Tumori: Con la malnutrizione a rischio l’esito delle terapie

I dati dello Studio italiano PreMiO sono stati presentati  alla Camera dei Deputati. Politici, dove medici e associazioni dei pazienti si sono riuniti per sostenere l’applicazione omogenea delle Linee d’indirizzo ministeriali sui percorsi nutrizionali per i malati di cancro.

 

 

 

Perché alla loro prima visita dall’oncologo, prima ancora di cominciare le cure, il 64% dei malati oncologici ha già perso da 1 a 6 kg di peso corporeo nei 6 mesi precedenti la visita. E il 51% è a rischio di malnutrizione o già malnutrito.

 

Sono questi i dati, drammatici nella loro evidenza, che emergono dallo studio italiano ‘PreMiO’ (Prevalence of Malnutrition in Oncology) condotto su circa 2 mila pazienti visitati in 22 unità di oncologia nazionali, che è stato al centro di un incontro alla Camera dei Deputati con medici, politici e pazienti.

Sono quindi necessari modelli organizzativi di politica sanitaria capaci di assicurare interventi nutrizionali adeguati, tempestivi, efficaci e sicuri. In mancanza di una legge nazionale che regolamenti e garantisca l’accesso uniforme ai trattamenti di nutrizione clinica ed artificiale domiciliare sia nel periodo delle cure attive che in quello delle cure palliative si crea una sorta di terra di nessuno in cui il paziente è abbandonato a se stesso. È allora necessario   prevedere lo screening nutrizionale – evidenziato dalle Linee d’Indirizzo sui percorsi nutrizionali nei pazienti oncologici siglate dal Ministero della Salute in Conferenza Stato Regioni a dicembre 2017 – e del trattamento della malnutrizione anche, ma non solo, all’interno di PDTA (Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali) delle diverse patologie. Servono poi strumenti di governance che possano ovviare alla cronica assenza di medici nutrizionisti e dietisti in tutte le aziende sanitarie, ed in particolare dove vengono trattati i pazienti oncologici, a cui si dovrebbe aggiungere la costituzione effettiva di reti regionali che prevedano un’interazione stretta con territorio, medici di medicina generale e ospedale. Perciò si è chiesto alle istituzioni d’intervenire con risolutezza affinché le cure nutrizionali entrino a far parte della buona pratica clinica, anche con l’eventuale previsione di sanzioni per chi non garantisca ai malati cure adeguate, in analogia a quanto fatto in passato con la legge 38 che garantisce l’accesso alle terapie del dolore. Perché prevenire la progressione della perdita di peso riduce la tossicità dei farmaci, migliora la sensibilità delle cellule a ricevere i trattamenti, diminuisce la frequenza e la durata dei ricoveri ospedalieri e le complicanze post operatorie.

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