IL VOLONTARIATO NON SI FERMA

Nonostante la serrata generale dovuta alla pandemia di COVID-19, le associazioni di volontariato in senologia continuano a garantire alcuni servizi di supporto alle donne con tumore al seno. L’indagine di Europa Donna Italia nella propria rete di associazioni.

Europa Donna Italia ha condotto un’indagine nella propria rete di associazioni per monitorare i servizi di supporto erogati alle donne con tumore al seno durante la pandemia di COVID-19. Delle 41 associazioni che hanno risposto, il 60% fornisce supporto a distanza, il 13% supporto diretto, mentre il 27% entrambe le tipologie. Inoltre, 6 associazioni su 10 hanno organizzato, oppure partecipato a, raccolte fondi in sostegno degli ospedali. Un segnale forte che ribadisce l’importanza, anche nei momenti più critici, del terzo settore.

La diffusione del coronavirus SARS-CoV-2 ha costretto numerose Regioni a riorganizzare i servizi ospedalieri, limitare l’accesso agli ospedali e rinviare, dove possibile, terapie ed esami non prioritari nonché i controlli di follow-up. L’attuale situazione emergenziale provoca smarrimento e angoscia ai numerosi pazienti oncologici che si trovano a fronteggiare, oltre al tumore, la minaccia del virus e le limitazioni imposte dalla serrata. Nel rispetto delle misure di controllo disposte da governo ed enti locali, le associazioni di volontariato della rete di Europa Donna Italia hanno intrapreso alcune iniziative per continuare a garantire alcuni servizi di supporto alle donne con tumore al seno.

Europa Donna Italia raduna 151 associazioni di volontariato in senologia distribuite sull’intero territorio nazionale. Le associazioni intrattengono relazioni dirette e continuate con le donne sul territorio, svolgono attività di informazione presso la popolazione, rilevano problemi e necessità delle pazienti con tumore al seno e si adoperano per risolverli.

In queste settimane, numerose associazioni si sono attivate per mitigare i disagi delle pazienti oncologiche. Per monitorare i servizi forniti, Europa Donna Italia ha condotto un’indagine su un campione di 41 associazioni.

Risultando sospeso il contatto diretto con le pazienti presso gli ospedali e/o presso le sedi associative, buona parte delle associazioni si è attrezzata per continuare a erogare in maniera virtuale il medesimo sostegno psicologico o di alleanza. Infatti, il 60% delle associazioni coinvolte nell’indagine fornisce supporto mediato: sostegno a distanza tramite chat, telefonate o skype (63%) ma anche tutorial di esercizi fisici (11%) e video con consigli di nutrizionisti e psicologi (26%).

Il supporto diretto, cioè a contatto con le pazienti, è fornito dal 13% delle associazioni. Metà di queste continua a garantire il servizio navetta necessario per non interromperne le terapie in corso (50%). Data la carenza, alcune associazioni si sono mobilitate per reperire delle mascherine o, in alcuni casi, la loro confezione sartoriale (25%). Le rimanenti offrono supporto a urgenze specifiche delle singole pazienti come consegne a domicilio, cure palliative domiciliari e servizio parrucca (25%).

Infine, il 60% delle associazioni si sono fatte portavoce di raccolte fondi promosse dagli ospedali del territorio, dalla protezione civile o organizzate dalla stessa associazione anche grazie alle donazioni dei propri fondi destinati all’acquisto di beni e servizi per l’azienda sanitaria di riferimento. Tra gli obiettivi delle campagne: l’acquisto di respiratori, dispositivi di protezione per pazienti e personale sanitario, apparecchi portatili per radiografie e protesi senologiche. A tal proposito, appoggiamo la richiesta dell’associazione Angela Serra e auspichiamo che lo Stato possa riconoscere un’agevolazione dell’IVA sugli acquisti diretti da parte degli enti del terzo settore, essendo beni destinati ad essere donati alle aziende sanitarie.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *