Il Gruppo Chiesi e Apotex Inc. hanno raggiunto un accordo per l’acquisizione di Deferiprone, prodotto salvavita per la talassemia

Chiesi Farmaceutici, gruppo farmaceutico internazionale focalizzato sulla ricerca (Gruppo Chiesi) e Apotex, Inc., insieme con la sua controllata americana, ApoPharma USA Inc., azienda innovativa, impegnata in ematologia e nell’area delle malattie neurodegenerative, hanno annunciato oggi di aver siglato un accordo per l’acquisizione da parte del Gruppo Chiesi dei diritti a livello mondiale per un chelante del ferro (principio attivo Deferiprone), indicato per il trattamento di pazienti con talassemia, inclusa la beta talassemia, una delle forme più gravi: una rara condizione ematologica genetica che può portare a complicanze potenzialmente letali.

La talassemia è una rara condizione ematologica ereditaria. Una delle forme più gravi di questa sindrome è la beta talassemia.

 

Con la chiusura delle trattative, che è soggetta alle consuete condizioni contrattuali, il franchising del Deferiprone entrerà a far parte del crescente portafoglio di prodotti del Gruppo Chiesi dedicato ai pazienti affetti da malattie rare. Entreranno a far parte del Gruppo, inoltre, 60 dipendenti di ApoPharma, che permetteranno l’apertura di uffici a Toronto, in Canada.

Da anni, il Gruppo Chiesi è già distributore di Deferiprone per Apotex in alcuni paesi.

 

La beta talassemia è una forma di talassemia causata dalla riduzione dell’emoglobina che provoca esiti variabili che vanno dalla quasi totale assenza di sintomi all’anemia grave. È una malattia genetica che può portare a complicazioni potenzialmente letali se non trattata o sotto-trattata. I pazienti affetti da questa malattia ereditaria richiedono trasfusioni di sangue per lungo tempo; tuttavia, i globuli rossi sono carichi di ferro e non esiste un percorso fisiologico per eliminare l’eccesso di ferro dal corpo. Di conseguenza, questi pazienti sono a rischio di sviluppare elevati accumuli di ferro nella circolazione sanguigna e negli organi vitali. Con l’aumento del livello di ferro labile, questo inizia a reagire con il suo ambiente per generare radicali liberi, che sono tossici per le proteine e le membrane. Il fegato può tollerare livelli abbastanza elevati di ferro prima che presenti tossicità, ma il cuore e le ghiandole endocrine (pancreas, tiroide, paratiroidi, gonadi, ecc.) presentano tossicità a livelli molto più bassi. Il Deferiprone agisce legandosi al ferro labile nei tessuti e nella circolazione sanguigna, inattivandolo, quindi rimuovendolo dal corpo, principalmente attraverso l’urina. I pazienti possono continuare a ricevere le trasfusioni di sangue di cui hanno bisogno per vivere senza aumentare il livello di ferro nel corpo.

 

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