I dati al servizio della salute dei cittadini: al via la terza edizione di “Big Data in Health”
Nei Big Data potrebbero celarsi le risposte alle più urgenti domande di salute: risposte che oggi possiamo ottenere grazie a metodi di analisi e tecnologie sempre più sofisticate. Serve solo volontà politica e stretta collaborazione tra università, enti di ricerca, Istituzioni e aziende. Questo il messaggio lanciato in occasione della conferenza internazionale“Big Data in Health 2019”, promossa dalla neonata associazione Big Data in Health Society, in programma dal 2 al 4 ottobre a Roma, presso il CNR. Ad aprire i lavori il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa.
La prima giornata, organizzata in collaborazione con la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), è dedicata ai Big Data relativi all’ambiente, agli stili di vita e alla salute. Si discuterà dell’opportunità di integrare questi tre campi per poter disporre di preziose informazioni che possono aiutarci a disegnare interventi sanitari più precisi e puntuali. Comprendere nel dettaglio che certe patologie sono collegate a stili di vita poco salubri o a problemi di tipo ambientale può suggerire nuove strategie di prevenzione e cura, così come suggerire ai decisori politici dove e come intervenire.
“La comprensione e l’analisi delle articolate e spesso impercettibili relazioni che intercorrono tra ambiente e salute rientrano a pieno titolo fra le questioni che necessitano di un impegno scientifico corale che, a partire dall’esame approfondito di ogni singolo componente ambientale e antropico nella sua complessità numerica, approda a una indispensabile collaborazione multidisciplinare”, afferma Vito Felice Uricchio del CNR-IRSA. “Abbiamo collettivamente necessità di strategie di analisi integrata delle informazioni ambientali e sanitarie, che ci portino al di là dell’orizzonte di corto respiro di specifiche conoscenze settoriali, sebbene specialistiche, puntando all’armonia del sapere per affrontare le sfide della tutela della salute umana e ambientale”.
“Per capire quali siano questi bisogni si possono ‘interrogare’ i grandi database sanitari, che quasi sempre sono in grado di evidenziare eccellenze e carenze, aspetti di punta e zone d’ombra o aree del Paese in cui lavorare di più per garantire ai cittadini italiani, in qualsiasi regione siano residenti, il diritto a un’assistenza di qualità senza differenze”, dichiaraAlessandro Miani, Presidente di SIMA. “Una frontiera di grande interesse è quella dell’incrocio dei Big Data sanitari con quelli relativi ai monitoraggi ambientali per fornire informazioni georeferenziate, ad esempio sull’associazione tra patologie ed esposizioni a inquinanti atmosferici, e poter meglio orientare la programmazione degli interventi, come quelli in cantiere da parte del Ministro Costa“.