Accademia di Medicina di Torino: riunione scientifica “Le insonnie. Aspetti fisiopatologici e terapeutici”

Venerdì 8 aprile

di Piergiacomo Oderda

Venerdì 8 aprile alle ore 17.30, l’Accademia di Medicina di Torino tiene una
riunione scientifica, sia in presenza, sia in modalità webinar, dal titolo “Le
insonnie. Aspetti fisiopatologici e terapeutici”. L’incontro viene introdotto da
Roberto Mutani, Professore Emerito di Neurologia e socio dell’Accademia di
Medicina.

I relatori sono Alessandro Cicolin, responsabile del Centro di
Riferimento Regionale per i Disturbi del Sonno, Ospedale Molinette, Torino e
Luigi Ferini-Strambi, Professore Ordinario di Neurologia, Direttore del Centro di
Medicina del Sonno, Università Vita-Salute San Raffaele, Milano.
Alessandro Cicolin viene intervistato da Aldo Primicerio per il programma
“Quotidiano Medicina”. L’insonnia è caratterizzata da sintomi notturni come la
difficoltà di addormentamento, i risvegli intermittenti, il risveglio precoce. Il
fenomeno deve essere di una certa entità, è normale nel sonno di un adulto
impiegare un certo lasso di tempo per addormentarsi o la frammentazione del
sonno. Diventa insonnia quando questi sintomi hanno una ricaduta nella
quotidianità, si interfacciano con la famiglia, il lavoro, lo sport.
Il giornalista salernitano domanda quali siano gli effetti sul fisico e sulla mente.
Il sonno oltre a ristorare il corpo serve a dare sollievo alla mente. Il nostro
cervello lavora in maniera importante, svolge compiti che non potrebbe
affrontare nello stato di veglia. Fa pulizia, elimina sostanze neurotossiche. Non
si tratta solo di problemi della mente come la memoria e la capacità di
attenzione ma anche di coordinamento motorio. Alcuni studi a proposito del
calcio hanno dimostrato che con una deprivazione di sonno si ha minore
efficacia nella precisione del tiro e nel dribbling. Determina l’aumento o
l’aggravamento di alcune malattie, il diabete peggiora, si alza la pressione
arteriosa, aumenta il rischio di infarto ed ictus. Risultano elevati anche i costi
sociali. Se la diagnosi e la cura dei disturbi del sonno costassero un euro, le
conseguenze sanitarie sarebbero tre volte superiori, diventano settanta volte
superiori se si considerano i costi sociali in termini di qualità della vita, giorni
persi di produttività.
Se abbiamo un tempo di sonno ridotto o il sonno è qualitativamente meno
buono, il cervello non fa pulizia. Non riesce ad eliminare beta-amiloidi, proteine
che danneggiano le cellule nervose.
Quali sono le parti del sonno più importanti? Tra le quattro fasi del sonno di cui
una REM, c’è un’alternanza tra fasi più profonde come il sonno ad onde lente e
la fase Rem (Rapid Eye Movement) e le fasi di sonno più leggero (fase 1 e 2).
Il sonno metabolicamente più importante è il sonno ad onde lente e il sonno
REM, più legato al sogno, implicato anche nella stabilizzazione della memoria.
Per la terapia va evitato il “fai da te”, «si potrebbe incorrere in errore».
Bisogna distinguere la causa, aspetti dell’insonnia che possono essere causa od
espressione di un’altra malattia. E’ facile confondere l’insonnia con la sindrome
delle gambe senza riposo. Il paziente non si addormenta perché ha una
sensazione di inquietudine, un nervosismo alle gambe che non consente di

stare fermi. Questa sindrome non risponde alla terapia dell’insonnia ma ad altri
farmaci. La diagnosi di insonnia è clinica, anamnestica legata a ciò che il
paziente racconta, facendo le domande giuste. L’anamnesi della storia del
paziente richiede tempo e competenza, talora servono trenta o quaranta
minuti, un tempo che non si ha sempre, soprattutto nei periodi di emergenza.
Come si articola una terapia tipo?
Occorre innanzitutto distinguere le insonnie transitorie, quelle che durano
meno di tre mesi, sovente collegate a situazioni particolari come un lutto in
famiglia, la perdita del lavoro. Pian piano, il soggetto che non presenta una
predisposizione genetica, torna a dormire, «ma non è detto che le insonnie
transitorie siano poco costose in termini sanitari e di qualità della vita». Per
trattare l’insonnia cronica occorre prima di tutto sapere quale sia «il pattern
abituale del sonno, se il soggetto dorme in un ambiente troppo caldo o
disturbato» (per esempio, il partner che russa). La televisione va spenta
mezz’ora prima di andare a dormire, così come lo smartphone. Occorre
risvegliarsi alla stessa ora, i pazienti insonni cercano di recuperare il sonno di
giorno, «così si perpetua l’abitudine del cervello di dormire nei momenti
sbagliati». Se si dormono due ore durante il giorno, la notte si avrà maggiore
difficoltà per ottenere un sonno stabile. Si eviti di andare a dormire troppo in
anticipo; se si va a letto dopo ma ci si risveglia alla medesima ora, si avrà una
carenza di sonno ma il giorno dopo si compensa in termini di profondità. In
certi casi si adotta una tecnica cognitivo-comportamentale anziché
farmacologica. Si cerca di intervenire spingendo il cervello a fare più sonno
profondo attraverso la restrizione del sonno. Si riduce il tempo da destinare a
stare a letto, per esempio non più di sei ore. Quando il cervello condensa il
sonno in queste sei ore, progressivamente si allunga il tempo per stare a letto.
Nel prossimo biennio dovrebbero venire autorizzati altri farmaci, per ora gli
unici approvati dal Servizio Sanitario Nazionale sono il gruppo di
benzodiazepine e la melatonina. Sono estremamente utili per le insonnie
transitorie, le indicazioni ministeriali restringono la prescrizione a poche
settimane. Nella forma cronica, è importante rivedere la diagnosi, rifare
l’anamnesi ed applicare le regole di igiene del sonno. Si applicano tecniche
cognitivo comportamentali o si utilizzano farmaci cosiddetti “off label” con
molte evidenze su efficacia e sicurezza ma non ancora con l’approvazione del
Servizio Sanitario Nazionale.
Si potrà seguire l’incontro sia accedendo all’Aula Magna dell’Accademia di
Medicina di Torino (via Po 18, Torino), previa prenotazione da effettuare via
mail all’indirizzo accademia.medicina@unito.it e dietro presentazione del Green
Pass, sia collegandosi da remoto al sito www.accademiadimedicina.unito.it.

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