Coronavirus: le proposte SIMA e Cattedra UNESCO per una rapida strategia sanitaria

Di fronte alla minaccia per la salute psicofisica e per la stabilità socio-economica di intere comunità e dell’intero pianeta, come quella rappresentata dall’apparire sulla scena di un nuovo virus potenzialmente pandemico, sarebbe auspicabile prepararsi senza indugi a mettere in campo una strategia di risposta rapida, efficace e duratura, in grado di far fronte anche a eventuali scenari di massima pressione sul Sistema Sanitario Nazionale.

Purtroppo, nei confronti di 2019nCoV sembrano ancora sussistere incertezze circa l’origine del nuovo coronavirus che avrebbe fatto il salto di specie, l’intrinseca virulenza dell’agente patogeno e l’attuale condizione epidemiologica di pandemia potenziale o conclamata”: la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) e la Cattedra UNESCO “Educazione alla Salute e allo Sviluppo Sostenibile” chiedono di mettere da parte pregiudizi e valutazioni ideologiche e di prendere in considerazione esclusivamente i dati scientificamente accertati.

 Pur nella impossibilità di prevedere con sufficiente certezza i tempi della pandemia in atto, SIMA e Cattedra UNESCO hanno proposto e ripropongono con determinazione l’unica strategia sanitaria in grado di mettere il nostro e gli altri Paesi nelle condizioni, da un lato di affrontare in modo efficace e duraturo questo e ogni altro possibile allarme o emergenza pandemica, dall’altro, di mettere in sicurezza il servizio sanitario pubblico e la salute degli operatori sanitari stessi.

Questa necessaria, semplice e urgente strategia consiste nell’istituzione di corridoi sanitari alternativi stabili, finalizzati a canalizzare l’afflusso dei casi sospetti, accertare i casi effettivi e sintomaticiricoverare in sedi appropriate i casi lievi e collocare in terapia intensiva i casi gravi, senza mettere a rischio i servizi di pronto soccorso e terapia intensiva degli ospedali. 

Ci sembra di poter riconoscere negli ospedali militari – attualmente sottoutilizzati – le strutture idonee e adattabili in tal senso, in tempi relativamente rapidi per l’attuale emergenza, per i possibili sviluppi della stessa e per analoghe emergenze prossime venture. Analogamente, si propone di riaprire gli ospedali più recentemente chiusi nell’ambito dei piani di riordino delle sanità regionali, spesso ancora perfettamente arredati e pronti ad essere dedicati esclusivamente ai ricoveri da COVID2019”, concludono gli esperti.

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