Schizofrenia, patologia “giovane” e sociale che grava sugli equilibri delle famiglie e la vita dei caregiver
La survey europea “Addressing misconceptions in schizophrenia” delinea la schizofrenia come una patologia cronica, con cui convivono per molti anni giovani nel pieno dell’età produttiva, pazienti tra i 18 e i 50 anni, l’85% di quelli intervistati. Anche i caregiver, per lo più familiari, sono persone giovani sulle quali gravano diversi compiti assistenziali, tra i quali anche quello di ricordare al paziente di assumere la terapia.
La schizofrenia comprende un vasto gruppo di psicosi caratterizzate principalmente da un processo di disgregazione della personalità psichica; questo processo da origine a gravi disturbi della strutturazione del pensiero, della dinamica affettiva e dell’apprezzamento dei rapporti tra ‘Io’ e ambiente circostante. La forma più semplice di schizofrenia, si caratterizzata per un impoverimento graduale delle sfere affettiva, intellettiva e volitiva con vistosi disturbi del linguaggio; si parla poi di schizofrenia paranoide, in cui prevalgono i deliri e le allucinazioni o la catatonia, in cui sono gravemente compromesse le funzioni psicomotorie.
Per far ritornare il paziente alla vita normale occorre superare le criticità nel trattamento della psicosi e questo è tra gli obiettivi dell’innovativo progetto “TRIATHLON – Indipendenza, Benessere, Integrazione nella Psicosi” promosso da Janssen in partnership con le principali Società scientifiche in Psichiatria, le Associazioni di volontariato e la Federazione Italiana Triathlon.
Il progetto ha già coinvolto i DSM in 15 Regioni italiane e inaugura in Lombardia una nuova fase lanciando delle iniziative per il reinserimento sociale e lavorativo del paziente.
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