ECCO COME SVILUPPARE IL TURISMO MEDICALE IN ITALIA

Abolire l’IVA sulle prestazioni a pazienti stranieri, facilitare l’iter per i visti sanitari, un maggiore supporto per fare sistema e competere alla pari con le destinazioni estere, aumentare le sinergie tra ospedali, ricerca, industria biotech e università. Queste le linee guida emerse dal Convegno organizzato da Intercare

 

Un confronto aperto e a tutto campo quello che si è svolto nell’ambito del convegno intitolato Turismo Medicale: una risorsa strategica per il sistema turistico e sanitario italiano, organizzato da Intercare, la fiera dedicata al Turismo Medicale e all’Internazionalizzazione dei sistemi sanitari, all’interno di BIT. Un incontro nato per confrontare le esigenze dei pazienti esteri, l’esperienza di destinazioni e sistemi sanitari stranieri con l’offerta del sistema Italia, rappresentato dalle principali associazioni di settore e dal Sottosegretario MIBACT, On. Dorina Bianchi.

 

Quello che emerge è uno scenario variegato e in forte evoluzione. Se, come ha evidenziato una ricerca OCPS – SDA Bocconi, Intercare ha contribuito a mettere sul radar degli operatori internazionali l’Italia come una destinazione con un sistema sanitario di eccellenza, molto resta ancora da fare. “Siamo ancora sconosciuti”, ha sottolineato Pierpaolo Lodigiani, Console Onorario dell’Italia per la Russia del Sud e il Caucaso. “Lo scorso anno, nell’Ambasciata Italiana, è stato organizzato il primo evento per la promozione del Sistema Sanitario Italiano e siamo quindi solo all’inizio ma il potenziale è molto elevato. Solo per i trattamenti ad alta complessità, stimiamo che ci siano 200.000 pazienti russi che ogni anno si recano all’estero e noi ne riceviamo solo poche centinaia”.

 

“Partiamo da una posizione ottima grazie a un sistema sanitario riconosciuto tra i migliori al mondo”, ha sottolineato Dorina Bianchi, sottosegretario MIBACT. “Siamo al secondo posto nella classifica dell’OMS, Bloomberg ha eletto l’Italia come il Paese più in salute al mondo grazie alla qualità complessiva dello stile di vita e dell’assistenza sanitaria”. Certo, con 5.000 pazienti l’Italia è ancora molto lontana dagli 1,2 milioni di pazienti ricevuti dalla Thailandia o dal milione del Messico, le prime due destinazioni in classifica ma questo non significa che non ci stiamo muovendo nella direzione giusta. “Abbiamo creato un tavolo di lavoro con il Ministero del Turismo e quelli degli Esteri e della Salute per individuare le realtà private di eccellenza e valorizzare questo segmento. Aprirsi a mercati esteri che apportino risorse al nostro sistema sanitario è un campo che va valorizzato”. ha concluso Dorina Bianchi.

 

La necessità di una sinergia tra istituzioni e operatori è rimarcata anche da Alessandro Santambrogio, Direttore Marketing di Intercare e di Destination Health, società di advisory sull’internazionalizzazione della salute: “se guardiamo ai cinque fattori principali che influenzano la scelta di dove andare a farsi curare – costo, tempi di accesso, disponibilità della cura, qualità delle strutture sanitarie e dei medici e qualità del luogo – almeno quattro sono legati alla destinazione. Costo del lavoro, fiscalità, sicurezza, normative sull’accesso a cure – come la riproduzione assistita o le cellule staminali – rilascio di visti e molte altre dipendono infatti da precise scelte legislative. Ecco perché non si può prescindere dal coinvolgimento delle istituzioni se si vuole disegnare una strategia competitiva efficace”.

 

Proprio la possibilità per i pazienti esteri di recuperare l’Iva è una delle principali richieste avanzate dagli operatori per non essere penalizzati sullo scenario internazionale. “Un trattamento medico è una prestazione erogata in Italia di cui il paziente gode una volta tornato a casa”, afferma Gabriele Pelissero, Presidente di AIOP. “In altri Paesi, come la Germania, questo principio è riconosciuto ma non Italia. Oggi uno straniero può recuperare l’imposta su una borsa o un paio di scarpe ma non su una protesi d’anca”.

Su cosa può quindi contare l’Italia per diventare una destinazione top? “Attuare uno sviluppo internazionale di un prodotto sofisticato come la sanità richiede forti sinergie tra ospedali, ricerca, industria, mondo accademico. Il nostro Paese dispone di tutto questo e ha una forte cultura di prodotto che ha permesso di sviluppare un’offerta di eccellenza”, prosegue Pelissero. “Dobbiamo fare sì che le Istituzioni si integrino in modo rapido con la forza del prodotto operando su pochi ma fondamentali punti come il nodo dei visti sanitari, che riguarda soprattutto alcune aree geografiche, la fiscalità e il coordinamento con il mondo medico e universitario per rafforzare la reputazione”.

 

Un esempio di questa integrazione è la Lombardia che, oltre a essere un fiore all’occhiello del sistema sanitario italiano, è anche il primo distretto biomedicaleitaliano. “La Lombardia ha un sistema molto strutturato, dai poliambulatori fino agli ospedali maggiori”, racconta Cristian Ferraris, Direttore Organizzazione, Sviluppo e Rapporti Associativi, Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza, “e questo ci ha facilitato quando, nel 2015, abbiamo iniziato a creare una rete di aziende per muoverci sul mercato internazionale. Oggi stiamo lavorando in stretta connessione con AIOP sia sul fronte istituzionale sia su quello della comunicazione. Pochi giorni fa abbiamo lanciato il portale healthlombardy che presenta l’offerta terapeutica di alcuni centri di eccellenza lombardi. Un primo passo per creare un’identità di destinazione a livello internazionale”.

 

“Per diventare una destinazione di successo in grado di attrarre pazienti occorre puntare su tre fattori”, racconta Valeria Albertin, Direttore Commerciale Intercare, Destination Health.  “Il primo è il branding, ovvero posizionare l’Italia sui diversi livelli di offerta: dalle cure avanzate a quelle etsetiche fino al wellness e questo obiettivo si può raggiungere solo con una logica di sistema. Il secondo aspetto è l’organizzazione: ricevere pazienti stranieri ha un impatto molto forte sull’organizzazione interna e sull’intera catena del valore. Senza questa consapevolezza e la disponibilità a fare investimenti si rischia il fallimento. Il terzo fattore è la comunicazione e anche qui occorre fare sistema per raggiungere una massa critica in grado di fare la differenza”.

 

Gli interventi al convegno sono disponibili su https://inter-care.it/en/turismo-medicale-una-risorsa-strategica-per-il-sistema-turistico-e-sanitario-italiano/

 

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