L’ortopedico che cura i ballerini: per evitare infortuni serve che il medico conosca la danza

Quali sono le patologie legate alla danza classica e come affrontarle? Risponde il dott. Omar De Bartolomeo, ortopedico dell’ASST Gaetano Pini-CTO in occasione della Giornata Internazionale della Danza

Il dott. Omar De Bartolomeo, ortopedico della II Clinica Ortopedica dell’ASST
Gaetano Pini-CTO, autore del libro Manuale di medicina della danza. Traumi, errori tecnici e principi di
riabilitazione del tersicoreo, è tra gli ortopedici più esperti in ambito danza, anche grazie alla sua esperienza
maturata con il Teatro Alla Scala di Milano. Eppure la sua storia parte da un campo molto diverso dal
palcoscenico: “Da giovane giocavo a rugby – racconta il dott. De Bartolomeo – e avevo per questo delle
braccia molto forti. La scuola di danza di mia sorella cercava qualcuno che potesse aiutare le ballerine a
esercitarsi con i passi a due e le prese perché non avevano iscritti maschi. Così mi sono avvicinato alla
danza. Una disciplina dove l’arte si esprime attraverso il corpo e per fare in modo che il corpo si muova al
massimo del potenziale è necessario conoscere le esigenze di un danzatore”.
La danza classica, praticata a livello professionale, rende i ballerini maggiormente inclini ad alcune
patologie, il 70% delle quali insorge per overuse, mentre il 30% per patologie acute che colpiscono in
particolar modo gli arti inferiori (caviglia, piede e ginocchio). Consuete sono le fratture da stress, causate
sia da errori tecnici, sia da doti anatomiche: “La danza classica è una disciplina che necessita di una
determinata conformazione fisica – sottolinea l’ortopedico –. È sconsigliato praticare la danza a livello
professionale se si soffre di scoliosi, di sindrome pronatoria (piede piatto), se si ha un ginocchio
eccessivamente valgo, oppure altre predisposizioni individuali che possano aumentare in modo significativo
il rischio di infortunio”.
Una sana alimentazione e una buon approccio medico-riabilitativo sono delle ottime armi per evitare
incidenti: “Per il 60% dei casi i ballerini soffrono di tendiniti, specie al tibiale posteriore, al flessore
dell’alluce e achilleo, molti ballerini devono lavorare per correggere e adattare la tecnica della danza alla
propria conformazione corporea ed evitare quindi alcune patologie da tecnica errata e da lavoro, come a
esempio l’alluce valgo, le tendinopatie, le fratture da stress, il conflitto femoro-acetabolare e il conflitto
posteriore di caviglia. Alcune patologie del ballerino sono specifiche, oltre che per l’età, anche per il gesto
tecnico. I ballerini sono maggiormente impegnanti in salti e prese, quindi hanno maggiori problemi alle
ginocchia, alla schiena e soffrono più spesso di fratture da stress alle tibie; le ballerine, invece, soffrono più
spesso di problematiche al ginocchio e alla caviglia, nonché di lesioni da overuse (fratture da stress) ai piedi,
proprio per l’uso delle punte”.
Ci sono, poi, alcune patologie che sono legate alla crescita, spiega l’ortopedico dell’ASST Gaetano Pini-CTO,
come l’osteocondrosi del calcagno, osteocondrosi dell’apofisi tibiale anteriore (malattia di Osgood-
Schlatter). Inoltre, per le ballerine è molto importante scegliere le scarpette adatte, per adattare la forma
del piede alla forma del puntale e alla flessibilità della suola. Questo ridurrà i sovraccarichi e l’insoergenza
di alcune patologie quali tendinopatie, onicopatie e le fratture da stress. “Nella danza sport e arte si
fondono e la preparazione atletica è necessaria per evitare infortuni, così come conoscere il proprio corpo e

assecondarne i cambiamenti, senza dover rinunciare a nulla, neanche alla gravidanza”, aggiunge De
Bartolomeo.
Lo stop agli spettacoli dal vivo, dovuto all’emergenza Covid-19, ha fatto aumentare il numero degli
infortuni: “Per quanto abbiano potuto allenarsi in autonomia, i ballerini hanno ripreso le attività solo
parzialmente preparati da un punto di vista atletico e questo ha portato inevitabilmente a un aumento
dell’incidenza di infortuni come la distorsione di caviglia o di ginocchio, oltre che all’insorgenza di patologie
da overuse per inadeguata preparazione tecnica-atletica, quindi fratture da stress, tendinopatie,
lombalgia”.
Dopo un infortunio, oltre all’intervento dell’ortopedico, per riportare velocemente un danzatore sul palco
serve un percorso di riabilitazione mirato: “I fisioterapisti, così come i preparatori atletici e gli insegnati di
danza hanno un grande ruolo nella prima fase di ripresa, in quanto occorre modulare i carichi e gli impegni
artistici e l’intensità delle lezioni, così da permettere una corretta ‘riatletizzazione’ dei ballerini. Lo staff
medico e fisioterapico dell’Accademia e del Teatro Alla Scala svolge un importante ruolo di prevenzione
delle patologie del tersicoreo per evitare che una ripresa troppo veloce e/o troppo intensa possa
determinare lesioni più gravi”, conclude l’esperto.

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