In bici per tornare a vivere

In occasione della Giornata Mondiale della Bicicletta la dott.ssa Valeria
Gattoronchieri, fisiatra dell’ASST Gaetano Pini-CTO, spiega gli impatti positivi
dell’uso della bicicletta per i pazienti in riabilitazione e racconta come è tornata a
vivere proprio grazie alla bici dopo un lutto e il Covid-19

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un utile strumento per riprendere a muoversi dopo un intervento
ortopedico e il ciclo di riabilitazione, un modo per tenere la mente attiva e recuperare la forma
fisica, un mezzo alla portata di tutti, economico e sostenibile: tutto questo è la bicicletta alla
quale, il 3 giugno, è dedicata una Giornata Mondiale, voluta dall’ONU. I benefici dell’uso della bici
li conosce bene la dott.ssa Valeria Gattoronchieri, medico specializzato in Fisiatria, parte
dell’equipe di Medicina Fisica e Riabilitazione dell’ASST Gaetano Pini-CTO che, non solo utilizza la
cyclette, prodomo della bicicletta, nei percorsi di riabilitazione per i pazienti, ma ha sperimentato
lei stessa gli impatti della pedalata, quando nel 2020 ha usato la bici per ‘scappare’ dalla pandemia
e da un lutto che le ha cambiato la vita.
“Il ciclismo – spiega la dott.ssa Gattoronchieri – è uno sport alla portata della maggior parte
delle persone perché è un’attività fisica a basso impatto. Questo vuol dire che le articolazioni non
sono sottoposte a particolare stress, come può avvenire per altri sport, per esempio la corsa o
l’atletica. Può essere praticato sia dai giovani sia dai meno giovani e i benefici sono notevoli sia
per il sistema cardiovascolare sia muscolare”. Prima di salire in sella, all’aria aperta è consigliabile
prendere familiarità con la pedalata anche in casa, utilizzando la cyclette: “La cyclette non è meno
utile della bicicletta, se si pensa che sono molti gli sportivi, anche a livello agonistico, che dopo gli
infortuni utilizzano le biciclette statiche per il recupero. Nei percorsi di riabilitazione dell’ASST
Gaetano Pini-CTO questo strumento è inserito e utilizzato nelle nostre palestre riabilitative da
diversi pazienti, sia da chi ha subito un intervento chirurgico importante, come l’inserimento di
una protesi al ginocchio, all’anca o una frattura di femore, sia dai pazienti artrosici che traggono
particolare benefici dall’attivazione del sistema cardiovascolare, ma anche dai pazienti
parkinsoniani, se hanno un buon equilibrio e associata a un progetto riabilitativo più specifico,
perché pedalare è un gesto che allena anche la coordinazione dei movimenti. Utilizziamo la
cyclette, a volte già nel corso della degenza, quindi subito dopo l’intervento e frequentemente nei
percorsi ambulatoriali o MAC”.
Fuori dal Polo Fanny Finzi Ottolenghi dell’ASST Gaetano Pini-CTO, interamente dedicato alla
riabilitazione, complice le restrizioni della pandemia che ha nettamente modificato la percezione
degli spostamenti e acuito la necessità di muoversi e tenersi in allenamento, le biciclette sono
tornate nelle nostre strade: secondo i dati di Confindustria Ancma (Associazione Nazionale Ciclo
Motociclo e Accessori) solo nel 2020 ne sono state acquistate in Italia 2.010.000. Tra queste c’è
anche la bici da corsa della dott.ssa Gattoronchieri che l’ha usata come via di fuga dall’anno più
difficile della sua vita: “Sono un medico e nonostante non abbia lavorato ‘in prima linea’, come ci
siamo abituati a dire in questo periodo, ho vissuto lo stress della pandemia da Covid-19 .

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il lockdown poi ha messo a dura prova la mia resistenza psichica a tutto il dolore a cui stavamo
assistendo. Inoltre, alla fine del 2019 sono rimasta vedova. Per cui avevo bisogno di dare una
svolta alla mia vita e di iniziare a muovermi, anche fisicamente per superare questo momento. Ho
comprato, quasi d’istinto, una bici da corsa. Sono salita in sella appena è stato possibile tornare a
praticare sport all’aria aperta e non sono più scesa. E non ho intenzione di farlo”. La bici si è
trasformata per la fisiatra in uno strumento per allenarsi, in un passatempo e un momento di
svago, in una via di fuga dalla tristezza: “Il mio fisico si è modificato, ho perso quasi 10 chili e i miei
muscoli sono diventati più forti. Ora non faccio più fatica se devo salire le scale e mi sento molto
più energica. Uso la bici per fare della gite fuoriporta a volte anche lunghe, per cui impiego molto
tempo nella progettazione del percorso e delle soste, così ho trovato un modo piacevole per tenere
la testa occupata. Persino la fatica fisica a fine corsa mi aiuta a sentirmi meglio. Perciò consiglio a
tutti di utilizzare la bicicletta, seppur con le dovute precauzioni e attenzioni perché il rapporto con
questo mezzo per le persone è cambiato ma non sono cambiate le nostre strade, ancora prive per
la maggior parte di piste ciclabili e di percorsi sicuri, per cui è importante muoversi sempre con
cautela”.

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