontana da questo ordine di grandezza, con un consumo negli allevamenti di tre volte superiore a quello della Francia e di cinque volte a quello del Regno Unito e pari al 71% del totale degli antibiotici commercializzati nel Paese, rispetto all’84% della Cina e a un del  tutto simile 70% degli USA. Meno definito è il quantitativo complessivo di antibiotici utilizzati in acquacoltura, che dovrebbe però essere stato ridimensionato dalle normative e dall’uso di vaccini.

 

Nurse Adriana Amarilla, right, talks to 18-year-old patient Cynthia Figueredo, who is recovering from dengue illness at the hospital for tropical diseases in Asuncion, Monday, Feb. 26 , 2007. The Paraguayan parliament approved a national emergency law on dengue Monday. The government officially informed that about 13,000 people has been infected and four killed by dengue since the beginning of 2007. According to the political opposition though 130,000 were infected and 11 killed.(AP Photo/Jorge Saenz)

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *